Libri Rari per i Collezionisti by Libreria Aiace Roma Montesacro

I LIBRI RARI SI RIVALUTANO NEL TEMPO

I castelli in stile europeo nacquero tra il IX e il X secolo a seguito della caduta dell’Impero Carolingio quando il territorio fu diviso tra singoli signori e principi. Questi nobili costruirono castelli per controllare l’area immediatamente circostante realizzando così strutture sia offensive che difensive, fornendo una base da cui potevano partire incursioni e offrire protezione dai nemici. Sebbene le loro origini militari siano spesso enfatizzate negli studi, i castelli fungevano anche da centri di amministrazione e simboli di potere. I castelli urbani venivano usati per controllare la popolazione locale e le importanti vie di comunicazione, mentre quelli rurali erano spesso situati nei pressi di mulini, campi coltivati o una fonte d’acqua.

Molti castelli furono originariamente costruiti utilizzando terra e legname, solo successivamente le loro strutture difensive vennero sostituite da pietre. Le costruzione più antiche sfruttavano spesso le difese naturali, mancando di caratteristiche come torri e balestriere, facendo affidamento sulla presenza di un mastio centrale. Tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, emerse un approccio scientifico alla difesa e ciò ha portato alla proliferazione di torri, con un’enfasi sul defilamento. Molti castelli di nuova concezione vennero realizzati a base poligonale o si basavano sulla difesa concentrica, ovvero diverse tipologie di difesa che potevano funzionare contemporaneamente per massimizzarne la portata. Non tutti gli elementi architettonici del castello erano di natura militare; elementi come i fossati si evolsero dal loro scopo originale di difesa in simboli di potere.

Sebbene la polvere da sparo sia stata introdotta in Europa nel XIV secolo ciò non modificò significativamente la costruzione dei castelli fino al secolo successivo quando l’artiglieria divenne abbastanza potente da sfondare i muri di pietra. Nonostante si continuò a costruirli fino al XVI secolo, le nuove tecniche necessarie per affrontare il fuoco dei cannoni li rendevano posti scomodi e indesiderabili in cui vivere. Di conseguenza, i veri castelli andarono in declino e furono sostituiti da forti di artiglieria senza alcun ruolo nell’amministrazione civile e da case di campagna indifendibili. Successivamente al XVIII secolo vi fu un rinnovato interesse per questo tipo di architetture che scaturì con la costruzione di finti castelli senza scopi militari seguendo il gusto romantico dell’architettura neogotica

Castello Aragonese di Ischia

Il Castello Aragonese è una fortificazione che sorge su un’isola tidale di roccia trachitica posto sul versante orientale dell’isola d’Ischia, collegato per mezzo di un ponte in muratura lungo 220 m all’antico Borgo di Celsa, conosciuto come Ischia Ponte. L’isolotto su cui è stato edificato il castello deriva da un’eruzione sinattica avvenuta oltre 300.000 anni fa. Raggiunge un’altezza di 113 metri sul livello del mare e ricopre una superficie di circa 56 000 m². Geologicamente è una bolla di magma che si è andata consolidando nel corso di fenomeni eruttivi e viene definita “cupola di ristagno”.

Al castello si accede attraverso un traforo, scavato nella roccia e voluto verso la metà del Quattrocento da Alfonso V d’Aragona. Prima di allora l’accesso era possibile solo via mare attraverso una scala situata sul lato nord dell’isolotto. Il traforo è lungo 400 metri e il percorso è illuminato da alti lucernari che al tempo fungevano anche da “piombatoi” attraverso i quali si lasciava cadere olio bollente, pietre e altri materiali sugli eventuali nemici. Il tratto successivo è una mulattiera che si snoda in salita all’aperto e conduce fino alla sommità dell’isola. Da questa strada si diramano sentieri minori che portano ai vari edifici e giardini. Dagli anni settanta del novecento è anche in funzione un ascensore, il cui percorso è ricavato nella roccia e che raggiunge i 60 metri sul livello del mare. ( Wikipedia )

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La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Aggiornato al 19 Gennaio 2024

 

LIBRO: Tutte le Poesie di Guido Gozzano

Guido Gozzano, un poeta morto a soli 32 anni per tubercolosi polmonare

Guido Gustavo Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – Torino, 9 agosto 1916) è stato un poeta e scrittore italiano.

Il suo nome è spesso associato alla corrente letteraria post-decadente del crepuscolarismo. Nato da una famiglia benestante di Agliè, inizialmente si dedicò alla poesia nell’emulazione di Gabriele D’Annunzio e del suo mito del dandy. Successivamente, la scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti intimisti che, poi, sarebbero stati denominati “crepuscolari”, accomunati dall’attenzione per “le buone cose di pessimo gusto”, con qualche accenno estetizzante, il “ciarpame reietto, così caro alla mia Musa”, come le definì ironicamente lui stesso. Morì a soli 32 anni, a causa del cosiddetto mal sottile, termine caduto in disuso che stava ad indicare la tubercolosi polmonare che lo affliggeva. Alla tubercolosi, che lo afflisse fin dal 1904, è collegato un viaggio in India nel 1912, intrapreso con la speranza di trovare nel clima di quel Paese un sollievo alla sua malattia. Durante il suo soggiorno in India scrisse una serie di articoli, raccolti nel volume postumo Verso la cuna del mondo. Più importanti le sue raccolte in versi: La via del rifugio (1907) e I colloqui (1911). Il mondo da lui descritto è quello provinciale, piccolo-borghese, visto con amore, ma allo stesso tempo con un certo distacco ironico. ( Wikipedia )

Primavere romantiche

Non turbate il silenzio. Tutto tace
verso la donna rivestita a lutto:
la campagna, lo stagno, il cielo, tutto
illude la dolente… O pace! pace!
O pace, pace! Poiché nulla spera
ormai la donna declinante. Invano
fiorisce di viole il colle e il piano:
non ritorna per lei la primavera.
Oh antiche primavere! Oh i suoi vent’anni
oimè per sempre dileguati. Quanto,
oh quanto ella ha sofferto e come ha pianto!
Atroci sono stati i suoi affanni.
Nulla più spera ormai: però la bella
timida primavera che sorride
dilegua la mestizia che la uccide,
e un sogno antico in lei si rinnovella.

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Aggiornato al 19 Gennaio 2024

 

Libri Perduti nel Tempo: La Storia del Mago Herrera

Helenio Herrera, il Mago

Helenio Herrera Gavilán ( Buenos Aires, 10 aprile 1910 – Venezia, 9 novembre 1997 ) è stato un calciatore e allenatore di calcio argentino naturalizzato francese, di ruolo difensore.

Soprannominato il Mago, è considerato uno dei migliori allenatori della storia del calcio, in virtù dei numerosi titoli conseguiti sia a livello nazionale che internazionale soprattutto durante gli anni cinquanta e sessanta. Dopo una modesta carriera da calciatore, si è affermato come tecnico di successo dapprima all’Atlético Madrid, con il quale ha vinto due campionati spagnoli consecutivi tra il 1949 e il 1951, e in seguito al Barcellona, dove è rimasto dal 1958 al 1960 conquistando altri due campionati spagnoli, una Coppa di Spagna e una Coppa delle Fiere.

Nel 1960 è stato ingaggiato dall’Inter, su espressa indicazione del presidente Angelo Moratti che ne era rimasto ben impressionato dopo averlo affrontato proprio in Coppa delle Fiere. Da allenatore nerazzurro ha conquistato tre campionati italiani nonché due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali – in entrambi i casi consecutive – tra il 1963 e il 1966, affermandosi nel contempo come uno degli allenatori più iconici del tempo ( celebri alcuni degli slogan da lui utilizzati per motivare i suoi calciatori ). Terminata l’esperienza con l’Inter nel 1968, si è trasferito alla Roma, dove dal 1968 al 1973 ha vinto una Coppa Italia e una Coppa Anglo-Italiana. La breve parentesi all’Inter ( 1973 ) e il ritorno al Barcellona ( con la vittoria di un’altra Coppa di Spagna nel 1981 ) ne hanno sancito la fine dell’esperienza in panchina.

Ha guidato tre Nazionali diverse: quella francese ( dal 1946 al 1948, in qualità di membro della commissione tecnica ), quella spagnola ( dal 1959 al 1962, affiancando il selezionatore Pablo Hernández Coronado ) e quella italiana ( dal 1966 al 1967, insieme a Ferruccio Valcareggi ).

Inter

Nel 1960 Herrera venne ingaggiato dall’Inter su espressa indicazione del presidente Angelo Moratti che lo aveva affrontato in Coppa delle Fiere, rimanendone favorevolmente colpito. Dopo due stagioni complessivamente positive seppur prive di successi nelle quali l’Inter era stata addirittura campione d’inverno, nella stagione 1962-1963 i ruoli dell’Inter e degli avversari si invertirono: la Juventus, in questo caso, fu campione d’inverno, con un punto di vantaggio sull’Inter che agganciò i bianconeri al primo posto il 3 febbraio. Successivamente, dopo un mese di coabitazione al primo posto, i torinesi uscirono sconfitti dal derby e l’Inter salì in testa: non mollò più la prima posizione, aumentò il suo vantaggio e concluse il campionato a quattro punti di distanza dalla Juventus. Fu il primo scudetto dell’era Moratti e ottavo della storia interista.

Con la conquista dello scudetto, l’Inter ebbe l’opportunità di partecipare per la prima volta alla massima competizione continentale per club, la Coppa dei Campioni. I nerazzurri riuscirono ad arrivare alla finale di Vienna dove incontrarono gli spagnoli del Real Madrid; vincendo per 3-1 divennero la prima squadra in Europa a vincere la coppa senza neanche subire una sconfitta ( sette vittorie e due pareggi ). In campionato l’Inter giunse al primo posto a pari merito col Bologna ( 54 punti ), così il 7 giugno venne disputato il primo e unico spareggio-scudetto della storia del campionato italiano: allo Stadio Olimpico di Roma il Bologna ebbe la meglio per 2-0, divenendo Campione d’Italia.

Nella stagione 1964-1965 l’Inter conquistò il suo nono scudetto, la seconda Coppa dei Campioni consecutiva e la prima Coppa Intercontinentale della sua storia. In campionato, dopo aver messo in fila otto vittorie consecutive, l’Inter vinse aritmeticamente lo scudetto all’ultima giornata. Nella coppa europea la squadra sconfisse il Benfica per 1-0 con gol di Jair in finale, mentre la Coppa Intercontinentale si risolse al terzo incontro sugli argentini dell’Independiente: il club milanese fu la prima squadra italiana a vincere tale coppa.

Nella stagione 1965-1966 l’Inter portò a casa un campionato, caratterizzato da sei vittorie consecutive, che rappresentò il decimo della sua storia e quindi quello della stella sul petto, ad indicare i dieci scudetti. In Coppa dei Campioni la squadra uscì in semifinale per mano del Real Madrid; stesso risultato in Coppa Italia, dove i nerazzurri furono sconfitti dalla Fiorentina. Tuttavia i nerazzurri portarono a casa una nuova Coppa Intercontinentale, ancora contro l’Independiente, e con queste tre vittorie l’Inter divenne la prima squadra in Europa e l’unica squadra italiana a realizzare il particolare treble costituito da scudetto, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale.

Nella stagione 1966-1967 l’Inter si laureò campione d’inverno ma perse lo scudetto all’ultima giornata a seguito della sconfitta contro il Mantova per 1-0 e venne sorpassata dalla Juventus, che fu quindi campione d’Italia. Una settimana prima la squadra era uscita battuta nella finale di Coppa dei Campioni contro il Celtic di Glasgow.

Nel campionato 1967-1968 l’Inter non andò oltre il quinto posto, partecipando al girone finale della Coppa Italia. Il 18 maggio 1968 Angelo Moratti lasciò, dopo tredici anni, la guida della società a Ivanoe Fraizzoli e con lui se ne andarono anche Helenio Herrera e Italo Allodi. ( Wikipedia )

Libri su Herrera by Libreria Aiace

 

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Aggiornato al 11 Gennaio 2024