LIBRO: Andrej Tarkovskij: l’Arte di scolpire il Tempo

La Poesia Filmata di Andrej Tarkovskij

A trent’anni dalla morte del celebre regista sovietico, ritorna la “poesia filmata” di Andrej Tarkovskij (1932-1986). Ingmar Bergman ha dichiarato: «Quando scoprii i primi film di Tarkovskij […] fu per me un miracolo. Di colpo mi trovavo davanti alla porta d’una stanza, di cui fino ad allora mi mancava la chiave. Una stanza in cui da sempre volevo entrare, e in cui lui si muoveva a suo agio. Mi sentii incoraggiato, stimolato: qualcuno esprimeva ciò che avevo sempre voluto dire, senza sapere come. Se Tarkovskij è per me il più grande, è perché egli reca al cinema – nella sua specificità – un nuovo linguaggio che gli consente di catturare la vita come apparenza, la vita come sogno».

IL RULLO COMPRESSORE E IL VIOLINO  ( 1960 ) – Sasha, un violinista di sette anni, viene difeso da Sergej, operaio addetto al rullo compressore, durante una lite con un gruppo di bambini. Grazie all’amicizia con l’uomo, Saha imparerà ad affrontare le difficoltà. Film realizzato da Tarkovskij a ventotto anni come lavoro di diploma del corso di regia.

L’INFANZIA DI IVAN ( 1962 ) – «Primo lungometraggio di Tarkovskij […], è la drammatica indagine, funerea e tragica, sulla vita di un bambino che orrore e violenza della guerra hanno segnato irrimediabilmente, […]. Una delle opere più coerenti del cosiddetto “disgelo” ( che proprio questo film simbolicamente chiuse ), offre della storia una “visione come dolore e irrazionalità”, lontanissima dall’ottimismo volontaristico degli anni staliniani» ( Mereghetti ). Leone d’oro a Venezia ex aequo con Cronaca familiare di Valerio Zurlini.
Versione originale con sottotitoli italiani

ANDREJ RUBLËV  ( 1966 ) – «In una Russia messa a ferro e fuoco dalle invasioni asiatiche e sconvolta dalle lotte di potere tra piccoli potentati, il monaco Rublëv (1360 ca.-1430), pittore di icone, passa attraverso 9 capitoli ( Il volo, il buffone, Teofane il Greco, La passione secondo Andrej, La festa, Il giudizio universale, La scorreria, Il silenzio, La campana ) che compongono un vasto affresco del Medioevo russo» ( Morandini ).

SOLARIS ( 1972 ) – «Lo scienziato Kris Kelvin ( Banionis ), inviato a indagare su ciò che sta che sta accadendo sulla base orbitante attorno al magmatico pianeta Solaris, scopre che alcune radiazioni hanno il potere di materializzare ricordi e ossessioni dell’equipaggio. […] Lanciato all’epoca come “la risposta sovietica a 2001: Odissea nello spazio“» ( Mereghetti ).

LO SPECCHIO ( 1974 ) – «Il protagonista è un uomo sui quarant’anni, che si sforza di fare un bilancio di tutta la vita precedente; cerca cioè di capire che cosa di valido c’è stato nella sua esistenza» ( Tarkovskij ).

NOSTALGHIA (1983 ) – Andrej Gonciacov è uno scrittore russo in viaggio in Italia sulle tracce di un compositore del Settecento suo conterraneo, Berezovskij, del quale sta scrivendo la biografia. È accompagnato dalla sua traduttrice, una bellissima donna italiana. I due visitano alcuni luoghi di grande suggestione. ( Centro Italiano di Cinematografia )

A partire dall’aprile del 1970 Tarkovskij iniziò a scrivere un diario che tenne con continuità sino agli ultimi giorni. Contiene il resoconto delle traversie burocratiche e delle complesse vicissitudini umane di Tarkovskij e costituiscono, assieme a Scolpire il tempo, col quale Tarkovskij definisce la propria idea estetica, il più importante documento sulla sua vita e le sue opere. In un primo momento dei diari furono pubblicati alcuni estratti, in traduzione inglese e tedesca, ma solo nel 2002 uscì la prima edizione integrale, curata dal figlio, per una piccola casa editrice fiorentina, le Edizioni della Meridiana.

Nel 1972 Tarkovskij realizzò Solaris, tratto dall’omonimo romanzo di Stanislaw Lem. Il film racconta una spedizione scientifica sul pianeta Solaris, un pianeta in cui avvengono strani fenomeni. Kris Kelvin, lo scienziato inviato a risolvere il mistero, scopre che l’oceano del pianeta è una vera e propria entità senziente che materializza il passato e i ricordi. La complessa atmosfera metafisica di quest’opera fu sottovalutata e si preferì puntare tutto sull’aspetto fantascientifico. Il film fu infelicemente presentato in occidente come “la risposta sovietica a 2001: Odissea nello spazio” ed ebbe alterne fortune. In Italia Solaris fu affidato a Dacia Maraini, che vi operò profondi cambiamenti: gli iniziali quaranta minuti del film furono tagliati e altre scene arbitrariamente rimontate, ovviamente senza il consenso di Tarkovskij, che nemmeno era stato informato e che, in seguito, intentò senza successo una causa legale contro la Maraini. Questa versione del film – peraltro doppiata in maniera disastrosa – circolò in Italia per quasi un trentennio, fino alla riedizione nel 2001 della versione integrale.

Terminato Solaris Tarkovskij iniziò a lavorare a Un bianco giorno, un film a carattere autobiografico, che uscì nel 1974 con il titolo definitivo Lo specchio (Zerkalo). Si tratta senza dubbio del film più personale ed ermetico del regista. Vadim Ivanovič Jusov che era sempre stato l’operatore di fiducia di Tarkovskij, rifiutò di girare il film perché considerava presuntuoso il progetto. Una volta uscito nelle sale però, Jusov ammise di aver avuto torto e si complimentò con Tarkovskij. In effetti Lo specchio è un’opera di grande fascino che esibisce un virtuosismo tecnico sconfinato, nell’uso della macchina da presa e nel lavoro sul colore, un virtuosismo finalizzato alla creazione di un’atmosfera eterea in cui il presente, il passato e i sogni sono fusi in unico blocco atemporale, su cui si innestano immagini d’archivio di soldati dell’Armata Rossa impegnati nella seconda guerra mondiale, in una lirica ricostruzione della storia della Russia.

L’ostilità del regime nei confronti di Tarkovskij, dopo questo film, diventò ancora più aspra. Il film fu ostacolato in ogni modo, se ne impedì la partecipazione a qualsiasi festival, nazionale e internazionale, mentre in patria fu considerato un film di terza categoria, la meno importante, per cui andò in programmazione solo per tre settimane e solo in piccole sale di periferia. A Tarkovskij fu inoltre impedito di girare altri film. Tra le altre idee sviluppate mai tradotte su schermo figurano la riduzione de L’idiota di Dostoevskij, che, nelle idee di Tarkovskij, avrebbe dovuto essere il suo film più importante e al quale lavorò dal 1971 al 1983 quando, ormai esule, capì che non avrebbe mai girato un film sul Vangelo di Luca.

Tra il 1976 e il 1977 Tarkovskij si dedicò al teatro e mise in scena a Mosca l’Amleto di Shakespeare, con Anatolij Solonicyn nel ruolo del principe di Danimarca. A partire dal 1978, grazie a un permesso speciale del Presidium del Soviet Supremo, Tarkovskij riprese a girare: iniziò la lavorazione di Stalker, tratto da Picnic sul ciglio della strada, un romanzo di fantascienza dei fratelli Strugackij, che uscì nel 1979.

Stalker racconta un viaggio all’interno di una misteriosa Zona, di cui si dice esista una stanza in cui si esaudiscono i desideri. Protagonisti del viaggio sono lo stalker, cioè la guida che sa come muoversi dentro la Zona, uno scienziato e uno scrittore. Lo sviluppo narrativo è quasi inesistente, ma il film è uno dei più suggestivi girati da Tarkovskij. Lentissime carrellate su pavimenti d’acqua, dialoghi filosofici e un’atmosfera da apocalisse post-atomica, che impregna ogni immagine, rendono il film enigmatico e sfuggente, probabilmente il vertice figurativo di Tarkovskij.

L’ostracismo del regime calò sulla pellicola: per volere dell’autorità sovietica il film fu presentato al festival non competitivo di Rotterdam, precludendogli la possibilità di concorrere a Cannes, dove fu comunque presentato a sorpresa riscuotendo un grande successo. Nel luglio del 1979 Tarkovskij ottenne il permesso di espatrio per recarsi in Italia per prendere contatti con la RAI. La moglie di Tarkovskij e il figlio furono trattenuti in URSS a garanzia del suo ritorno. In Italia Tarkovskij iniziò a girare assieme a Tonino Guerra Tempo di viaggio, un documentario per la RAI e, sempre con Guerra, iniziò il progetto di Nostalghia. Due mesi dopo ritornò in Unione Sovietica. ( Wikipedia )

 


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Aggiornato al 8 Gennaio 2023