Libri sull’Italia by Libreria Aiace Roma Montesacro

Trieste: gli Asburgo & l’Irredentismo italiano

La terza occupazione francese ebbe inizio il 17 maggio 1809. A partire dal 15 ottobre Trieste venne inglobata nelle Province illiriche, governatorato francese costituente un’exclave della Francia metropolitana, che comprendevano anche la Carinzia, la Carniola, il Goriziano, l’Istria veneta, l’Istria asburgica, parte della Croazia e la Dalmazia. L’occupazione francese si concluse l’8 novembre 1813 in seguito alla battaglia di Lipsia.

Ritornata agli Asburgo nel 1813, Trieste continuò a svilupparsi, anche grazie all’apertura della ferrovia con Vienna nel 1857. Negli anni sessanta dell’Ottocento Trieste fu elevata al rango di capoluogo di Land della regione del Litorale austriaco. Successivamente la città divenne, negli ultimi decenni dell’Ottocento, la quarta realtà urbana dell’Impero austro-ungarico, dopo Vienna, Budapest e Praga.

Grazie al suo status privilegiato di unico porto commerciale della Cisleitania, denominazione non ufficiale della metà occidentale dell’Impero austro-ungarico, un tempo facente parte del Sacro Romano Impero, Trieste divenne il primo porto dell’Impero austro-ungarico. La città giuliana diventò un centro fortemente cosmopolita, plurilingue e plurireligioso, come dimostra il censimento ufficiale austriaco del 31 dicembre 1910: il 51,83% della popolazione del comune ( e il 59,46% del centro storico ) era italofono, a cui si aggiungevano gli italiani immigrati dal Regno d’Italia, che erano considerati stranieri ( il 12,9% degli abitanti del centro storico ), il 24,79% degli abitanti era di lingua slovena (  il 12,64% degli abitanti del centro storico ), l’1,04% di lingua tedesca ( il 1,34% degli abitanti del centro storico ), mentre si contavano molte comunità minori: serbi, croati, armeni, ebrei, greci, ungheresi, inglesi e svizzeri.

Trieste fu –insieme a Trento– uno dei maggiori centri dell’irredentismo italiano, movimento d’opinione, espressione dell’aspirazione italiana a perfezionare territorialmente la propria unità nazionale, liberando le terre soggette al dominio straniero, che fu particolarmente attivo tra gli ultimi decenni del XIX secolo e i primi del XX secolo in tutti i territori compresi nella regione geografica italiana o popolati da italofoni, oppure collegati all’Italia da secolari legami storici, linguistici e culturali.

Come conseguenza della terza guerra d’indipendenza italiana ( 1866 ), che portò all’annessione del Veneto al Regno d’Italia, l’amministrazione imperiale austriaca, per tutta la seconda metà del XIX secolo, aumentò le ingerenze sulla gestione politica del territorio per attenuare l’influenza del gruppo etnico italiano temendone le già citate correnti irredentiste, arrivando anche a scontri. In particolare, durante la riunione del Consiglio dei ministri del 12 novembre 1866, l’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria tracciò un progetto di ampio respiro mirante alla germanizzazione o alla slavizzazione delle aree dell’Impero con l’obiettivo di eradicare l’etnia italiana.( Wikipedia )


Vicenza: la Sudditanza alla Serenissima e il Rinascimento vicentino

Dal 1404 al 1797, donando nel 1414 le chiavi della città a Venezia (come fecero altre città venete e lombarde) entrò a far parte della Repubblica Serenissima Veneta con la sua capitale o dominante Venezia. Seguirono quattro secoli di pace e benessere, in cui le arti raggiunsero livelli eccelsi e l’economia prosperò. Il 12 giugno 1486 gli ebrei furono espulsi da Vicenza e, per sopperire alle richieste di prestiti di denaro, fu istituito contemporaneamente il Monte di Pietà.

Il Cinquecento fu il secolo del grande architetto tardo-rinascimentale Andrea Palladio. Giunto giovane a Vicenza dalla nativa Padova, preso a cuore dal mecenate vicentino Gian Giorgio Trissino che lo fece studiare, Palladio si rivelò come una delle personalità più influenti nella storia dell’architettura occidentale. Le numerose famiglie nobili vicentine (i Porto, i Valmarana, i Thiene, i Trissino solo per citarne alcune) commissionarono a Palladio numerosi palazzi in città nonché altrettante ville che ridisegnarono completamente la scenografia vicentina. Tra le opere principali la Basilica Palladiana nella centrale piazza dei Signori, il Teatro Olimpico, Palazzo Chiericati e Villa Capra detta la Rotonda posta appena fuori dall’abitato. La tradizione palladiana venne continuata da Vincenzo Scamozzi e da altri architetti fino al XVIII secolo.

Sono poche in città le testimonianze del Barocco: tra queste va segnalata la Chiesa di Santa Maria in Araceli, progettata dall’architetto Guarino Guarini, nei cui altari erano collocati dipinti di Giambattista Tiepolo e del Piazzetta, e la Basilica di Monte Berico. ( Wikipedia )

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Storia economico civile di Sicilia

Con l’ascesa al trono di Ferdinando II (1830), Lodovico Bianchini venne assunto al ministero delle Finanze, retto da Giovanni D’Andrea, lavorando soprattutto per raggiungere il pareggio del bilancio. Nel 1833 divenne direttore della rivista Il Progresso delle scienze, delle lettere e delle arti, la prestigiosa rivista fondata da Giuseppe Ricciardi che nel settembre 1834 verrà arrestato per attività mazziniane. Negli anni trenta Bianchini intervenne nel dibattito in atto sull’industrializzazione delle Due Sicilie: a favore di una industria siderurgica e zuccheriera, contro l’istituzione di porti franchi a Nisida o altrove, ma soprattutto dando inizio alla pubblicazione della monumentale Storia delle finanze del Regno di Napoli.

L’autorità derivante dall’attività intellettuale e pubblicistica comportò per Bianchini l’assunzione di importanti incarichi pubblici. Nel 1837 fu nominato segretario degli Affari Interni presso il luogotenente di Sicilia, Onorato Caetani duca di Laurenzana. Ricoprì l’incarico per dieci anni durante i quali cercò di uniformare l’amministrazione della Sicilia a quella di Napoli secondo la politica centralista della dinastia borbonica. La Sicilia non era stata invasa dai Francesi in età napoleonica, periodo durante il quale era stata sempre retta da Ferdinando III con l’appoggio inglese. In Sicilia l’eversione della feudalità era stata fatta nel 1812 a vantaggio degli aristocratici ( tutti i feudi trasformati in allodio! ) Bianchini appoggiò le pretese dei baroni siciliani. Si dedicò comunque alla stesura, secondo lo schema della Storia delle finanze del Regno di Napoli, di una Storia economica civile della Sicilia il cui primo volume uscì nel 1841. Ai primi del 1848 fu comunque sorpreso dalla rivoluzione e il 22 gennaio 1848 riuscì a imbarcarsi, insieme con i familiari, per Napoli. ( Wikipedia )

 

 

Bassa Valle e Valli Laterali – Arte sacra in Valle d’Aosta

Opera notevole quella di Monsignor Edoardo Brunod inerente alle peculiarità dell’Arte sacra valdostana. Si parla di Verrès, i due Challand, Brusson, Ayas, Champoluc, Champdepraz, Montjovet, Saint Germain, Emarèse, Antey, Torgnon, La Magdeleine, Chamois, Valtournenche, Breuil Cervinia, Saint-Vincent. Ogni descrizione riguarda lo stato dell’oggetto o struttura in esame, le notizie storiche; altri dati storiografici sono riportati per ogni parrocchia, come ad esempio quella di Ayas, di cui viene riportata la chiesa parrocchiale, le porte d’ingresso, il campanile, gli altari e le suppellettili, gli arredi sacri e così via.  Un’opera unica per ampiezza della trattazione e dovizia dei particolari, con sobrie fotografie in bianco e nero che, attraverso la descrizione di pianete e calici, crocifissi ed antichi ritratti, altari lignei e dipinti, permette l’ammirazione della ricca e multiforme arte sacra ayassina e non. Un volume raro.

 

 

Libreria Aiace Roma in via Ojetti 36 Montesacro – Nomentana – Talenti

La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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