SERGIO ONGER, VERSO LA MODERNITÀ
Non è corretto attribuire alla Francia la primogenitura delle esposizioni industriali. Il modello francese fu certamente il precursore delle manifestazioni universali del secondo Ottocento, ma le prime esposizioni industriali videro la luce in Inghilterra con la fondazione della London Society of Arts nel 1751. La società stabilì di acquistare disegni, modelli e macchine che avessero vinto dei
premi e con questi allestì nel 1756 e nel 1761 due mostre che sarebbero col tempo divenute il nucleo di un museo permanente. Queste prime esposizioni, che davano ampio spazio alle innovazioni tecniche in agricoltura, erano appannaggio dei privati, senza il coinvolgimento dello Stato. L’esempio venne poi seguito da accademie e governi in varie parti d’Europa: esposizioni di tipo industriale
si tennero a Ginevra nel 1789, ad Amburgo l’anno seguente e infine a Praga nel 1791. Si deve però riconoscere il merito alla Francia di aver dato particolare solennità a queste manifestazioni, codificando regole e stile, formando il linguaggio espositivo del nascente capitalismo industriale.
Infatti, con l’Esposizione pubblica dei prodotti nazionali inaugurata a Parigi nel Campo di Marte il 4 settembre 1798 si diede forma al modello di un evento che era destinato a dilagare in tutta Europa assieme alle armate napoleoniche.
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Confluivano in questa iniziativa, voluta dal ministro dell’Interno François de Neufchâteau, insieme all’idea rivoluzionaria e patriottica di convocare e premiare a Parigi tutti coloro che avevano ben operato nelle industrie e nei commerci in favore della Repubblica e alla rivalità con l’Inghilterra, i valori dell’illuminismo. Non soltanto nell’idea di poter classificare e giudicare tutti i prodotti, ma anche nel desiderio di favorire la diffusione delle conoscenze, che in una pubblica manifestazione diventavano visibili a chiunque volesse provare il proprio talento, a qualsiasi condizione sociale e collocazione professionale si trovasse.
Malgrado vi partecipassero solo 110 espositori, i 25 premi assegnati, di cui 12 medaglie d’oro, furono tra i principali motivi di successo dell’iniziativa e la ricompensa premiale diverrà anche in seguito una delle molle che incentiveranno i produttori a intervenire a queste manifestazioni.
Divenuta un’iniziativa fissa delle celebrazioni della fondazione della repubblica, l’esposizione venne ripetuta nel 1801 nella corte del Louvre con 229 espositori, nel 1802, sempre al Louvre, con 540 partecipanti e nel 1806 a Les Invalides con 1.422 espositori. Nonostante il successo dell’esposizione del 1806 e la disposizione di Napoleone di far intercorrere un intervallo di tre anni tra una
manifestazione e l’altra, il perenne stato di guerra della Francia impedì l’organizzazione di altre esposizioni durante l’età napoleonica. Nel frattempo però l’idea si era diffusa in Europa e fra il 1800 e il 1815 Berna, Gand, Anversa, Milano, Trieste, Napoli e Torino si accodarono all’esempio parigino, chi con una sola edizione, chi con più manifestazioni. ( La nuova Italia alle esposizioni industriali – Sergio Onger )
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