LIBRI: Tutte le Opere Narrative di Ippolito Nievo

TUTTE LE OPERE NARRATIVE DI IPPOLITO NIEVO – MURSIA

Ippolito Nievo nasce a Padova nell’anno 1831, nel palazzo Mocenigo Querini, primogenito di Antonio, magistrato, e di Adele Marin, figlia della contessa friulana Ippolita di Colloredo e del patrizio veneziano Carlo Marin, intendente di finanza a Verona.

Nel 1848 il giovane Ippolito, affascinato dal programma democratico di Giuseppe Mazzini e Carlo Cattaneo, probabilmente è coinvolto in prima persona nella fallita insurrezione di Mantova. Prudentemente, continua a Cremona gli studi con l’amico Attilio Magri e, l’anno dopo, poichĂ© la famiglia ritiene opportuno che si allontani per qualche tempo dalla Lombardia, egli si trasferisce in Toscana, prima a Firenze e poi a Pisa. Qui entra in contatto con gli esponenti del partito democratico di Guerrazzi: anche la Toscana è scossa dai moti risorgimentali e forse Ippolito partecipa a Livorno al moto del 10 maggio 1849 contro gli Austriaci, intervenuti per favorire il ritorno del granduca Leopoldo fuggito quattro mesi prima da Firenze.

Nel 1855, deluso dalla situazione politica italiana, lo scrittore passò lunghi periodi a Colloredo di Montalbano, dove si dedicò attivamente alla produzione letteraria, delineando nella mente quello che fu il suo capolavoro, Le confessioni d’un italiano.

Nel 1856, a causa di un racconto intitolato L’avvocatino pubblicato sul foglio milanese Il Panorama universale, fu accusato di vilipendio nei confronti delle guardie imperiali austriache e subì un processo nel quale patrocinò se stesso. Fu questa l’occasione per trascorrere lunghi periodi a Milano dove ebbe modo di partecipare agli stimolanti dibattiti letterari e politici che si svolgevano e di apprezzare il vivace clima culturale di quella cittĂ . Ippolito Nievo iniziò una relazione con Bice Melzi d’Eril, moglie del cugino Carlo Gobio; le fu legato fino alla morte, indirizzandole numerose lettere durante l’intero periodo delle imprese garibaldine.

Tra il 1857 e il 1858 Nievo, ritornato a Colloredo, si dedicò intensamente alla stesura del suo grande romanzo Le confessioni d’un italiano che venne pubblicato postumo nel 1867 dall’editore Le Monnier con il titolo rivisto Le confessioni di un ottuagenario.

Gli eventi del 1859 e del 1860 resero piĂą intensa la sua attivitĂ  giornalistica e ne sollecitano i primi due saggi politici, l’opuscolo Venezia e la libertĂ  d’Italia, ispirato dalla mancata liberazione della cittĂ  e pubblicato a luglio 1859, e il Frammento sulla rivoluzione nazionale. Si dedicò inoltre alla stesura di un nuovo romanzo, Il pescatore di anime, destinato a rimanere incompiuto.

Nel 1859 fu tra i Cacciatori delle Alpi di Giuseppe Garibaldi e l’anno seguente partecipò alla Spedizione dei Mille, numero 690 nell’elenco de I Mille. Nello stesso periodo anche i suoi fratelli Carlo e Alessandro decisero di arruolarsi, ma nell’Esercito regolare.

Unendosi alle truppe garibaldine il 5 maggio del 1860, Nievo salpò da Quarto a bordo del Lombardo insieme a Nino Bixio e Cesare Abba. Distintosi nella battaglia di Calatafimi e a Palermo, raggiunse il grado di colonnello e gli venne affidata la nomina di “Intendente di prima classe” dell’impresa dei Mille, con incarichi amministrativi, divenendo il vice di Giovanni Acerbi. Fu anche attento cronista della spedizione ( Diario della spedizione dal 5 al 28 maggio e Lettere garibaldine ).

Il giovane colonnello, avendo ricevuto l’incarico di riportare dalla Sicilia i documenti amministrativi delle spese sostenute dalla spedizione, si imbarcò assieme ai capitani Maiolini e Salviati e allo scritturale Fontana. Sullo stesso vapore viaggiava Pietro Nullo, fratello minore di Francesco Nullo, che era volontario garibaldino, ma non era addetto all’Intendenza. Trovarono la morte durante la navigazione da Palermo a Napoli, nella notte tra il 4 e il 5 marzo 1861, nel naufragio della nave a vapore Ercole. Tutte le persone imbarcate perirono e nĂ© relitti nĂ© cadaveri furono restituiti dal mare. ( Wikipedia )

Le confessioni di un italiano

Le confessioni d’un italiano ( inizialmente pubblicato con il titolo di Le confessioni di un ottuagenario ) è un romanzo di Ippolito Nievo pubblicato postumo nel 1867 di carattere storico, la cui vicenda si svolge negli anni che vanno dalla nascita del protagonista nel 1775 fino ai moti insurrezionali risorgimentali del 1848.

Nel romanzo viene narrata, sotto forma di un’autobiografia fittizia, la vicenda di Carlo Altoviti, personaggio che narra in prima persona la propria vita trascorsa come patriota, ma soprattutto come uomo che ha vissuto la trasformazione della propria identitĂ  da veneziano a italiano.

Il romanzo fu scritto tra il dicembre del 1857 e l’agosto del 1858 e si compone di ventitrĂ© capitoli, ognuno dei quali anticipato da un breve riepilogo. Nievo, però, non riuscì a pubblicare subito la sua opera, non trovando un editore disposto ad affrontare le difficoltĂ  della lunghezza del testo e della censura.

Le confessioni vennero pubblicate, quindi, postume, con il titolo Le confessioni di un ottuagenario nel 1867 a Firenze dall’editore Le Monnier e a cura di Erminia FuĂ  Fusinato, moglie di Arnaldo Fusinato, amico dello stesso Nievo.

La presunta incompiutezza del romanzo indusse i primi editori ad apportare correzioni al testo, modifiche che crearono parecchi fraintendimenti critici, soltanto di recente messi nella loro chiara luce. Comunque il manoscritto originale, dal 1931 donato dalla famiglia Nievo è conservato nella Biblioteca comunale di Mantova.

L’opera ebbe una buona popolaritĂ . Nel 1960 ne venne ricavata una riduzione per la televisione dal titolo La Pisana.

” Napoleone intanto si trova in Egitto e nel napoletano infuria la rivolta. Carlino segue la legione di Carafa che in Puglia fa strage di Turchi e Albanesi chiamati dai ribelli e trova il padre, ferito e prigioniero, che gli muore tra le braccia. Insieme a Pisana e Lucilio si rifugia a Genova dove vengono soccorsi da Sandro Giorgi, mugnaio di Fratta che è diventato colonnello. Carlino, in seguito alla vittoria di Marengo che ristabilisce la potenza di Napoleone, viene nominato prefetto delle Finanze a Bologna.

Date le dimissioni dopo breve tempo ritorna a Milano che lascerĂ , dopo Austerlitz, per recarsi a Venezia quando questa è unita al Regno d’Italia. A Venezia Carlino sposa Aquilina, sorella di Bruto Provedoni, per volere di Pisana, e per alcuni anni è un marito e un padre felice. Ma nel 1820, tornato a Napoli, partecipa alla rivoluzione contro re Ferdinando, viene ferito e fatto prigioniero. In carcere perde la vista e viene liberato grazie all’intervento di Pisana e con lei parte in esilio per Londra.

A Londra i due stentano la vita e Pisana, per aiutare Carlino, si mette a chiedere l’elemosina. Quivi incontrano Lucilio che esercita la sua professione di medico. Carlino viene operato da questi e riacquista la vista, mentre Pisana si ammala e muore. Carlino ritorna coi suoi a Venezia, dove gli muore il figlio Donato, giĂ  ferito nella rivoluzione di Romagna e muoiono di colera Lucilio e Spiro. “ ( Wikipedia )

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Aggiornato al 7 Dicembre 2023