LIBRO: I Duchi d’Este e la Mantova del Rinascimento. La figura di Isabella d’Este

La Casa d’Este, i cui membri sono noti anche come Estensi, fu un’antica dinastia italiana discendente dalla Casata degli Obertenghi e che prese il nome dalla città di Este (attuale comune in provincia di Padova), loro feudo tra il 1056 e il 1239.

Signori, dal 1208, e poi duchi, dal 1471, di Ferrara[7], città unita da vincoli di vassallaggio allo Stato Pontificio, estesero in seguito i loro domini anche su Modena (1288), Reggio Emilia (1288), Fanano (1352), Garfagnana (1429/1451), Carpi (1527), Correggio (1636), Mirandola (1711), Novellara (1737), Massa e Carrara (1790). Persero il Ducato di Ferrara nel 1598, che confluì nei domini dello Stato Pontificio, e continuarono a regnare su quello di Modena e Reggio, che persero nel 1796 e ottennero nuovamente nel 1814 come Asburgo-Este, con l’aggiunta di Guastalla (1847). Il ramo cadetto continuò a regnare fino al 1859, anno dell’annessione del Ducato di Modena e Reggio nei domini del Regno di Sardegna, alle porte della nascita del Regno d’Italia e della completa unificazione della penisola.

Isabella d’Este

Isabella d’Este ( Ferrara, 17 maggio 1474 – Mantova, 13 febbraio 1539 ) fu una delle donne più autorevoli del Rinascimento e del mondo culturale italiano del suo tempo. Fu mecenate delle arti, nonché leader della moda, il cui innovativo stile di vestire venne copiato da donne in tutta Italia e alla corte francese. Il poeta Ludovico Ariosto la etichettò come “Isabella liberale e magnanima”, mentre Matteo Bandello la descrisse come essere stata “suprema tra le donne”. Il diplomatico Niccolò da Correggio andò anche oltre, salutandola come “La prima donna del mondo”.

«D’opere illustri e di bei studî amica,
Ch’io non so ben se più leggiadra e bella
Mi debba dire, o più saggia e pudica,
Liberale e magnanima Isabella,
Che del bel lume suo dì e notte aprica
Farà la terra che sul Menzo siede»

( Ludovico Ariosto, Orlando Furioso XIII )

Fu reggente del marchesato di Mantova durante l’assenza del marito, Francesco II Gonzaga e per conto del figlio minore, Federico, quinto marchese e futuro duca di Mantova. Nel 1500 incontrò il re di Francia Luigi XII a Milano in missione diplomatica per convincerlo a non inviare le sue truppe contro Mantova. Prolifica scrittrice di lettere, mantenne una corrispondenza per tutta la vita con la cognata Elisabetta Gonzaga. Un’altra sua cognata, Lucrezia Borgia, divenne l’amante del marito di Isabella, Francesco. Isabella svolse un ruolo importante a Mantova durante i tempi difficili della città. Quando il marito fu catturato nel 1509 e poi tenuto in ostaggio a Venezia, fu lei a prendere il controllo delle forze militari di Mantova. Francesco fu liberato nel 1510 grazie al comportamento di Isabella, che aveva accettato perfino di dare in ostaggio il figlio Federico a papa Giulio II a garanzia della condotta politica del marito. Nello stesso anno, fu la padrona di casa del Congresso di Mantova, indetto per risolvere questioni riguardanti Firenze e Milano. Il comportamento di Isabella durante la lunga prigionia di Francesco provocò risentimento in quest’ultimo, che avrebbe poi escluso formalmente la moglie dalla guida dello Stato, ragion per cui la marchesa lasciò Mantova per soggiornare a Milano e a Napoli. Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1519, la vedova Isabella, all’età di 45 anni, divenne un “devoto capo di Stato”. La sua posizione come marchesa richiese un serio impegno: fu necessario per lei studiare per affrontare i problemi di un governatore di una città-stato. Per migliorare il benessere dei suoi sudditi, studiò architettura, agricoltura e industria, e seguì i principi che Niccolò Machiavelli aveva previsto per i governanti nel suo libro Il Principe. In cambio, gli abitanti di Mantova la rispettarono e le vollero bene. Isabella governò Mantova come reggente del figlio Federico, giocando un ruolo importante nella politica italiana del tempo e rafforzando costantemente il prestigio del marchesato mantovano. Fra i suoi molteplici e importanti risultati vi furono l’elevazione di Mantova a ducato e l’ottenimento del titolo di cardinale per il figlio minore Ercole. ( Wikipedia )

 

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Aggiornato al 4 Gennaio 2024