GOFFREDO PARISE, IL RAGAZZO MORTO E LE COMETE, FELTRINELLI, 1965
ll ragazzo morto e le comete è un romanzo particolare di un ventenne destinato a sicuro insuccesso ma poi diventato un caso editoriale di successo. Lo pubblicò Neri Pozza nel 1951 con grande lungimiranza.
Il libro contiene i turbamenti emotivi della gioventù, le incertezze su una identità virile ancora tutta da costruire, il disagio dei sopravvissuti allo choc della mattanza. I pensieri sulla morte, quell’attrazione per il paese ignoto dove tutti siamo diretti che nell’adolescenza non è ancora divenuta tabù.
Nel Ragazzo morto e le comete ( 1951 ), Parise si è ispirato ad un famoso film, Il terzo uomo, di Carol Reed e Orson Welles, che si ambienta nella vita notturna tra le macerie di Vienna dopo la Seconda Guerra Mondiale: “in quella Vienna notturna, quel contrabbando oscuro hanno messo in moto in me una serie di sensazioni che si sono tradotte nelle pagine visionarie del romanzo”.
Goffredo Parise
Goffredo Parise nasce a Vicenza l’8 dicembre del 1929; la mamma Ida Wanda Bertoli, ragazza madre, cerca con grandi sacrifici di riempire il vuoto della mancanza del padre. Nel 1937 muore il nonno e la madre sposa il giornalista Osvaldo Parise, direttore del «Giornale di Vicenza»; il piccolo Goffredo, sempre alla ricerca di una figura paterna, gli si affeziona ed è ricambiato e Parise dopo otto anni lo riconosce come figlio.
Goffredo appena quindicenne partecipa alla resistenza in provincia di Vicenza; finita la guerra consegue la maturità classica da privatista. In seguito si iscrive a vari indirizzi universitari, senza arrivare mai a una laurea (sarà laureato «ad honorem» in Lettere solo nel 1986 dall’Università degli Studi di Padova).
Tramite alcune conoscenze il padre adottivo lo introduce al mondo della carta stampata. Goffredo incomincia a scrivere per quotidiani come Alto Adige di Bolzano, l’Arena di Verona e il Corriere della Sera e in questo periodo il giovane capisce la sua vera passione: l’inclinazione a scrivere storie. Parise nel 1950 si trasferisce a Venezia e in una stanza in affitto scrive il suo primo libro, Il ragazzo morto e le comete.
Dopo un’iniziale stroncatura sia dalla critica sia dal pubblico, Parise pubblica nel 1953 il libro La grande vacanza, con una lusinghiera recensione di Eugenio Montale sul Corriere della Sera: « […] affascinato dall’abilità di Parise e dal suo calarsi nell’infanzia senza modi nostalgici e crepuscolari»; questo libro viene definito nel 1968 da Carlo Bo “autentica poesia”.
Nel 1953 si trasferisce a Milano, dove lavora alla casa editrice di Livio Garzanti e dove conosce Leo Longanesi che lo incoraggia a continuare a scrivere. Con il romanzo Il prete bello (1954), lo scrittore acquisisce grande notorietà non solo in Italia, ma, con decine di traduzioni, anche all’estero. Intanto è diventato amico di Eugenio Montale e Domenico Naldini. ( Wikipedia )
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