Pasternak e Ivinskaja: Il viaggio segreto di Zivago

Tutti i segreti del rapporto tra Pasternak e Ivinskaya

Nel 2016 veniva pubblicato su Il Giornale un articolo a firma di Aridea Fezzi Price dal titolo ” Così Olga protesse Pasternak e salvò il suo Dottor Zivago. Tutti i segreti del rapporto tra lo scrittore e la Ivinskaya. “

L’amore di Boris Pasternak per la sua terra non vacillò mai un istante neanche negli anni delle peggiori costrizioni morali.

L’ultimo amore di Pasternak fu per Olga Ivinskaya, la donna che lo amò e lo sostenne negli ultimi 15 anni della sua vita, sopportando per lui interrogatori, torture e lavori forzati nei gulag di Taishet e Potma.

Anna Pasternak, pronipote dello scrittore, giornalista e scrittrice, ha deciso di penetrare e dipanare la ragnatela di affronti e imprecisioni che avvolge la figura di Olga. Viene raccontata una storia diversa.  Olga fu il grande amore e sostegno letterario di Pasternak, e in parte modello per Lara, l’eroina di Dottor Zivago.

Boris, che si innamorava facilmente, aveva già avuto una prima moglie, Evgenya, lasciata nel 1934 per sposare la seconda Zinaida, quando conobbe Olga nel 1946 nella redazione della rivista letteraria Novy Mir dove lei era redattrice. Lei aveva 34 anni, bionda con tristi occhi azzurri, due volte vedova, con due figli. Lui aveva 56 anni, un famoso poeta e traduttore di Shakespeare, che in un momento in cui tutto era un rischio e gli scrittori venivano senza sosta arrestati ed eliminati dai servizi segreti, poteva curiosamente contare su una scomoda immunità, probabilmente in nome delle sue splendide traduzioni dei poeti georgiani che toccavano la sensibilità di Stalin, il quale avrebbe ordinato di lasciare « Pasternak in pace fra le sue nuvole », come si legge in un documento conservato negli archivi del Kgb.

« Lui era lì davanti alla mia scrivania – scriverà più tardi Olga di quel giorno – l’uomo più generoso del mondo, cui fu dato di parlare a nome delle nuvole, delle stelle e del vento, che trovò parole eterne per la passione dell’uomo e la debolezza della donna ». Olga, più pronta a offrire sostegno e ammirazione, riempì subito il vuoto che l’aridità della moglie lasciava nell’anima di Boris, ma per il suo amore pagò un duro prezzo. Non potendo colpire Pasternak, divenne lei il bersaglio delle persecuzioni. Fu arrestata la prima volta nel 1949, interrogata e torturata per ottenere informazioni sulle presunte attività spionistiche dell’amante e sul libro sovversivo che stava scrivendo. Durante l’interrogatorio ebbe un aborto, ma fu ugualmente condannata a tre anni di lavori forzati nel gulag di Potma.

Fu l’ingiusta persecuzione di Olga a spingere Boris a trasferire il suo amore e il senso di colpa nel Dottor Zivago, di cui scrisse la seconda parte nonostante un infarto lo costringesse a lasciare Mosca per la sua dacia a Peredelkino con la moglie. Quando Olga fu liberata si trasferì in una casetta vicina, e Boris continuò la sua vita sempre in bilico fra Olga e Zinaida, in uno stato di continuo tormento, come Yuri, il dottor Zivago, diviso fra Lara e la moglie Tonya. Ma per Boris, incapace di un amore felice, come ebbe a osservare l’amica Marina Tsvetaeva, « l’amore doveva essere tormento e tortura ». Rifiutò sempre di sposare Olga, la quale avrebbe potuto godere della protezione del suo nome.

L’«anti sovietico» Dottor Zivago fu subito osteggiato dalle autorità e solo grazie alla determinazione di Boris fu contrabbandato fuori dalla Russia e pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 1957. Inizia da lì, da quello che sarà un successo internazionale e varrà il premio Nobel per la letteratura al suo autore, costretto a declinarlo dalle sferzate punitive di Kruscev, tutto l’«affare Pasternak» che alla sua morte, nel 1960, porterà al secondo arresto di Olga. Interrogata alla Lubjanka e accusata di avere partecipato alla stesura del romanzo e di atti sovversivi all’estero, fu condannata con la figlia Irina ai lavori forzati in Siberia. Liberata nel 1964, si spense a 83 anni a Mosca, nel 1995, dopo aver finalmente visto la pubblicazione del Dottor Zivago in Russia nell’88. ( Tratto da: Il Giornale )

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Aggiornato al 14 Gennaio 2023

LIBRO: La Difficoltà di Essere di Jean Cocteau

JEAN COCTEAU, LA DIFFICOLTA DI ESSERE

Jean Cocteau nasce il 5 luglio 1889 a Maisons-Laffitte, cittadina a pochi chilometri da Parigi, da Eugénie Lecomte e Georges Cocteau, già genitori di Marthe (1877-1958) e Paul (1881-1961). Il padre, depresso e senza lavoro, si suicida nel 1898[1]. D’estate, fino all’adolescenza, risiede spesso nel paese natale, presso i nonni materni, che hanno anche un “hôtel particulier” a Parigi, in rue La Bruyère 45, oppure va dagli altri nonni, a Vierzy. Dopo la morte del padre vive per qualche mese in Svizzera.

Ha una governante tedesca, Joséphine Ebel, da lui detta “Jéphine”. Disegna molto, soprattutto fa caricature. Frequenta il Liceo Condorcet di Parigi fino all’età di 15 anni allorché decide di studiare privatamente, non essendo interessato agli studi ufficiali; ciononostante, dopo aver tentato invano di conseguire la maturità al liceo Fénelon, nel 1907 interromperà ogni studio[1]. In questo periodo prende a frequentare i salotti degli amici Lucien Daudet, Reynaldo Hahn, Catulle Mendès e Maurice Rostand, pubblicando nel 1909 il suo primo libro di poesie La lampada di Aladino e fondando una rivista “Schéhérazade”, che non dura a lungo. Abita con la madre in rue d’Anjou, 10.

Si appassiona quindi al mondo della musica, frequentando il balletto, e ha occasione di assistere al primo spettacolo in assoluto dei balletti russi di Serge Diaghilev, Pavillon d’Armide. Conosce di persona Diaghilev, che gli commissiona il soggetto di Le Dieu bleu, balletto su musica di Reynaldo Hahn, presentato al Théâtre du Châtelet nel 1912.

Ha intanto pubblicato altre due raccolte di poesie e ha fatto un viaggio in Algeria (12 marzo – 8 aprile 1912). Resta colpito dalla prima della La sagra della primavera di Stravinskij, nonostante l’opera abbia generato un putiferio e abbia diviso ferocemente pubblico e critica ( Cocteau la prende a modello di quel che per lui è l’arte moderna ). ( Wikipedia )

La Difficoltà di Essere

La Difficoltà di Essere è il testamento spirituale di un autore tra i più rappresentativi, eclettici e amati del Novecento. Scritto quando era ormai malato, nel 1947, questo libro rievoca e fa rivivere sotto i nostri occhi un’intensa stagione artistica e intellettuale, ci racconta i suoi dolori, le sue sofferenze, i mutamenti del suo animo, ma ci parla anche di risate, della gioia profonda dell’amicizia, della passione per il lavoro, del valore della bellezza. Una testimonianza commovente di un eccezionale genio creativo. ( Feltrinelli )

 

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Libri & Letture

Aggiornato al 19 Novembre 2023

Shakespeare, Teatro. 3 volumi, I Millenni Einaudi, no cofanetto, 15a23

Shakespeare, Teatro. 3 volumi, I Millenni Einaudi ( no cofanetto )

      Napoli. Nostalgia di domani – Macry Paolo – Il Mulino

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LIBRO: La Terni in Posa – Immagini 1907-1965

“La Terni in posa”. Immagini dall’Archivio storico della Società, 1907-1965

Dopo l’annessione al Regno d’Italia, la volontà del Ministero della Guerra, del Commissario per l’Umbria Gioacchino Napoleone Pepoli e degli amministratori locali di fare di Terni un centro industriale e militare portò all’edificazione della Fabbrica d’Armi nel 1875 e alla”‘Società degli Alti Forni e Fonderie di Terni”, nel 1881, su iniziativa di un imprenditore belga, Cassian Bon, che aveva rilevato una fonderia locale specializzata nella fusione di tubi e di Vincenzo Stefano Breda, titolare della Società Veneta per le Imprese e le Costruzioni Pubbliche; l’obiettivo dell’impresa era quello di produrre corazze per le navi da guerra.

Nel 1884 il romano Angelo Sinigaglia acquistò ed ammodernò la ferriera; nel 1885 il genovese Alessandro Centurini iniziò la costruzione di un lanificio e jutificio; nel 1890 il torinese Antonio Bosco costruì uno stabilimento per la produzione di attrezzi agricoli; nel 1896 si costituì la Società Italiana del Carburo di Calcio, Acetilene ed altri Gas, che gestiva non solo stabilimenti per la produzione del carburo di calcio ma anche centrali idroelettriche. Terni fu la quarta città italiana, in ordine di tempo, ad avere l’illuminazione pubblica ad elettricità. Nel 1901, dopo le leggi Pelloux, fu ricostituita la Camera del Lavoro.

Durante la Prima guerra mondiale la Società degli Alti Forni e Fonderie di Terni aumentò notevolmente la produzione, oltre che delle corazze per le navi da battaglia, anche di componenti dei cannoni e dei proiettili, almeno fino all’apertura degli stabilimenti Ansaldo di Genova. La Fabbrica d’Armi produceva armi di vario tipo, fra le quali il fucile Carcano Mod. 91 che equipaggiò l’esercito italiano per molti anni: durante il primo conflitto mondiale raggiunse la produzione di duemila fucili al giorno. All’inizio del 1917 nasceva la Sezione Difesa di Terni con 3 Farman 14 e 3 piloti e dal 6 settembre 1918 diventa 306ª Squadriglia.

Nel 1927 fu istituita la provincia di Terni e il territorio comunale fu ampliato con l’aggregazione dei comuni limitrofi di Cesi, Collescipoli, Collestatte, Papigno, Piediluco e Torre Orsina. Decisivi in questo senso i buoni rapporti che il podestà della città, Elia Rossi Passavanti, aveva con il governo fascista.

Nodo industriale di primaria importanza, Terni fu oggetto di oltre cento bombardamenti da parte degli Alleati durante la loro campagna di guerra in Italia: l’11 agosto del 1943 un bombardamento aereo, senza che l’UNPA facesse in tempo a lanciare l’allarme, provocò un numero elevatissimo di vittime, quasi tutte civili, e la distruzione di numerosi edifici della città vecchia. Gli inglesi del generale Alexander entrarono in città il 13 giugno del 1944. ( Wikipedia )

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Libri & Letture

Aggiornato al 26 Gennaio 2024