Amico Libro, nei momenti difficili della Vita

BiblioTerapia

” Le prescrivo una buona dose di lettura “. Forse non è esattamente il consiglio che vi aspettereste nei momenti difficili della vita. Ma la terapia dei libri è praticata e, secondo molti, spesso efficace.
A spiegarne l’uso e gli effetti benefici, un articolo pubblicato sul New Yorker e scritto dall’antropologa e scrittrice sudafricana Ceridwen Dovey. “Devo ammettere che nemmeno io, in un primo momento, avevo gradito i suggerimenti ricevuti”, dice Dovey raccontando di quando, vari anni fa, ha ricevuto in regalo una sessione da un biblioterapista londinese.
E chissà, forse nemmeno voi apprezzereste gli amici che, vedendovi tristi, decidessero di spedirvi da un esperto di letteratura. ( L’Huffington Post )

Poema de mio Cid

Il Poema del mio Cid ( in spagnolo Poema o Cantar de mio Cid ) è un poema epico anonimo risalente al 1140 circa ed è stato per molto tempo considerato impropriamente il primo documento letterario in spagnolo. Racconta le gesta del condottiero Rodrigo Díaz de Vivar, meglio conosciuto come El Cid. Fu diffuso da giullari e poeti erranti che si spostavano di luogo in luogo. Riproduzione della prima pagina del manoscritto del Cantar de mio Cid conservato nella Biblioteca Nacional de España
Il poema si conserva in un unico manoscritto del XIV secolo custodito attualmente a Madrid nella Biblioteca Nacional de España, nel quale compare la data del 1207, che potrebbe essere quella del manoscritto originale, e il nome di Per Abbat.

Roma dei Cesari

Così l’IMPERATOR•CAESAR•DIVI•FILIVS•AVGVSTVS trasformò Roma in una città splendida, rivestita dai marmi preziosi provenienti da ogni parte dell’immenso Impero, una città da fare invidia al mondo intero, una città ricca di monumenti spettacolari, una città che non ebbe, e non avrà, uguali nei secoli, una città che suscitava, e suscita, timore rispettoso, stupore senza fine davanti a tanta magnificenza, a tanta grandezza, davanti a quei ruderi che parlano di un passato glorioso: ROMA culla della civiltà, ROMA nutrimento della nostra cultura…

Lunario Romano

Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri ( Roma, 26 ottobre 1871 – Roma, 21 dicembre 1950 ), è stato un poeta, scrittore e giornalista italiano, particolarmente noto per le sue composizioni in dialetto romanesco.

Dopo la pubblicazione della sua prima opera, le collaborazioni con il Rugantino diminuirono di frequenza; tuttavia Trilussa rimase fortemente legato all’editore Perino, con cui pubblicò, nel 1890, l’almanacco Er Mago de Bborgo. Lunario pe’ ‘r 1890, una ripresa dell’omonimo almanacco ideato nel 1859 dal poeta romanesco Adone Finardi, realizzato in collaborazione con Francesco Sabatini, in arte Padron Checco, e il disegnatore Adriano Minardi, in arte Silhouette. Trilussa scrive per l’almanacco un sonetto per ogni mese dell’anno, con in aggiunta un componimento di chiusura e alcune prose in romanesco.
L’esperienza del lunario venne ripetuta anche l’anno successivo con Er Mago de Bborgo. Lunario pe’ ‘r 1891: questa volta i testi sono tutti di Trilussa, senza la collaborazione di Francesco Sabatini, ma accompagnati nuovamente dai disegni di Silhouette

Lo Schiaccianoci

Da dove viene quell’omino di legno dalla potente mandibola, capace di frantumare anche le noci più dure, che fa la sua comparsa, in mezzo ai tanti regali, la notte di Natale a casa di Marie e di suo fratello Fritz? E se improvvisamente quel congegno prendesse vita e ingaggiasse una battaglia a colpi di sciabola, a capo di un esercito di soldatini di piombo, tamburini e pupazzi di marzapane, contro il terribile e vendicativo re dei topi? Non smette di incantare la storia dello Schiaccianoci, uscita dalla penna di Hoffmann nel 1816 e divenuta presto un classico della fiaba. La sua fortuna si legò anche a quella di un maestro dell’affabulazione, Alexandre Dumas, che nel 1845 seppe raccontarla da par suo. In questo volume, che affianca le due versioni, il lettore potrà seguire le vicende dell’omino di legno, apprezzando la potenza visionaria che sostiene la narrazione di Hoffmann e lasciandosi catturare dalla piacevole scorrevolezza della prosa di Dumas. A sancire la popolarità dello Schiaccianoci fu proprio il padre dei Tre moschettieri: e alla sua versione infatti che si ispira il celebre balletto musicato da Čajkovskij nel 1892, che possiamo provare a ricreare grazie al libretto pubblicato in questa nuova edizione. Da allora, la storia ha conosciuto innumerevoli reinterpretazioni, dalla danza al cinema ai cartoni animati – passando da Nureev a Disney –, al punto che nessuno sembra più ricordare come tutto ebbe inizio. Scorrendo queste pagine, piccoli e grandi lettori scopriranno finalmente la vera storia di Krakatuk, la noce più dura che ci sia, e della principessa Pirlipat, del misterioso inventore Drosselmeier e della perfida regina dei topi. Vedranno sfilare davanti ai loro occhi l’incanto del regno delle bambole, con i suoi mirabolanti castelli di zucchero e i suoi strabilianti fiumi di aranciata e latte di mandorla… Tutte queste immagini prendono corpo e calore grazie alla matita di Aurelia Fronty, il cui tratto si fa cosi minuto da portarci fin nel cuore del mondo onirico dello Schiaccianoci e dei suoi piccoli compagni d’avventura. ( Donzelli Editore )

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Angelus Novus

Difficile collocare criticamente la figura di Walter Benjamin: la sua originalità di pensatore e la sua opera – saggi teoretici, aforismi, impressioni di viaggio, ricordi – trascendono la storia, la filosofia o la letteratura nella loro accezione corrente. Questa antologia, pubblicata per la prima volta nel 1962 da Einaudi, raccoglie i testi piú rappresentativi, dai saggi filosofici Per la critica della violenza, Destino e carattere, Sulla facoltà mimetica, a quelli piú letterari su Baudelaire, Kafka e Goethe: tutti scritti rivelatori di una particolare forma di saggismo in cui le «affermazioni sulla vita» non possono prescindere dall’analisi di un determinato «paesaggio culturale» (il saggio sulle Affinità elettive diventa un trattato sull’amore e sul matrimonio nell’epoca moderna); e che mettono in luce le risorse di un laboratorio di pensiero tra i piú fervidi e originali del Novecento.

 

 

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La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Libri & Letture

LIBRO: L’Affaire Dreyfus di Gianni Rizzoni

 

Dreyfus & l’Antisemitismo in Francia alla fine dell’Ottocento

L’affare Dreyfus fu il maggior conflitto politico e sociale della Terza Repubblica, scoppiato in Francia sul finire del XIX secolo, che divise il Paese dal 1894 al 1906, a seguito dell’accusa di tradimento e spionaggio a favore della Germania mossa nei confronti del capitano alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus, il quale era innocente. Il vero responsabile era difatti il colonnello Ferdinand Walsin Esterhazy.

L’affare costituì lo spartiacque nella vita francese tra i disastri della Guerra franco-prussiana e la Prima Guerra Mondiale: costrinse ministri a dimettersi, creò nuovi equilibri e raggruppamenti politici, spinse a un tentato colpo di Stato. Si crearono e scontrarono, nell’arco di due decenni, due campi profondamente opposti: i “dreyfusardi”, che difendevano l’innocenza di Dreyfus (tra loro si distinse Émile Zola con il suo intervento giornalistico denominato “J’accuse”), e gli “antidreyfusardi”, partigiani della sua colpevolezza.

La condanna di Dreyfus fu un errore giudiziario, avvenuto nel contesto dello spionaggio militare, dell’antisemitismo imperversante nella società francese e nel clima politico avvelenato dalla perdita recente dell’Alsazia e di parte della Lorena, subita per opera dell’Impero tedesco di Bismarck nel 1871.

L’ attualità dell’ Affaire Dreyfus secondo Indro Montanelli

«Essa non fu soltanto il più appassionante “giallo” di fine secolo. Fu anche l’anticipo di quelle «deviazioni» dei servizi segreti che noi riteniamo – sbagliando – una esclusiva dell’Italia contemporanea. Ma fu soprattutto il prodromo di Auschwitz perché portò alla superficie quei rigurgiti razzisti e antisemiti di cui tutta l’Europa, e non soltanto la Germania, era inquinata. Allora, grazie soprattutto alla libertà di stampa che smascherò l’infame complotto, quei rigurgiti furono soffocati. Ma la vittoria dell’antirazzismo, che lì per lì sembrò definitiva, fu, come sempre quella della Ragione, soltanto momentanea. Le cronache di oggi dimostrano che nemmeno i forni crematori dell’Olocausto sono riusciti a liberarci dal mostro che si annida nel subconscio delle società (con rispetto parlando) cristiane, e che proprio nell’affare Dreyfus diede la misura più eloquente della sua abiezione. Ma quell’affare – destinato a passare alla Storia come l’Affaire per antonomasia – segnò una svolta epocale anche per un altro motivo: per gli effetti che provocò nella coscienza di un piccolo giornalista ebreo della «Neue Freie Presse» di Vienna, Theodor Herzl, destinato a diventare l’apostolo e il fondatore spirituale dello Stato d’Israele (autore de “Lo stato ebraico”, 1896). Herzl aveva fino a quel momento negato l’esistenza di un problema ebraico, o meglio aveva sostenuto che per gli ebrei c’era solo un modo di risolverlo: integrandosi e radicandosi nelle società in cui si erano accasati, ponendo fine al loro eterno vagabondare, cioè cessando di essere ebrei. Egli era convinto ch’essi avessero già pagato uno scotto troppo alto all’impegno di restare se stessi e che fosse venuto il momento di rinunziarvi. Dreyfus, che non aveva mai letto Herzl, e forse ne ignorava financo il nome, ne aveva già praticato l’insegnamento. Figlio di un ricco industriale alsaziano, che dopo Sedan si era trasferito a Parigi per sottrarsi al giogo tedesco, era cresciuto in un tale culto per la Francia da scegliere, per meglio servirla, la professione delle armi, nonostante la preconcetta ostilità che gli ottusi e retrivi ambienti militari nutrivano per gli ebrei. Dreyfus pensò di poterla vincere col suo zelo: nessun soldato francese fu più soldato e più francese di lui. Ma ciò non bastò a salvarlo quando i servizi segreti decisero di montare l’affaire di un ufficiale ebreo al soldo dello spionaggio tedesco, che miscelava in una bomba esplosiva i due sentimenti allora prevalenti nel Paese: l’antigermanesimo e l’antisemitismo. Fu questo episodio che aprì gli occhi ad Herzl e lo convinse che, per sottrarsi alle persecuzioni, non bastava agli ebrei dimenticarsi di esserlo. E fu allora che con passione missionaria si dedicò a propagandare nel mondo l’idea della ricostruzione di un «focolare» ebraico in Palestina. Non fece nemmeno in tempo a vederne nemmeno i prodromi perché morì all’inizio dell’affaire. Ma fu grazie a lui – e grazie a Dreyfus – che l’idea si diffuse – non senza suscitarvi diffidenze e ostilità – nel mondo ebraico, e si tradusse in progetto… Nemmeno l’umiliazione della degradazione e i cinque anni nell’inferno della Guyana erano riusciti ad annacquare i suoi sentimenti di soldato francese. Amava la Patria…» ( Wikipedia )

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La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Aggiornato al 19 Gennaio 2024