Pier Paolo Pasolini: Trilogia della Vita

Trilogia della vita

L’idea nacque già nella fine degli anni sessanta, dato che in Italia la borghesia condannava il sesso e gli atti osceni, finendo quasi per sprofondare di nuovo nell’ottica che vi era nel Medioevo. Pier Paolo Pasolini volle denunciare questo fatto. Non era la prima volta che nei suoi film apparivano scene di nudo, ma il regista aveva deciso ormai di consacrare questo pudore in tutta la sua perfetta bellezza e purezza.

Il regista s’ispirò ad alcune delle novelle più significative, giocose e riflessive di Giovanni Boccaccio per la stesura del suo primo film: Il Decameron, tratto appunto dal Decamerone.

Gli attori dei tre film erano quasi tutti sconosciuti al pubblico cinematografico, infatti Pasolini li volle scegliere dai quartieri poveri di Roma e dalle borgate di un tempo, proprio per far comprendere che dei personaggi possono essere interpretati non solo da gente ricca e bella, ma anche da persone semplici.
I protagonisti in assoluto nei film erano Franco Citti e Ninetto Davoli. Nei tre film Citti e Davoli interpretano i personaggi chiave della sceneggiatura: nel Decameron Citti è Ser Ciappelletto e Davoli impersona Andreuccio da Perugia, ne I racconti di Canterbury il primo è un diavolo inquisitore e Davoli interpreta un buffone che ricorda molto la figura di Charlot interpretata da Chaplin. Nell’ultimo film: Il fiore delle mille e una notte Franco Citti è sempre un demone crudele che agisce per colpa di un malcapitato, mentre Davoli è Aziz, il protagonista della novella-chiave.

Con questa trilogia Pasolini intendeva formulare un inno alla vita, che esaltasse la vita dell’uomo libero senza freni, incentrata sulla ricerca del piacere e del diletto in un’atmosfera parallela e fantasiosa, proprio come dei fanciulli, sebbene le giuste precauzioni. ( Wikipedia )

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La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Libri & Letture

Aggiornato al 19 Gennaio 2024

 

 

 

Libri Rari del Novecento by Libreria Aiace Roma

LIBRI RARI DEL NOVECENTO, UN INVESTIMENTO NEL TEMPO

Più sicuri dei Btp, nonostante la crisi che ha investito il settore dell’editoria a seguito della rivoluzione digitale, il mercato dei libri rari e antiquari gode di ottima salute ed è quello che ha sofferto meno anche della crisi economica.

La Stanley Gibbons, società inglese specializzata in antiquariato per collezionisti, prendendo in prestito dal mercato della borsa il concetto di “index”, ha stilato l’indice delle 30 prime edizioni di libri pubblicati nel ‘900 con il valore più alto.

Il dato più interessante dell’indice non è che al primo posto troviamo la prima edizione del Grande Gatsby di Fitzgerald pagata poco meno di 350mila euro, ma che il valore dei titoli è quasi raddoppiato negli ultimi 10 anni. Al di là delle critiche, riguardanti il fatto che i prezzi delle prime edizioni sono estremamente variabili ( basta un autografo o l’ex libris di un personaggio famoso per farlo lievitare e, al contrario, una rilegatura non originale o un cattivo stato di conservazione per farlo collassare ), resta il fatto che mediamente il valore di un libro raro raddoppia ogni sette anni spingendo molta gente ad acquistarli a titolo di investimenti. Un esempio ? La prima edizione del Convivio di Dante, valutata nel 1980 circa 4,5 milioni di lire, è quotata oggi più di 45mila euro. ( Fonte: Scripomarket )

Libri del Novecento

ImmagineLIBRO RARO 1942 1.a Edizione ” STORIA E POLITICA COLONIALE GERMANICA “ – NEGOZIO ONLINE https://ebay.it/sch/i.html?_dmd=2&_dkr=1… – LIBRERIA AIACE ROMA via Ojetti 36

ImmagineLIBRO ” QUENEAU: ICARO INVOLATO “ Romanzo pubblicato nel 1968 sotto forma di testo teatrale. Il titolo rimanda al mito di Icaro – NEGOZIO ONLINE: https://ebay.it/sch/i.html?_dkr=1&iconV2Request=true… – LIBRERIA AIACE ROMA via Ojetti 36

ImmagineLIBRO RARO 1.a Ed 1950 ” ARRIGO CAJUMI: PENSIERI DI UN LIBERTINO “ Uomo libero nel pensiero e nell’azione. Scritta tra il 1935 e il 45, 10 anni di ritiro dalla vita attiva per antifascismo. NEGOZIO ONLINE: https://ebay.it/sch/i.html?_dmd=2&_dkr=1… –  LIBRERIA AIACE ROMA via Ojetti 36

ImmagineLIBRO RARO 1.a Ed 1969 ” GREGORIETTI: IL GIOIELLO NEI SECOLI “ – NEGOZIO ONLINE: https://ebay.it/sch/i.html?_dkr=1&iconV2Request=true… – LIBRERIA AIACE ROMA via Ojetti 36

ImmagineLIBRO RARO 1965 ” ANTONIO CEDERNA: MIRABILIA URBIS “ Guida che conduce sulle tracce delle principali rovine create dalla nostra arretratezza politica, amministrativa e urbanistica NEGOZIO ONLINE https://ebay.it/sch/i.html?_dkr=1&iconV2Request=true… – LIBRERIA AIACE ROMA via Ojetti 36

ImmagineLIBRO RARO 1.a Ed 1950 ” MARX: SCRITTI POLITICI GIOVANILI “ – NEGOZIO ONLINE: https://ebay.it/sch/i.html?_dmd=2&_dkr=1… –  LIBRERIA AIACE ROMA via Ojetti 36

ImmagineLIBRO RARO 1.a Ed 1960 ” MALTESE: STORIA DELL’ARTE IN ITALIA ” 1785-1943. La tradizione artistica da Canova e la tradizione classicista al nuovo linguaggio del Novecento – NEGOZIO ONLINE: https://ebay.it/sch/i.html?_dmd=2&_dkr=1… – LIBRERIA AIACE ROMA via Ojetti 36

ImmagineLIBRO RARO 2.a Ed 1963 ” ANTONIO DELFINI: I RACCONTI “ Ha avuto mentori autorevoli da Pannunzio a Montale, da Pasolini a Garboli – NEGOZIO ONLINE: https://ebay.it/sch/i.html?_dkr=1&iconV2Request=true… – LIBRERIA AIACE ROMA via Ojetti 36

ImmagineLIBRO RARO 1.a ED 1975 ” IL BORGHESE E IL FOLLE. STORIA SOCIALE DELLA PSICHIATRIA “ La follia tra il XIV e il XVII secolo, un immondo pericolo per l’organizzazione sociale NEGOZIO ONLINE: https://ebay.it/sch/i.html?_dmd=2&_dkr=1… – LIBRERIA AIACE ROMA via Ojetti 36

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Libri & Letture

Aggiornato al 26 Maggio 2023

I Libri Antichi vanno a ruba

Londra, furto di libri antichi: bottino di 2 milioni di euro

A Londra è avvenuto un furto di libri antichi per un bottino di 2 milioni di euro. I ladri, come nel film ‘Mission impossible”, si sono calati dal tetto con delle corde, restando sospesi ed evitando qualsiasi tipo di sensore che avrebbe fatto scattare gli allarmi.

Sono state arrestate quindici persone tra Inghilterra e Romania. Sono accusate del furto di 260 libri antichi del valore di 2 milioni di euro, messo a segno nella notte tra il 29 e il 30 gennaio 2017 a Feltham, area della città metropolitana di Londra.

Vittime del furto due collezionisti italiani, uno di Pavia e l’altro della provincia di Padova, oltre a un cittadino tedesco, i cui preziosi volumi, alcuni dei più rari al mondo, erano stati inviati al magazzino britannico in attesa di essere trasferiti a San Francisco ( Stati Uniti ) in occasione della cinquantesima fiera internazionale dei libri antiquari.

Tra i libri di valore rubati, molti del quindicesimo e sedicesimo secolo, figurano: una copia del 1566 del De revolutionibus orbium coelestium di Nicolò Copernico, del valore di circa 230 mila euro, volumi di Galileo, Isaac Newton, Leonardo da Vinci e un’edizione del 1569 della Divina commedia di Dante Alighieri.

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Libri & Letture

Aggiornato al 29 Novembre 2023

 

 

LIBRO: Viaggio in Italia di Johann Wolfgang Goethe

J. W. GOETHE, VIAGGIO IN ITALIA – SANSONI

Il 28 settembre 1786 Johann Wolfgang Goethe arrivò a Venezia, per lui il coronamento di un sogno. Nella Serenissima si soffermerà fino al 14 ottobre; è proprio durante questo soggiorno veneziano che Goethe vede per la prima volta il mare. Sebbene della città scrisse molte cose positive, lo scrittore criticò molto la mancanza di pulizia e la noncuranza delle autorità verso questo problema.

«Sono rimasto colpito dalla grande sporcizia delle strade, facendo di conseguenza alcune considerazioni. In materia esiste certamente un qualche regolamento: la gente spinge il sudiciume negli angoli, e vedo anche mandar su e giù grosse imbarcazioni che si fermano in punti determinati e raccolgono l’immondizia […]. In queste operazioni non v’è logica né rigore, e tanto più è imperdonabile la sporcizia della città, che per le sue caratteristiche potrebbe esser tenuta pulita come lo è qualunque città olandese.»

Dopo Venezia, Goethe si recò a Ferrara, dove visitò la tomba di Ludovico Ariosto in Palazzo Paradiso e il presunto luogo di prigionia di Torquato Tasso. Il 17 è a Cento, patria del pittore Guercino, che gli dà lo spunto per sottolineare l’attaccamento degli italiani alla propria patria. Il 18 notte è a Bologna, dove vede la Santa Cecilia di Raffaello, rimanendone estasiato. Quindi salì sulla Torre degli Asinelli, ammirando il panorama visibile da quell’altezza ( 97,2 m ).

Napoli

Goethe arrivò a Napoli insieme a Johann Heinrich Wilhelm Tischbein il 25 febbraio 1787, e vi restò fino al 29 marzo, per poi recarsi in Sicilia. Racconta di una città «libera, allegra, vivace» ma soprattutto splendida per le sue bellezze:

«Napoli è un paradiso, ognuno vive in una specie di ebrezza e di oblio di sé stesso!»

Accompagnato dal Federico Carlo Augusto, Principe di Waldeck si recò a Pozzuoli e dintorni ( 1º marzo ) per visitare la solfatara e le rovine romane. Sale due volte in cima a Vesuvio: il 2 e 6 marzo. Il 5 marzo ( seconda domenica di quaresima ) lo dedicò alla visita delle chiese di Napoli, ed ammirò nella chiesa del Gesù Nuovo la cacciata di Eliodoro dal tempio affrescata da Francesco Solimena e altre opere di Luca Giordano. Visitò palazzo Colubrano ( palazzo Diomede Carafa ) con Wilhelm Tischbein ( 7 marzo ), nel cortile del quale ammirò la scultura di una testa di cavallo in bronzo di Donatello, oggi sostituita da una copia in terracotta dopo che l’originale fu donato, nel 1809, al museo archeologico di Napoli. Visita la pinacoteca di Capodimonte ( 9 marzo ) e assiste a spettacoli nel teatro San Carlo.

Sicilia

«L’Italia, senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto»

Viaggiare in Sicilia al tempo di Goethe era una vera avventura perché non era una terra adeguata per gli stranieri, sia per l’assenza di strutture ricettive a cui si ovviava cercando ospitalità presso nobili, nei conventi o in taverne. Inoltre il viaggio era sempre rischioso, sia per la propria incolumità che per le condizioni delle strade. Egli fu il primo che affrontò uno spostamento lungo le zone interne della Sicilia, dato che i rari visitatori passavano solo dalle città principali. In questo lo scrittore fu spinto da un vero spirito di avventura e scoperta.

«Lo stile architettonico somiglia in generale a quello di Napoli, ma nei pubblici monumenti – certe fontane ad esempio – si nota più ancora l’assenza di buon gusto. Qui non è, come a Roma, lo spirito dell’arte a improntare di sé i lavori; forma ed essenza delle costruzioni dipendono da circostanze fortuite.»

Raggiunse via mare Palermo dove rimase colpito dalla presenza di polvere e sporcizia nelle strade.

Il 9 aprile andò a Bagheria presso la villa Palagonia rimanendone stupito per la bizzarìa delle figure mostruose e lo strano gusto del proprietario. Questa visita influenzerà poi alcuni passaggi del Faust, come ne La notte di Valpurga in cui descrive una serie di mostri. Alcuni giorni dopo vedrà passare proprio il principe di Palagonia che raccoglieva denaro per finalità benefiche riscontrando l’incongruenza tra il denaro speso per la villa e quello che chiedeva agli altri. Il 10 andò a Monreale ma curiosamente invece di visitare il duomo di Monreale visitò il convento di S. Martino. Goethe avrà anche un importante incontro con la sorella di Cagliostro figura di cui si interesserà per le varie vicende di vita.

Poi visitò il Tempio di Segesta e quindi passa da Castelvetrano e Sciacca giungendo fino ad Agrigento. Qui si soffermò nella Valle dei Templi dove osservò lo stato di rovina dei vari templi e rimase incantato dalla fertilità dei terreni a grano. Per questa ragione desiderò vedere i campi che hanno dato il titolo alla Sicilia in epoca romana di granaio d’Italia, gli venne così suggerito di passare per l’entroterra saltando Siracusa. Così si diresse verso Caltanissetta dove trovò un alloggio privo di sedie e tavoli con la necessità di chiedere in prestito la cucina ad un paesano.

A Castrogiovanni (Enna) trascorse una pessima nottata che gli farà giurare di non percorrere più itinerari lontani da quelli più battuti:

«L’antica Enna riservò la più sgradevole delle accoglienze: una stanza ammattonata, con imposte ma senza finestre, sicché dovemmo scegliere tra restarcene seduti al buio o esporci di nuovo ai piovaschi cui eravamo appena sfuggiti. Divorammo qualche avanzo delle nostre provviste e, dopo aver passato una nottataccia, giurammo solennemente che mai più avremmo mutato itinerario per inseguire il miraggio d’un nome mitologico.»

Giunto a Catania prese contatto con il principe Biscari per poter poi fargli visita presso il suo palazzo in cui poté ammirare la collezione presente. Incontrò anche il cavaliere Gioeni da cui ottenne dei suggerimenti per poter salire sull’Etna, cosa che farà parzialmente a dorso di mulo, non potendo raggiungere la vetta per le condizioni meteorologiche. Visitò anche Aci Castello per vedere i faraglioni.

A Taormina visitò il teatro antico ammirandone il bel panorama, definendo la località «il più grande capolavoro dell’arte e della natura». Proseguì subito dopo per Messina, dove restò per 3 giorni e trovò la città distrutta dal terremoto del 1783. Lì incontrerà il governatore. Poi approfittando di una nave in partenza si imbarcò per far ritorno a Napoli, ma rischiò il naufragio in prossimità di Capri a causa di una bonaccia che condusse la nave in prossimità degli scogli. Tuttavia dopo pochi giorni riuscì a giungere a Napoli senza grossi problemi. ( Wikipedia )

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Aggiornato a 19 Novembre 2023