Roma & Le Vie delle Spezie et Altri Libri

 

Roma & Le Via delle Spezie

Le spezie erano un ingrediente fondamentale della cucina romana, le droghe entravano nella medicina, i profumi nella toilette privata e nei culti pubblici. Casia, pepe, garofano, loto, menta, senape, nardo, papavero, ruta, timo e cento altre qualità di vegetali esotici giungevano nella grande capitale dell’impero per lo più dall’Oriente. Facevano interminabili viaggi dall’Arabia, dalla Persia, dalla Cina, dall’India, per un intrico di strade che gremivano l’Asia continentale, punteggiate da metropoli e caravanserragli: Taxila, Samarcanda, Dura Europos, Petra … Oppure fluivano lungo le rotte marittime, tra la Malacca, l’India, il Mar Rosso e gli scali del Malabar, dell’Eritrea, del Madagascar, del Sinai … Le carovane dei cammelli attraversavano le montagne e i deserti, in una babele di razze, di lingue e di monete, mentre le piroghe filavano lungo i ritmi mutevoli dei venti oceanici.

La ricostruzione, spesso del tutto nuova, sulle fonti letterarie, storiche e archeologiche, di questi traffici avventurosi e spesso misteriosi, è l’impresa realizzata in questo libro da J. Innes Miller, impiegato per lunghi anni nell’amministrazione coloniale inglese e curioso cultore di studi classici. La prima parte è dedicata all’elenco ragionato e all’individuazione di tutte le spezie di cui abbiamo notizia per la civiltà antica al suo apogeo, con lo studio delle loro terre di origine, delle loro qualità, dei loro usi. Seguono poi le modalità e le vie del loro commercio, la descrizione dei convogli, dei depositi, dei mezzi di scambio.

Cosi, in queste pagine, che saldano gli itinerari di Alessandro Magno a quelli delle Mille e una Notte, si apre davanti ai nostri occhi il panorama insospettato di un’unità economica e culturale nel mondo antico, si rivelano i fondamenti, poi rimasti immutati nelle loro linee generali, delle relazioni fra l’Europa e l’Asia, associate a un intenso progresso nella conoscenza umana della botanica e della geografia, del mondo e della natura. ( Tratto da Edizioni Aseq )

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Storia dei Colli Albani

Secondo la leggenda, riportata da Virgilio nell’Eneide, Enea, nipote del re troiano Priamo e figlio di Anchise e della dea Venere, fuggendo da Troia distrutta dagli Achei sbarcò, dopo grandi peregrinazioni, nel Lazio. Il luogo dello sbarco di Enea è collocato dagli archeologi tra Pratica di Mare e Torvaianica, dove sono stati rinvenuti reperti archeologici ricollegabili con la città latina di Laurentum, capitale del re Latino. Latino, all’arrivo di Enea, diede in sposa sua figlia Lavinia al troiano forestiero, piantando in asso il pretendente Turno, re di Ardea, che venne sconfitto dopo una guerra da Enea che fondò quindi una nuova città, Lavinio ( in onore della consorte ). Enea aveva un figlio, Ascanio ( detto anche Iulo ), che gli successe al trono e decise di fondare una nuova città, Alba Longa. Storici ed archeologici per secoli hanno dibattuto sulla collocazione di questa città, che divenne la capitale della Lega Latina delle 46 città confederate del Latium, ma oggi si tende a pensare che la città sorgesse sul lato settentrionale del Lago Albano, tra Marino e Palazzolo, dirimpetto all’attuale Albano. Ai Castelli si concentravano i luoghi religiosi e politici più importanti della Lega Latina: su Monte Cavo, l’antico Mons Albanus, si venerava Giove Laziale; ad Aricia era venerata Diana, nel famoso tempio rinvenuto sulle rive del Lago di Nemi noto per l’usanza del rex Nemorensis; a Lanuvio era venerata Giunone Sospita. Le riunioni politiche della Lega si tenevano nel Locus Ferentinus, foro suburbano collocato secondo alcuni presso il Caput Aquae Ferentinum nel Bosco Ferentano di Marino, e secondo altri presso Cecchina.

Al tempo di Tullo Ostilio, attorno al 638 a.C. secondo la tradizione, scoppiò una controversia tra i romani e gli albani per via del fatto che questi ultimi effettuavano ruberie a danno delle terre dei primi. Tullo Ostilio pensò bene di risolvere la questione militarmente, per cui del resto gli deriva il cognomen, e invase i territori degli albani. Per evitare lo spargimento di sangue, si decise di far affrontare i tre fratelli Orazi ( per Roma ) e tre fratelli Curiazi ( per Alba ) che avrebbero deciso le sorti dello scontro. Rimase infine vivo solo un Orazio e Alba venne conquistata dai romani. ( Wikipedia )

Tesori d’Arte a Roma

Il Museo Mario Praz di Roma è un tipico esempio di casa-museo, contenente oltre 1200 oggetti collezionati dall’anglista Mario Praz nell’arco della sua vita. Di proprietà statale, dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali. Gli oggetti della collezione, di stili che vanno dal neoclassico al biedermeier, vengono presentati all’interno dell’abitazione dello studioso nella disposizione da lui pensata per appagare il proprio piacere di vivere non solo circondato, ma addirittura “immerso” nel bello. ( Wikipedia )

Libreria Aiace Roma via Ojetti 36 Montesacro – Nomentana – Talenti

La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Libri & Letture

Aggiornato al 8 Gennaio 2023

 

Proposte di Lettura: 350 Libri by Libreria Aiace Roma Montesacro

Da Lenin a Stalin. La formazione del sistema di potere sovietico 1923-1927

Da Lenin a Stalin. La formazione del sistema di potere sovietico, 1923-1927 / Aldo Giannuli

Lo storico e giornalista Aldo Giannuli torna sulla fondazione del sistema di potere sovietico nel suo momento cruciale: il passaggio di testimone tra Lenin e Stalin. Se è possibile rintracciare in Lenin alcune premesse per il successivo sviluppo storico che porterà all’affermazione dello stalinismo, secondo l’autore è errato sostenere una continuità diretta tra le posizioni politiche dei due leader. Leninismo e stalinismo sono stati dunque fenomeni tra loro ben distinti, separati da una profonda rottura politica e da visioni spesso contrastanti. La vicenda è inquadrata nel contesto della modernizzazione novecentesca e il fallimento dell’alternativa “socialista” al modello va ricercata in quel momento fondativo del sistema di potere sovietico. Contestualizzare storicamente la situazione russa permette di comprendere i motivi per i quali il sistema sovietico non rappresenta oggi una pagina chiusa di storia, ma agisce tuttora come manifestazione di un passato che non smette di intervenire sul nostro presente, influenzando, per molti versi, i fenomeni dominanti della contemporaneità, in primis il capitalismo. ( Tratto da AldoGiannuli.it )

Benjamin: Angelus Novus

Difficile collocare criticamente la figura di Walter Benjamin: la sua originalità di pensatore e la sua opera – saggi teoretici, aforismi, impressioni di viaggio, ricordi – trascendono la storia, la filosofia o la letteratura nella loro accezione corrente. Questa antologia, pubblicata per la prima volta nel 1962 da Einaudi, raccoglie i testi piú rappresentativi, dai saggi filosofici Per la critica della violenza, Destino e carattere, Sulla facoltà mimetica, a quelli piú letterari su Baudelaire, Kafka e Goethe: tutti scritti rivelatori di una particolare forma di saggismo in cui le «affermazioni sulla vita» non possono prescindere dall’analisi di un determinato «paesaggio culturale» (il saggio sulle Affinità elettive diventa un trattato sull’amore e sul matrimonio nell’epoca moderna); e che mettono in luce le risorse di un laboratorio di pensiero tra i piú fervidi e originali del Novecento. ( Da Einaudi.it )

Il Mistero di Edwin Drood 

Il libro inizia con un uomo, che più tardi scopriremo essere John Jasper, che esce da una fumeria d’oppio a Londra.[1] La sera dopo, Edwin Drood va a trovare Jasper, suo zio, il direttore del coro della cattedrale di Cloisterham. Edwin gli confida i suoi dubbi circa il suo fidanzamento con Rosa Bud. Il giorno seguente, Edwin visita Rosa al convento di suore dove lei risiede e frequenta la scuola. I due bisticciano bonariamente, cosa che sembrano fare spesso durante le visite di lui. Nel frattempo, avendo un forte interesse verso il cimitero della cattedrale, Jasper cerca la compagnia di Durdles, un uomo che conosce il cimitero meglio di chiunque altro.

Neville Landless e la sua sorella gemella Helena vengono mandati a Cloisterham per studiare. Neville studierà con il Rev. Crisparkle; Helena va a vivere al convento insieme a Rosa. Neville confida al Rev. Crisparkle che odia il suo crudele patrigno, mentre Rosa confida a Helena che teme fortemente il suo maestro di musica, Jasper. Neville si invaghisce subito di Rosa ed è indignato dalla leggerezza con cui, a suo giudizio, Edwin prende in considerazione il fidanzamento con la ragazza. Edwin lo provoca e il ragazzo reagisce violentemente, dando a Jasper l’occasione di diffondere malevole voci circa il suo temperamento violento e selvaggio. Il Rev. Crisparkle cerca di far riappacificare Edwin e Neville, che accetta di scusarsi se Edwin lo perdonerà. A tal proposito viene deciso che i due ceneranno insieme a casa di Jasper la sera della vigilia di Natale. ( Wikipedia )

Storia dello Zucchero

Lo zucchero, nel 1000 era ben poco conosciuto, mentre nel 1650 era un bene di consumo per i ricchi inglesi. Ciò che interessa è come una sostanza esotica, strana e cara sia diventata velocemente parte integrante del nostro sistema alimentare. Sembra che la canna da zucchero si sia diffusa dalla Nuova Guinea in tre ondate successive, a partire dall’8000 a.C., raggiungendo le Filippine, l’India e forse l’Indonesia. I primi riferimenti scritti all’uso della canna da zucchero si hanno nella letteratura indiana e in alcuni testi greci. Storicamente la prima diffusione della canna da zucchero avviene ad opera degli Arabi, che si espandono nel Mediterraneo ( Sicilia, Spagna, Maghreb ). Il Mediterraneo resta il maggiore centro di produzione di zucchero fino al trasferimento delle coltivazioni nelle isole atlantiche e poi in America. Nonostante le tecniche innovative introdotte dagli Arabi ( soprattutto a livello di irrigazione ), l’ambiente mediterraneo non si presta alla coltivazione della canna da zucchero, che vi richiede la stessa quantità di forza lavoro, ma con meno rendita. Le Crociate permisero ai cristiani di impossessarsi delle piantagioni, ma per poco, in quanto l’industria zuccheriera mediterranea era già in declino da tempo e ormai i portoghesi iniziavano a spostare le coltivazioni nell’Atlantico. Quando il Portogallo e la Spagna decisero di compiere questo cambiamento, lo zucchero era ancora un bene di lusso, ma la sua domanda era aumentata. ( Tratto da Storia dello zucchero di Sydney W. Mintz )

Atomismo fisico & Atomismo matematico

L’atomismo fisico e l’atomismo matematico, indissolubilmente legati fin dalle epoche più remote, hanno suscitato entusiasmi e tenaci opposizioni, consensi ed accese controversie. Lungo il Medioevo, il Rinascimento e fino alla nascita della scienza moderna, le dottrine atomistiche e continuiste dovettero confrontarsi con i principi filosofici dominanti. L’interesse manifestato in questi ultimi decenni dagli studiosi per le ricerche relative a questa tradizione ed alla sua influenza sulla rivoluzione scientifica, trova una singolare eco nell’appassionato dibattito suscitato dalle più recenti ricerche nel campo dell’“infinitamente piccolo”. È sembrato quindi opportuno, accanto agli specifici contributi relativi al dibattito nel XVII secolo, presentare alcuni aspetti della discussione sulle teorie del continuo e dell’atomismo sviluppate nel XX secolo.

 

Le Avventure di Sindbad – Aladino – Hasan di Basra

Le avventure di Sinbad, il marinaio – La prima storia che è quella di Sinbad il marinaio. Storia che ha sia un suo lato avventuroso e fantastico assolutamente affascinante che un aspetto più tecnico e geografico, come libro di viaggi per i navigatori e commercianti dell’epoca tanto precise sono le annotazioni geografiche, climatiche e legate al commercio con l’elencazione di tutti i prodotti che si possono trovare nelle varie terre visitate

Le avventure di Hasan di Basra, l’orafo – Questo racconto parla dell’altro Sindbad, quello che nel primo racconto è Sindbad il facchino, chiamato qui Hasan di Basra. La storia rispetto alla precedente è più erotica e passionale, narra di un amore impossibile però realizzato e sofferto, è più magica ed esoterica, più oscura, meno legata ai commerci, al denaro, alla vita agiata. Forse è proprio questo lato un pochino più spinoso, un po’ drammatico, a renderla meno famosa della precedente, ma altrettanto affascinante.

La storia di Aladino e della lampada magica – Nella sua reale versione è prevalentemente un racconto di formazione, dove Aladino attraverso dure prove e con l’aiuto della lampada magica arriva a sposare la figlia del sultano e a diventare lui stesso sultano. Anche questa storia è molto coinvolgente, ridondante e piena di insegnamenti. E anche di informazioni utili sulla vita dei musulmani dei tempi antichi, donne e uomini, molto più liberi di tanti musulmani al giorno d’oggi. ( Tratto da ForumLibri.it )

Cabala Ebraica

La cabala, cabbala, qabbaláh o kabbalah (in ebraico, ‘ricevuta’, ‘tradizione’ ) è l’insieme degli insegnamenti esoterici propri dell’ebraismo rabbinico, già diffusi a partire dal XII-XIII secolo; in un suo significato più ampio, il termine intende quei movimenti esoterici sorti in ambito ebraico con la fine del periodo del Secondo Tempio. La definizione di Cabala varia a seconda della relativa tradizione e dei fini di coloro che la seguono, a partire dalla sua origine religiosa come parte integrale dell’ebraismo, fino ai suoi adattamenti successivi cristiani, New Age e occultisti. La Cabala ebraica comprende una serie di insegnamenti esoterici che intendono spiegare il rapporto tra un misterioso Ein Sof ( infinità ) e l’universo mortale e finito ( creazione di Dio ). ( Wikipedia )

Theissen: Il Nuovo Testamento

Cos’è il Nuovo Testamento? Da chi e quando è stato scritto? Come s’è formato e ha assunto importanza questo complesso di ventisette libri destinati a esercitare una straordinaria influenza? A queste domande risponde il volume di Theissen. Suo scopo principale è fornire un’informazione essenziale sul nucleo fondamentale delle Scritture sacre cristiane, che insieme a quelle giudaiche formano la Bibbia. Il libro, semplice e aggiornato, ha la caratteristica e il merito di descrivere il Nuovo Testamento – raccolta di testi famosi ma in realtà poco conosciuti – da un punto di vista storico, con l’intento di permettere al lettore di seguire l’origine e la formazione dei primi scritti cristiani sulla base dei più recenti dibattiti e studi critici.

Dizionario di Politica di Bobbio & Matteucci & Pasquino

La politica cambia e cambia la sua “narrazione”. Di conseguenza, cambiano anche le parole per raccontarla e i concetti per analizzarla. Alcune parole sono effimere; altre sembrano destinate a durare; altre ancora meritano di essere diversamente spiegate. I concetti sempre meritano di essere definiti con attenzione alla loro storia e con precisione rispetto ai loro contenuti. Giunto alla sua quarta edizione, a quarant’anni dalla data della sua prima pubblicazione, questo Dizionario ha regolarmente mirato a includere tutte le parole importanti della politica e offrire le più accurate concettualizzazioni. Né Norberto Bobbio né Nicola Matteucci pensavano di dovere rincorrere l’attualità, spesso confinante con la caducità, ma entrambi furono sempre disponibili a prendere in seria considerazione fenomeni politici nuovi la cui trattazione meritasse di essere inclusa in un dizionario di politica. Ferme restando le grandi voci della politica, molte delle quali scritte, opportunamente, da loro stessi, che contengono tuttora le migliori chiavi di lettura delle strutture portanti della politica, entrambi avrebbero certamente incluso l’analisi dei fenomeni nuovi. Sarebbero anche stati d’accordo sull’opportunità di aggiornare complessivamente il Dizionario da loro impostato e diretto. ( Prefazione del Libro )

Epigrafi Cristiane

Con riferimento ai secoli X-XV, si tratta di un corpus di 68 epigrafi, all’interno delle quali troviamo memorie sepolcrali dedicate a pontefici, a partire da Benedetto IV fino a Innocenzo VII, e alti prelati, quali ad esempio Matteo Rosso Orsini e Francesco Tebaldeschi. A queste si aggiungono tutti quei titula collocati ad imperitura memoria presso l’abside, nelle varie cappelle o in luoghi privilegiati della basilica costantiniana e tutta una serie di iscrizioni di contenuto sacrale o di altre, di grande interesso storico artistico, riportate all’interno di preziosi manufatti, come ad esempio l’anello di Leone IX o la cassetta contenente le spoglie di Giovanni Crisostomo.
Lungi dalla presunzione di sostituirsi a un testo di carattere prettamente specialistico, la pubblicazione di questo inedito quarto manoscritto di monsignor Cascioli intende fornire al lettore una panoramica del patrimonio epigrafico dell’area vaticana fino al XV secolo: una ricca raccolta di testimonianze archeologiche attualmente in parte ammirabili ancora in loco, in parte disseminate tra vari istituti di conservazione e in ultimo, in non pochi casi, purtroppo disperse. ( Edizioni Capitolo Vaticano )

Archeologia: Alba Fucens

Alba Fucens, in provincia de L’Aquila, è stata una colonia latina le cui rovine sono un vero gioiello archeologico, ancora non del tutto esplorato. Si colloca nell’attuale frazione di Massa d’Albe, e fu fondata nel 303 a.C. dagli antichi romani.
All’epoca si trovava in territorio degli Equi, ed è probabile che proprio da Alba Fucens cominciò la diffusione della lingua e della cultura latina fra questi popoli conquistati dai romani. Il contesto ambientale vanta paesaggi pittoreschi, tra le colline e le campagne a nord del lago Fucino, e le montagne innevate in lontananza. Gli scavi per far riemergere l’antica colonia sono iniziati nel 1949, ma è solo dal 2006 che riemerge l’antico abitato, con edifici pubblici e privati, e le mura che lo circondavano.
Come tutte le città romane anche Alba Fucens aveva un anfiteatro, risalente al 1 secolo d.C., collocato alle pendici della collina su cui sorgeva il tempio di Apollo. Un luogo pittoresco, il cui percorso si snoda tra i principali assi stradali per giungere all’area monumentale. Sono visibili durante il tragitto diversi edifici pubblici, tra cui le terme, alcuni santuari, il macellum (mercato), il foro, diverse tabernae. La città aveva una posizione strategica, e fu importante alleata di Roma durante gli attacchi degli Equi, dei Marsi e successivamente di Annibale. In epoca imperiale raggiunse il massimo splendore, testimoniato da molti degli edifici sopra citati. ( Tratto da Turismo.it )

Friuli-Venezia Gulia

In modo difforme dall’altra regione italiana che arriva all’Unità divisa in entità politiche subregionali – l’Emilia-Romagna (non a caso anch’essa nella denominazione caratterizzata dal trait-d’union) – il Friuli-Venezia Giulia non entra tutto a fare parte della nuova realtà statuale nello stesso momento. Inoltre non ha un’asse, come la via Emilia, che costituisca la spina dorsale storica di traffici e di scambi fra realtà pur politicamente distinte. Né il suo centro dominante, Trieste, è un centro d’attrazione strutturalmente consentaneo con la realtà regionale come Bologna per l’Emilia-Romagna. Solo una forte autonomia può forse con il tempo rendere interdipendenti e complementari parti dalle storie cosí distinte – paiono pensare i costituenti, che discutono varie ipotesi di configurazione territoriale delle aree del confine nord-est, alla fine costretti nelle loro decisioni dal quadro delineato dagli accordi internazionali. Della loro scommessa era ed è parte integrante la percezione della ricchezza rappresentata dalle diversità che stanno a monte dell’ attuale regione Friuli -Venezia Giulia. Non sempre le élite politiche locali hanno saputo coglierlo. E allora il Friuli-Venezia Giulia si è trovato a sperimentare per primo il fenomeno di formazioni localistiche, poi germogliate anche altrove nella crisi della Repubblica degli anni Novanta, tendenti a fare delle differenze motivo di chiusura in sé, e dunque piuttosto d’impoverimento che di arricchimento. L’allargamento a Est e verso la penisola balcanica dell’Unione europea non potrà che rendere sempre piú sterili posizioni di tal genere. ( Prefazione – Einaudi )

 

Leggere fa bene alla Salute

 

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LIBRO: Invidia e I Tre Grassoni di Jurij Olesa

J. OLESA, INVIDIA E I TRE GRASSONI, EINAUDI, 1969

Il romanzo Zavist′ ( Invidia, 1927 ), che Oleša ridusse poi per il teatro col titolo Zagovor čuvstv ( La congiura dei sentimenti, 1931 ), gli diede fama europea. In quelle pagine Oleša contrappone alla vita di coloro che sognano di ritornare ai vecchi tempi, il ritmo costruttivo della nuova realtà sovietica e mette a nudo il contrasto fra la confusione grottesca del passato e il rigido ordine meccanico del presente, ma è difficile dire a quale dei due mondi vadano le simpatie dello scrittore. Delle opere di Oleša si ricordano: Tri tolstjaka ( Tre grassoni, 1928 ), racconto per ragazzi, costruito come un caleidoscopio fiabesco; i racconti Visnevaja kostočka ( Il nòcciolo di ciliegia, 1931 ), e il dramma Spick blagodejanij ( L’elenco delle benemerenze, 1931 ) in cui la protagonista, incerta tra i pregi e i difetti del potere sovietico e invaghita di Parigi, simbolo della civiltà borghese, si lascia travolgere dal proprio esasperato individualismo. ( Treccani )

Jurij Karlovič Oleša

Jurij Karlovic Oleša ( Elisavetgrad, 3 marzo 1899 – Mosca, 10 maggio 1960 ) è stato uno scrittore russo. Esordì con versi ricchi di satira nel 1922 sulle rivista Gudok, Il fischietto, nelle cui pagine scrivevano anche poeti del calibro di Bulgakov e Petrov.

Nel 1927 diede alle stampe il suo primo romanzo Invidia, suscitando non poche polemiche nei confronti dell’establishment sovietico. Rimane, quest’opera, insieme a pochi altri racconti, il capolavoro di Olesa. Le tematiche affrontate in Invidia spaziano nello scontro fra la civiltà meccanizzata e quella di massa, da lui tratteggiata con forti connotazioni negative e con un linguaggio che si riallaccia al cubofuturismo. Sia questo capolavoro che I tre grassoni, romanzo per bambini scritto nel 1924 ma pubblicato solo nel 1928, hanno avuto molte riduzioni per il teatro a partire dal 1929. ( Wikipedia )

 

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