Regalare un libro, un’emozione non solo per chi riceve ma anche per chi fa il regalo

L’emozione che solo un Libro sa dare

C’è un BLOG molto interessate. Chi scrive si chiama Barbara ( http://ddidonna.com/  ). Uno dei suoi Articoli aveva un titolo accattivante ” Cercavi un motivo? Eccoti 10 perchè !”

In sintesi

1- Regalare un libro significa regalare un’emozione! Ciascun romanzo, giallo, thriller, o chicchessia, contiene una storia, dei personaggi, che si legano e slegano tra di loro grazie ad un sottile filo di emozioni. Questo filo arriva diretto al lettore e contribuisce ad aumentare il piacere della lettura.

2- Regalare un libro significa anche dimostrare di essere in sintonia con quella persona e di rendersi partecipe dei diversi momenti della sua vita. Impegnandosi nella scelta del libro e magari azzeccandoci, dimostrerete di aver investito del tempo per una persona a cui tenete! La persona festeggiata comprenderà questo impegno e ne sarà davvero felice.

3- Perché un libro non costa quanto vale! Sembra banale, ma è così! un libro può passare in mille mani e donare a ciascuno qualcosa di diverso, regalare magari risposte o punti di vista diversi dal proprio. Un libro è come un nuovo mondo… e non ha eguali, mai.

4- Perché un libro non è un regalo banale, nonostante in tanti pensino il contrario! Oltre a donare emozioni, punti di vista, risposte, regala anche del tempo per se stessi, momenti di profonda intimità e questo nessun regalo può donarlo.

5- Perché un libro è un regalo che non ha età! A Natale, sarebbe originale regalare ai vostri famigliari un libro ciascuno, ognuno diverso e pensato per chi lo riceve. Dai più piccoli fino ai più grandi! Un libro è per tutti!

6- Perché regalare un libro significa anche regalare un mini corso di italiano ( o di una lingua straniera! ) ! Non si finisce mai di imparare e di perfezionare il proprio linguaggio! Chi è avvezzo alla lettura lo si riconosce perché ha una padronanza lessicale più fluida e un linguaggio più accurato.

7- Perché un libro non passa mai di moda, anzi… una volta letto è bello tenerlo sullo scaffale e poi ritrovarlo dopo anni e sorridere pensando al momento della tua vita in cui lo hai letto e hai viaggiato con lui.

8- Perché un libro è come una macchina del tempo che funziona davvero: trasporta nel passato e proietta nel futuro! E senza nemmeno dover uscire di casa!!

9-  Un libro regala qualcosa anche di noi ! Perché ? Perché quando si regala un libro è quasi d’obbligo unirvi una dedica personalizzata! Quale momento migliore allora per dire a quella persona quanto le vogliamo bene ? Se non siamo dei grandi scrittori poco importa, ciò che conta è metterci il cuore!

10- Da ultimo, un libro non si scarica mai, non ha bisogno di batteria o di altri apparecchi elettronici ! E’ puro relax

( Tratto da: D di Determinazione, di Destino, di Donna )

Morte a Venezia

Morte a Venezia è un film drammatico del 1971 diretto da Luchino Visconti, tratto dal romanzo La morte a Venezia dello scrittore tedesco Thomas Mann. Presentato in concorso al 24º Festival di Cannes, grazie al quale Visconti vinse un Premio speciale del venticinquesimo anniversario. È il secondo capitolo della “trilogia tedesca”, di cui fanno parte anche La caduta degli dei (1969) e Ludwig (1973).

Visconti aveva lavorato alla sceneggiatura del film con Nicola Badalucco che aveva già collaborato con lui a La caduta degli dei, co-sceneggiato con Enrico Medioli.

L’idea di Visconti di girare un film su questo romanzo di Mann era viva da tempo, come anche per altri registi dell’epoca, ma la letterarietà di un romanzo poco descrittivo e tutto vissuto su analisi introspettive e su una forte intimità del protagonista, rendevano l’impresa molto difficile perché non si presentava facilmente ad una messa in scena. Badalucco, infatti, ammise che il lavoro di progettazione della sceneggiatura aveva richiesto oltre sei mesi per riuscire a fissare i punti principali della messa in scena e in questo lavoro furono diverse le modifiche e le aggiunte apportate all’opera di Mann

Visconti per tantissimi aspetti resta, invece, fedele al libro almeno per quei pochi richiami figurativi come ad esempio la scena dell’ascensore o il primo incontro. ( Wikipedia )

Demostene: Orazioni Scelte

La Grecia del IV secolo a.C. vede maturare e giungere a compimento la crisi profonda avviata nella seconda metà del secolo precedente, dalla disastrosa Guerra del Peloponneso. Il mosaico delle “poleis” non è ora più in grado di affrontare e risolvere in modo adeguato i problemi di equilibrio della vita politica greca; non è in grado di opporsi all’irruzione del “barbaro” ma efficiente “stato nazionale” rappresentato dal regno di Macedonia. Ma sul piano culturale la civiltà greca è matura per generare quel fatto di portata universale che sarà l’ellenismo. In questo quadro, Demostene si pone come il rappresentante dei valori del passato, gli ideali di bellezza, libertà, democrazia che hanno trovato la loro più compiuta espressione nella città di Atene. Questo volume raccoglie le orazioni politiche immerse nel clima di ostilità e conflittualità tra Atene e il regno di Filippo il Macedone – le “Filippiche” e le “Olintiache” – l’orazione “Sulla corona” e le orazioni “Contro Midia” e “Contro Conone”.

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Seneca: Tutte le Opere

Nato a Cordova e morto suicida a Roma per ordine dell’imperatore Nerone, Lucio Anneo Seneca ( 4/1 a.C.-65 d.C. ), celebre filosofo neostoico, ha inteso la filosofia come arte del vivere, cioè come terapia dei mali dell’anima e del corpo. Scrive: ”La filosofia consiste nonin parole, ma in fatti. E non la si usa per trascorrere piacevolmente le giornate o per scacciare la nausea che viene dall’ozio: forma e plasma l’animo, regola la vita, governa le azioni, siede al timone e dirige il corso in mezzo ai pericoli del mare in tempesta. Senza di essa nessuno può vivere tranquillo, nessuno sicuro”. Le ragioni del successo di Seneca, oltre ai contenuti del suo messaggio, sono senza dubbio legate alla chiarezza e alla semplicità strutturale dei modi in cui lo comunica: ”Il linguaggio della verità è semplice”, e le verità ultimative possono e devono essere espresse in poche e chiare proposizioni. Si tratta di concetti che Seneca essenzializza assimila rendendoli sostanza della sua vita spirituale, e proprio come tali li comunica.
Stabilire con esattezza in che cosa consiste il vero bene da cui dipende la felicità additandone chiaramente la natura; valutare nel giusto modo le cose che non sono né beni né mali, ma al più sono cose preferibili per ragioni contingenti; intendere che la radice del bene sta nella coscienza e nella buona volontà; rendersi conto che di fronte ai veri beni e ai veri mali tutti gli uomini sono uguali; comprendere qual è il senso della vita e della morte e in che cosa consiste il fine dell’uomo; e, infine, rendersi conto del ruolo di Dio e del Destino e dei rapporti che intercorrono fra l’uomo e il Destino, ossia fra l’uomo e Dio: tale è in sintesi il messaggio immortale espresso da Seneca.
In questo volume Giovanni Reale offre una vera e propria monografia in cui spiega tutte le novità del neostoicismo senecano e la struttura concettuale che sorregge i suoi vari messaggi. ( Bompiani )

George Harrison: I Me Mine

I, Me, Mine, nota anche come I Me Mine, è l’autobiografia di George Harrison, ex-chitarrista dei Beatles, scritta con l’aiuto di Derek Taylor, portavoce dei Fab Four, pubblicata per la prima volta il 4 novembre 1980.  L’autobiografia, caratterizzata dai ricordi del chitarrista sulle sue canzoni oltre che sulla sua vita, presenta, nella ristampa dell’8 marzo 2007, curata dalla moglie Olivia Arias, che George aveva sposato due anni prima della prima edizione originale, e dalla quale aveva appena avuto il figlio Dhani, anche le liriche di 80 suoi brani e 50 pagine di fotografie. Infatti, a seconda delle edizioni, si passa da 398 pagine a 456. John Lennon espresse pubblicamente il suo dolore per essere citato molto raramente, fatto condiviso con l’ex-partner musicale Paul McCartney; i due avevano avuto, negli anni passati, un comportamento che aveva ferito Harrison, dedicando poco tempo alle sue canzoni, e frequentemente rifiutandole anche. Lennon venne assassinato l’8 dicembre 1980 da Mark David Chapman, lasciando George molto rammaricato per non essersi spiegato prima con l’amico circa la sua autobiografia; Harrison gli dedicò il successo All Those Years Ago, contenuto nell’album Somewhere in England del 1981. Il libro prende il nome dalla canzone I Me Mine, pubblicata sull’album Let It Be ( 1970 ) dei Beatles. ( Wikipedia )

Pietro Janni: Il Mare degli Antichi 

Si comincia con otto capitoli ( dal II al IX ) prevalentemente dedicati alla marineria dei Greci, con il supporto di brani di autori ellenici ( Omero, Esiodo, Erodoto, Tucidide, Senofonte, Pseudo-Demostene e Diodoro Siculo ). Essi introducono, fra le altre, alcune tematiche basilari per la comprensione della nautica dell antichità greca e romana: il calendario nautico, le caratteristiche delle triremi, le relative capacità di navigazione a remi ed a vela, nonché « l’enigma degli enigmi»: il remeggio delle poliremi classiche. Nei rimanenti nove capitoli ( dal X al XVIII ) ci si riferisce soprattutto al mondo dei Romani, il cui carattere cosmopolita e culturalmente bilingue risulta felicemente rappresentato anche dalla scelta dei brani introduttivi ( Polibio, Cesare, Cassio Dione, Atti degli Apostoli, Giuseppe Flavio, Petronio Luciano, Ateneo e Strabene ). Le gesta dei Romani sul mare nel perio-do della Repubblica sono esemplificate dalle due maggiori battaglie navali condotte nel Mediterraneo ( Ecnomo ed Azio ) e da quella combattuta dalla flotta di Cesare nelle acque della Bretagna contro le poderose navi oceaniche delle popolazioni armoricane ( guerra Venefica ). ( Rivista Marittima )

La Tomba di San Pietro. Una straordinaria vicenda

Pietro, il pescatore di Galilea, predicò a Roma la parola di Cristo. Venne crocifisso nel Circo di Nerone, in Vaticano, e sepolto a breve distanza dal luogo del martirio. Sul posto, divenuto oggetto di venerazione, venne poi edificata la prima Basilica Vaticana.
Questa è la tradizione accettata dai fedeli di tutto il mondo. Tuttavia, come testimonia Margherita Guarducci con La tomba di san Pietro, gli avversari della Chiesa cattolica negarono l’esistenza del tumulo, sostenendo perfino che Pietro non era mai giunto a Roma. Ristabilire la verità storica è dunque un’ operazione di estrema importanza sia dal punto di vista archeologico sia da quello religioso. Margherita Guarducci, che da anni lavora in questo campo di ricerche, ha una conoscenza diretta dei sotterranei vaticani e dei reperti venuti alla luce nel tempo. Il momento culminante delle sue indagini è stato forse quando dopo gli esami degli antropologi, è arrivata al riconoscimento delle ossa di san Pietro. Nel suo libro, Margherita Guarducci presenta la documentazione sulla tomba del santo, la sua ubicazione, le notizie che emergono dalla tradizione, le testimonianze degli antichi papi, le irregolarità commesse nella necropoli lungo i secoli, le difficoltà incontrate durante i lavori, i risultati degli scavi sotto la Basilica. L’autrice ha inoltre impreziosito la sua opera con i ricordi personali, le emozioni, i timori e gli esiti positivi che sono tipici di tutti gli archeologi e, in particolare, degli studiosi che operano in un ambiente dove il fascino dei millenni si unisce al fervore della fede. ( Rusconi )

 

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La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Libri & Letture

Aggiornato al 19 Novembre 2023

 

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LIBRI: Tutte le Opere Narrative di Ippolito Nievo

TUTTE LE OPERE NARRATIVE DI IPPOLITO NIEVO – MURSIA

Ippolito Nievo nasce a Padova nell’anno 1831, nel palazzo Mocenigo Querini, primogenito di Antonio, magistrato, e di Adele Marin, figlia della contessa friulana Ippolita di Colloredo e del patrizio veneziano Carlo Marin, intendente di finanza a Verona.

Nel 1848 il giovane Ippolito, affascinato dal programma democratico di Giuseppe Mazzini e Carlo Cattaneo, probabilmente è coinvolto in prima persona nella fallita insurrezione di Mantova. Prudentemente, continua a Cremona gli studi con l’amico Attilio Magri e, l’anno dopo, poiché la famiglia ritiene opportuno che si allontani per qualche tempo dalla Lombardia, egli si trasferisce in Toscana, prima a Firenze e poi a Pisa. Qui entra in contatto con gli esponenti del partito democratico di Guerrazzi: anche la Toscana è scossa dai moti risorgimentali e forse Ippolito partecipa a Livorno al moto del 10 maggio 1849 contro gli Austriaci, intervenuti per favorire il ritorno del granduca Leopoldo fuggito quattro mesi prima da Firenze.

Nel 1855, deluso dalla situazione politica italiana, lo scrittore passò lunghi periodi a Colloredo di Montalbano, dove si dedicò attivamente alla produzione letteraria, delineando nella mente quello che fu il suo capolavoro, Le confessioni d’un italiano.

Nel 1856, a causa di un racconto intitolato L’avvocatino pubblicato sul foglio milanese Il Panorama universale, fu accusato di vilipendio nei confronti delle guardie imperiali austriache e subì un processo nel quale patrocinò se stesso. Fu questa l’occasione per trascorrere lunghi periodi a Milano dove ebbe modo di partecipare agli stimolanti dibattiti letterari e politici che si svolgevano e di apprezzare il vivace clima culturale di quella città. Ippolito Nievo iniziò una relazione con Bice Melzi d’Eril, moglie del cugino Carlo Gobio; le fu legato fino alla morte, indirizzandole numerose lettere durante l’intero periodo delle imprese garibaldine.

Tra il 1857 e il 1858 Nievo, ritornato a Colloredo, si dedicò intensamente alla stesura del suo grande romanzo Le confessioni d’un italiano che venne pubblicato postumo nel 1867 dall’editore Le Monnier con il titolo rivisto Le confessioni di un ottuagenario.

Gli eventi del 1859 e del 1860 resero più intensa la sua attività giornalistica e ne sollecitano i primi due saggi politici, l’opuscolo Venezia e la libertà d’Italia, ispirato dalla mancata liberazione della città e pubblicato a luglio 1859, e il Frammento sulla rivoluzione nazionale. Si dedicò inoltre alla stesura di un nuovo romanzo, Il pescatore di anime, destinato a rimanere incompiuto.

Nel 1859 fu tra i Cacciatori delle Alpi di Giuseppe Garibaldi e l’anno seguente partecipò alla Spedizione dei Mille, numero 690 nell’elenco de I Mille. Nello stesso periodo anche i suoi fratelli Carlo e Alessandro decisero di arruolarsi, ma nell’Esercito regolare.

Unendosi alle truppe garibaldine il 5 maggio del 1860, Nievo salpò da Quarto a bordo del Lombardo insieme a Nino Bixio e Cesare Abba. Distintosi nella battaglia di Calatafimi e a Palermo, raggiunse il grado di colonnello e gli venne affidata la nomina di “Intendente di prima classe” dell’impresa dei Mille, con incarichi amministrativi, divenendo il vice di Giovanni Acerbi. Fu anche attento cronista della spedizione ( Diario della spedizione dal 5 al 28 maggio e Lettere garibaldine ).

Il giovane colonnello, avendo ricevuto l’incarico di riportare dalla Sicilia i documenti amministrativi delle spese sostenute dalla spedizione, si imbarcò assieme ai capitani Maiolini e Salviati e allo scritturale Fontana. Sullo stesso vapore viaggiava Pietro Nullo, fratello minore di Francesco Nullo, che era volontario garibaldino, ma non era addetto all’Intendenza. Trovarono la morte durante la navigazione da Palermo a Napoli, nella notte tra il 4 e il 5 marzo 1861, nel naufragio della nave a vapore Ercole. Tutte le persone imbarcate perirono e né relitti né cadaveri furono restituiti dal mare. ( Wikipedia )

Le confessioni di un italiano

Le confessioni d’un italiano ( inizialmente pubblicato con il titolo di Le confessioni di un ottuagenario ) è un romanzo di Ippolito Nievo pubblicato postumo nel 1867 di carattere storico, la cui vicenda si svolge negli anni che vanno dalla nascita del protagonista nel 1775 fino ai moti insurrezionali risorgimentali del 1848.

Nel romanzo viene narrata, sotto forma di un’autobiografia fittizia, la vicenda di Carlo Altoviti, personaggio che narra in prima persona la propria vita trascorsa come patriota, ma soprattutto come uomo che ha vissuto la trasformazione della propria identità da veneziano a italiano.

Il romanzo fu scritto tra il dicembre del 1857 e l’agosto del 1858 e si compone di ventitré capitoli, ognuno dei quali anticipato da un breve riepilogo. Nievo, però, non riuscì a pubblicare subito la sua opera, non trovando un editore disposto ad affrontare le difficoltà della lunghezza del testo e della censura.

Le confessioni vennero pubblicate, quindi, postume, con il titolo Le confessioni di un ottuagenario nel 1867 a Firenze dall’editore Le Monnier e a cura di Erminia Fuà Fusinato, moglie di Arnaldo Fusinato, amico dello stesso Nievo.

La presunta incompiutezza del romanzo indusse i primi editori ad apportare correzioni al testo, modifiche che crearono parecchi fraintendimenti critici, soltanto di recente messi nella loro chiara luce. Comunque il manoscritto originale, dal 1931 donato dalla famiglia Nievo è conservato nella Biblioteca comunale di Mantova.

L’opera ebbe una buona popolarità. Nel 1960 ne venne ricavata una riduzione per la televisione dal titolo La Pisana.

” Napoleone intanto si trova in Egitto e nel napoletano infuria la rivolta. Carlino segue la legione di Carafa che in Puglia fa strage di Turchi e Albanesi chiamati dai ribelli e trova il padre, ferito e prigioniero, che gli muore tra le braccia. Insieme a Pisana e Lucilio si rifugia a Genova dove vengono soccorsi da Sandro Giorgi, mugnaio di Fratta che è diventato colonnello. Carlino, in seguito alla vittoria di Marengo che ristabilisce la potenza di Napoleone, viene nominato prefetto delle Finanze a Bologna.

Date le dimissioni dopo breve tempo ritorna a Milano che lascerà, dopo Austerlitz, per recarsi a Venezia quando questa è unita al Regno d’Italia. A Venezia Carlino sposa Aquilina, sorella di Bruto Provedoni, per volere di Pisana, e per alcuni anni è un marito e un padre felice. Ma nel 1820, tornato a Napoli, partecipa alla rivoluzione contro re Ferdinando, viene ferito e fatto prigioniero. In carcere perde la vista e viene liberato grazie all’intervento di Pisana e con lei parte in esilio per Londra.

A Londra i due stentano la vita e Pisana, per aiutare Carlino, si mette a chiedere l’elemosina. Quivi incontrano Lucilio che esercita la sua professione di medico. Carlino viene operato da questi e riacquista la vista, mentre Pisana si ammala e muore. Carlino ritorna coi suoi a Venezia, dove gli muore il figlio Donato, già ferito nella rivoluzione di Romagna e muoiono di colera Lucilio e Spiro. “ ( Wikipedia )

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Aggiornato al 7 Dicembre 2023