LIBRO: Il Sadismo di Nice Fowell

N. FOWELL, IL SADISMO, FIRENZE, IST. EDIT. IL PENSIERO, 1914

Il termine SADISMO fu introdotto dallo psichiatra Richard von Kraff-Ebing e deriva da Donatien Alphonse François de Sade, meglio conosciuto come Marchese de Sade ( 1740 – 1814 ), aristocratico francese autore di diversi libri erotici e di alcuni saggi filosofici, in cui è evidenziata la figura del sadico come individuo capace di compiere, con scientifica razionalità, ogni sorta di azione volta al male ( o meglio all’immoralità, dato che il soggetto non riconosce solitamente bene e male ma solo il tornaconto personale ), rifiutando ogni limitazione imposta dalla morale comune e riconoscendo come unica legge il perseguimento e l’accrescimento del proprio personale piacere.

Marchese de Sade

Donatien-Alphonse-François de Sade, signore di Saumane, di La Coste e di Mazan, marchese e conte de Sade, conosciuto comunemente come Marchese de Sade ma anche come D.A.F. de Sade e soprannominato Divin marchese ( Parigi, 2 giugno 1740 – Charenton-Saint-Maurice, 2 dicembre 1814 ), è stato uno scrittore, filosofo, poeta, drammaturgo, saggista, aristocratico, criminale e politico rivoluzionario francese, delegato della Convenzione nazionale.

Appartenente a una famiglia di antica nobiltà, a partire dal 1800 e fino alla morte quattordici anni dopo, rinunciò a ogni titolo nobiliare e si firmò semplicemente «D.-A.-F. Sade». Per il periodo rivoluzionario utilizzò anche lo pseudonimo Louis Sade. Fu autore di tutta una serie di classici della letteratura erotica, drammi teatrali, testi vari e saggi filosofici, molti dei quali scritti mentre si trovava in prigione; la sua opera e il suo pensiero lo hanno fatto considerare un esponente dell’ala estremista del libertinismo, nonché dell’Illuminismo più radicale, ateo, materialista e anticlericale.

Il suo nome è all’origine del termine sadismo, atteggiamento che emerge dai suoi romanzi, incentrati sulla descrizione di comportamenti sessuali trasgressivi e perversi, quelli che saranno chiamati appunto “sadici”, oltre che su scene di esplicita violenza e sui temi filosofici della ricerca del piacere, consistente nel soddisfare gli istinti naturali (in Sade spesso derivanti dall’esercitare la crudeltà a fini sessuali), dell’ateismo e del rifiuto verso ogni forma di autorità costituita.[1]

Durante la sua vita Sade venne accusato (con l’assenso della sua famiglia, specie della suocera) di vari reati, come pratiche di violenza sessuale, di sodomia, di tentativi di avvelenamento e condotta immorale (legati alle vicende dette “affare di Arcueil” o caso di Rose Keller, e “affare di Marsiglia”), ma venne riconosciuto colpevole solo di “libertinaggio” (cioè condotta sessuale illegale) e produzione di materiale pornografico. Fu perseguito prima dal regime monarchico, poi, in quanto nobile, dalla Rivoluzione francese (a cui aveva aderito) e infine anche dal governo napoleonico.

Passò molti anni della sua vita, a causa di una lettre de cachet e di varie disposizioni successive, prima in carcere – tra cui alla Bastiglia per qualche anno – e poi all'”albergo dei pazzi” di Charenton, dove scrisse molte delle sue opere più celebri. Per molto tempo ritenuto un autore immorale o di scarso valore, è stato rivalutato e riscoperto nel XX secolo a opera del surrealismo, della psicoanalisi e dell’esistenzialismo. ( Wikipedia )

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La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Aggiornato al 5 Gennaio 2024

 

 

LIBRO: I Fiori del Male di Charles Baudelaire

C. BAUDELAIRE, I FIORI DEL MALE

I fiori del male (Les Fleurs du mal) è una raccolta lirica di Charles Baudelaire (1821-1867). La prima edizione fu pubblicata il 25 giugno 1857, presso l’Editore Auguste Poulet-Malassis, in una tiratura di 1300 esemplari. Il testo comprendeva cento poesie divise in cinque sezioni: Spleen et ideal, Les Fleurs du mal, Révolte, Le vin e La mort.

Il titolo dell’opera, “I fiori del male”, è fortemente emblematico: da quest’ultimo, infatti, è possibile comprendere l’orientamento dello stile poetico dell’autore, nonché la tendenza che lo spinse a comporre l’intera opera, ovvero il fare poesia su argomenti cupi, scabrosi, talvolta immorali. Non a caso, la traduzione letterale del titolo (“Les Fleurs du mal”) dalla lingua francese a quella italiana è “I fiori dal male”, vista la volontà dell’autore di avvalersi della poesia per “estrarre la bellezza dal male” (“extraire la beauté du Mal”). Il titolo fu giudicato dai suoi contemporanei e dalla critica un titolo provocatorio e dirompente, tuttavia perfettamente in linea con l’animo misterioso dell’autore.

Già il 7 luglio, la direzione della Sicurezza pubblica denunciò l’opera per oltraggio alla morale pubblica e offesa alla morale religiosa. Baudelaire e gli editori vennero condannati a pagare una multa e alla soppressione di sei liriche incriminate come immorali. La forma poetica e i temi trattati fecero scandalo: risaliva al 1845 l’annuncio della pubblicazione di 26 poesie in un volume intitolato Les lesbiennes (Le lesbiche), scelta poi abbandonata.

Nel 1861 uscì in 1500 esemplari la seconda edizione dei Fleurs du mal, dove Baudelaire rimosse le sei liriche accusate, aggiungendone 35 nuove, con una diversa divisione in 6 sezioni: Spleen et ideal, Tableaux Parisiens, Le vin, Les Fleurs du mal, Révolte, e La mort.

I fiori del male viene considerata una delle opere poetiche più influenti, celebri e innovative non solo dell’Ottocento francese ma di tutti i tempi. Il lirismo aulico, le atmosfere surreali di un modernismo ancora reduce della poetica romantica, lo sfondo vagamente sinistro, tradusse Baudelaire nello stereotipo del “poeta maledetto”: chiuso in se stesso, a venerare i piaceri della carne e tradurre la propria visione del mondo in una comprensione d’infinita sofferenza e bassezza. L’intenso misticismo del linguaggio e un rigore formale freddo si trovano ad affrontare temi metafisici, teologici ed esotici.

Charles Baudelaire

Charles Pierre Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867) è stato un poeta, scrittore, critico letterario, critico d’arte, giornalista, filosofo, aforista, saggista e traduttore francese.

È considerato uno dei più importanti poeti del XIX secolo, esponente chiave del simbolismo, affiliato del parnassianesimo e grande innovatore del genere lirico, nonché anticipatore del decadentismo. I fiori del male, la sua opera maggiore, è considerata uno dei classici della letteratura francese e mondiale.

Il pensiero, la produzione e la vita di Baudelaire hanno influenzato molti autori successivi (primi fra tutti i “poeti maledetti” come Verlaine, Mallarmé e Rimbaud, ma anche gli scapigliati italiani come Emilio Praga, o Marcel Proust, Edmund Wilson, Dino Campana, nonché, in particolar modo, Paul Valéry), appartenenti anche a correnti letterarie e vissuti in periodi storici differenti, ed è considerato ancor oggi non solo come uno dei precursori della letteratura decadente, ma anche di quella poetica e di quella filosofia nei confronti della società, dell’arte, dell’essenza dei rapporti tra esseri umani, dell’emotività, dell’amore e della vita che lui stesso aveva definito come “modernismo”. ( Wikipedia )

 

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Aggiornato a 29 Novembre 2023