16 – LIBROTECA – Libri Rari & d’Occasione by Libreria Aiace

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Per ricercare un Libro nel Database della Libreria Aiace è sufficiente digitare una o più parole riguardante l’argomento scelto. Esempio: Pasolini – Divina Commedia – Goethe – Roma Antica – Guerra Mondiale – Medioevo

LIBRO: Il Vero e il Giusto di Raymond Boudon

BOUDON: IL VERO E IL GIUSTO

Già nel Vero e il giusto Boudon propone di affrontare il discorso sul fondamento dei giudizi di valore adottando un approccio epistemologico. Proposizioni come «x è buono, cattivo, legittimo, illegittimo ecc.» vengono, cioè, considerate alla stregua di proposizioni comunemente riconosciute come scientifiche, quale ad esempio «Esiste una forza che attira gli oggetti verso il centro della Terra». Come tali, possono essere parte o costituire esse stesse una teoria scientifica. Ora, qualsiasi teoria, di conseguenza anche le teorie che esprimono la spiegazione delle norme e dei valori, deve sempre necessariamente fondarsi su quelle che egli definisce «certe proposizioni “prime”, in altre parole su dei “principi”». La necessità inderogabile di questo fondamento per le teorie, unitamente all’impossibilità logica di dimostrare la validità dei principi (che sono sempre degli assunti), determinano la natura dilemmatica dell’enunciato che è anche il teorema fondamentale dell’epistemologia, indicato da Hans Albert come il «Trilemma di Münchhausen». ( Tratto da Quaderni di Sociologia di Roberto Scalon )

Raymond Boudon

Boudon contrappone all’Homo oeconomicus della Teoria della scelta razionale, un individuo dotato di una razionalità situata, cioè legata alle condizioni sociali e culturali dell’attore stesso. Quest’uomo, l’Homo sociologicus, non ragiona solo in termini di beneficio, Boudon infatti afferma che valori, credenze ed abitudini non possono esser tralasciate in quanto l’individuo le interiorizza. Inoltre gli individui possono commettere errori non potendo sempre individuare la scelta migliore, la sua razionalità è limitata, data l’insufficienza di informazioni di cui l’attore dispone. L’individuo può essere condizionato da scelte ideologiche ed infine essendo integrato, in costante interazione con la società, deve rispondere a attese sociali legate al suo ruolo. L’Homo sociologicus di Boudon agisce in modo razionale, ma anche per “buone ragioni” condizionate da valori, convinzioni e soprattutto dall’identità personale, concetto che si distacca completamente dal modello della Teoria della scelta razionale e dal concetto weberiano di agire razionale rispetto allo scopo. ( Wikipedia )

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La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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LIBRO: Spoon River Anthology di Edgar Lee Masters

E.L. MASTERS, SPOON RIVER ANTHOLOGY, I MILLENNI, EINAUDI, 1948

L’Antologia di Spoon River ( Spoon River Anthology ) è una raccolta di poesie in verso libero che il poeta statunitense Edgar Lee Masters pubblicò tra il 1914 e il 1915 sul Mirror di St. Louis. Ogni poesia racconta, in forma di epitaffio, la vita dei residenti di Spoon River, un immaginario paesino del Midwest statunitense, sepolti nel cimitero locale. Lo scopo di Masters è quello di demistificare la realtà di una piccola cittadina rurale americana.

La prima edizione della raccolta pubblicata nell’aprile del 1915 contava 213 epigrafi diventati poi 243 più La Collina nella versione definitiva del 1916. La raccolta comprende diciannove storie che coinvolgono un totale di 248 personaggi che coprono praticamente tutte le categorie e i mestieri umani. Masters si proponeva di descrivere la vita umana raccontando le vicende di un microcosmo, il paesino di Spoon River.

In realtà, Masters si ispirò a personaggi veramente esistiti nei paesini di Lewistown e Petersburg, vicino a Springfield nell’Illinois, dove egli era cresciuto; molte delle persone a cui le poesie erano ispirate, che erano ancora vive, si sentirono offese nel vedere le loro faccende più segrete e private pubblicate in quelle poesie. La caratteristica saliente dei personaggi di Edgar Lee Masters, infatti, è che essendo per la maggior parte morti non hanno più niente da perdere e quindi possono “raccontare” la loro vita in assoluta sincerità.

Nella prefazione ad una delle edizioni italiane dell’opera, Fernanda Pivano ha scritto che “l’autore definiva questo libro qualcosa di meno della poesia e di più della prosa” e, in effetti, la struttura netta e scarna dei versi sembra dare ragione a Masters. Il tono degli epitaffi è sempre “narrativo”, mai “declamatorio” e la voce dei protagonisti è sfumata, priva di un vero rimpianto per il passato che non c’è più. Esso è, ormai, qualcosa che si trova oltre la loro attuale dimensione e, nel loro apparente distacco, sembra quasi leggibile solo l’ansia di raccontare la loro esperienza, come fa il vecchio marinaio dell’opera di Coleridge. ( Wikipedia )

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Libri & Letture

LIBRO: Viaggio in Italia di Johann Wolfgang Goethe

J. W. GOETHE, VIAGGIO IN ITALIA – SANSONI

Il 28 settembre 1786 Johann Wolfgang Goethe arrivò a Venezia, per lui il coronamento di un sogno. Nella Serenissima si soffermerà fino al 14 ottobre; è proprio durante questo soggiorno veneziano che Goethe vede per la prima volta il mare. Sebbene della città scrisse molte cose positive, lo scrittore criticò molto la mancanza di pulizia e la noncuranza delle autorità verso questo problema.

«Sono rimasto colpito dalla grande sporcizia delle strade, facendo di conseguenza alcune considerazioni. In materia esiste certamente un qualche regolamento: la gente spinge il sudiciume negli angoli, e vedo anche mandar su e giù grosse imbarcazioni che si fermano in punti determinati e raccolgono l’immondizia […]. In queste operazioni non v’è logica né rigore, e tanto più è imperdonabile la sporcizia della città, che per le sue caratteristiche potrebbe esser tenuta pulita come lo è qualunque città olandese.»

Dopo Venezia, Goethe si recò a Ferrara, dove visitò la tomba di Ludovico Ariosto in Palazzo Paradiso e il presunto luogo di prigionia di Torquato Tasso. Il 17 è a Cento, patria del pittore Guercino, che gli dà lo spunto per sottolineare l’attaccamento degli italiani alla propria patria. Il 18 notte è a Bologna, dove vede la Santa Cecilia di Raffaello, rimanendone estasiato. Quindi salì sulla Torre degli Asinelli, ammirando il panorama visibile da quell’altezza ( 97,2 m ).

Napoli

Goethe arrivò a Napoli insieme a Johann Heinrich Wilhelm Tischbein il 25 febbraio 1787, e vi restò fino al 29 marzo, per poi recarsi in Sicilia. Racconta di una città «libera, allegra, vivace» ma soprattutto splendida per le sue bellezze:

«Napoli è un paradiso, ognuno vive in una specie di ebrezza e di oblio di sé stesso!»

Accompagnato dal Federico Carlo Augusto, Principe di Waldeck si recò a Pozzuoli e dintorni ( 1º marzo ) per visitare la solfatara e le rovine romane. Sale due volte in cima a Vesuvio: il 2 e 6 marzo. Il 5 marzo ( seconda domenica di quaresima ) lo dedicò alla visita delle chiese di Napoli, ed ammirò nella chiesa del Gesù Nuovo la cacciata di Eliodoro dal tempio affrescata da Francesco Solimena e altre opere di Luca Giordano. Visitò palazzo Colubrano ( palazzo Diomede Carafa ) con Wilhelm Tischbein ( 7 marzo ), nel cortile del quale ammirò la scultura di una testa di cavallo in bronzo di Donatello, oggi sostituita da una copia in terracotta dopo che l’originale fu donato, nel 1809, al museo archeologico di Napoli. Visita la pinacoteca di Capodimonte ( 9 marzo ) e assiste a spettacoli nel teatro San Carlo.

Sicilia

«L’Italia, senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto»

Viaggiare in Sicilia al tempo di Goethe era una vera avventura perché non era una terra adeguata per gli stranieri, sia per l’assenza di strutture ricettive a cui si ovviava cercando ospitalità presso nobili, nei conventi o in taverne. Inoltre il viaggio era sempre rischioso, sia per la propria incolumità che per le condizioni delle strade. Egli fu il primo che affrontò uno spostamento lungo le zone interne della Sicilia, dato che i rari visitatori passavano solo dalle città principali. In questo lo scrittore fu spinto da un vero spirito di avventura e scoperta.

«Lo stile architettonico somiglia in generale a quello di Napoli, ma nei pubblici monumenti – certe fontane ad esempio – si nota più ancora l’assenza di buon gusto. Qui non è, come a Roma, lo spirito dell’arte a improntare di sé i lavori; forma ed essenza delle costruzioni dipendono da circostanze fortuite.»

Raggiunse via mare Palermo dove rimase colpito dalla presenza di polvere e sporcizia nelle strade.

Il 9 aprile andò a Bagheria presso la villa Palagonia rimanendone stupito per la bizzarìa delle figure mostruose e lo strano gusto del proprietario. Questa visita influenzerà poi alcuni passaggi del Faust, come ne La notte di Valpurga in cui descrive una serie di mostri. Alcuni giorni dopo vedrà passare proprio il principe di Palagonia che raccoglieva denaro per finalità benefiche riscontrando l’incongruenza tra il denaro speso per la villa e quello che chiedeva agli altri. Il 10 andò a Monreale ma curiosamente invece di visitare il duomo di Monreale visitò il convento di S. Martino. Goethe avrà anche un importante incontro con la sorella di Cagliostro figura di cui si interesserà per le varie vicende di vita.

Poi visitò il Tempio di Segesta e quindi passa da Castelvetrano e Sciacca giungendo fino ad Agrigento. Qui si soffermò nella Valle dei Templi dove osservò lo stato di rovina dei vari templi e rimase incantato dalla fertilità dei terreni a grano. Per questa ragione desiderò vedere i campi che hanno dato il titolo alla Sicilia in epoca romana di granaio d’Italia, gli venne così suggerito di passare per l’entroterra saltando Siracusa. Così si diresse verso Caltanissetta dove trovò un alloggio privo di sedie e tavoli con la necessità di chiedere in prestito la cucina ad un paesano.

A Castrogiovanni (Enna) trascorse una pessima nottata che gli farà giurare di non percorrere più itinerari lontani da quelli più battuti:

«L’antica Enna riservò la più sgradevole delle accoglienze: una stanza ammattonata, con imposte ma senza finestre, sicché dovemmo scegliere tra restarcene seduti al buio o esporci di nuovo ai piovaschi cui eravamo appena sfuggiti. Divorammo qualche avanzo delle nostre provviste e, dopo aver passato una nottataccia, giurammo solennemente che mai più avremmo mutato itinerario per inseguire il miraggio d’un nome mitologico.»

Giunto a Catania prese contatto con il principe Biscari per poter poi fargli visita presso il suo palazzo in cui poté ammirare la collezione presente. Incontrò anche il cavaliere Gioeni da cui ottenne dei suggerimenti per poter salire sull’Etna, cosa che farà parzialmente a dorso di mulo, non potendo raggiungere la vetta per le condizioni meteorologiche. Visitò anche Aci Castello per vedere i faraglioni.

A Taormina visitò il teatro antico ammirandone il bel panorama, definendo la località «il più grande capolavoro dell’arte e della natura». Proseguì subito dopo per Messina, dove restò per 3 giorni e trovò la città distrutta dal terremoto del 1783. Lì incontrerà il governatore. Poi approfittando di una nave in partenza si imbarcò per far ritorno a Napoli, ma rischiò il naufragio in prossimità di Capri a causa di una bonaccia che condusse la nave in prossimità degli scogli. Tuttavia dopo pochi giorni riuscì a giungere a Napoli senza grossi problemi. ( Wikipedia )

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Libri & Letture

Aggiornato a 19 Novembre 2023

 

 

 

LIBRO: I Fiori del Male di Charles Baudelaire

C. BAUDELAIRE, I FIORI DEL MALE

I fiori del male (Les Fleurs du mal) è una raccolta lirica di Charles Baudelaire (1821-1867). La prima edizione fu pubblicata il 25 giugno 1857, presso l’Editore Auguste Poulet-Malassis, in una tiratura di 1300 esemplari. Il testo comprendeva cento poesie divise in cinque sezioni: Spleen et ideal, Les Fleurs du mal, Révolte, Le vin e La mort.

Il titolo dell’opera, “I fiori del male”, è fortemente emblematico: da quest’ultimo, infatti, è possibile comprendere l’orientamento dello stile poetico dell’autore, nonché la tendenza che lo spinse a comporre l’intera opera, ovvero il fare poesia su argomenti cupi, scabrosi, talvolta immorali. Non a caso, la traduzione letterale del titolo (“Les Fleurs du mal”) dalla lingua francese a quella italiana è “I fiori dal male”, vista la volontà dell’autore di avvalersi della poesia per “estrarre la bellezza dal male” (“extraire la beauté du Mal”). Il titolo fu giudicato dai suoi contemporanei e dalla critica un titolo provocatorio e dirompente, tuttavia perfettamente in linea con l’animo misterioso dell’autore.

Già il 7 luglio, la direzione della Sicurezza pubblica denunciò l’opera per oltraggio alla morale pubblica e offesa alla morale religiosa. Baudelaire e gli editori vennero condannati a pagare una multa e alla soppressione di sei liriche incriminate come immorali. La forma poetica e i temi trattati fecero scandalo: risaliva al 1845 l’annuncio della pubblicazione di 26 poesie in un volume intitolato Les lesbiennes (Le lesbiche), scelta poi abbandonata.

Nel 1861 uscì in 1500 esemplari la seconda edizione dei Fleurs du mal, dove Baudelaire rimosse le sei liriche accusate, aggiungendone 35 nuove, con una diversa divisione in 6 sezioni: Spleen et ideal, Tableaux Parisiens, Le vin, Les Fleurs du mal, Révolte, e La mort.

I fiori del male viene considerata una delle opere poetiche più influenti, celebri e innovative non solo dell’Ottocento francese ma di tutti i tempi. Il lirismo aulico, le atmosfere surreali di un modernismo ancora reduce della poetica romantica, lo sfondo vagamente sinistro, tradusse Baudelaire nello stereotipo del “poeta maledetto”: chiuso in se stesso, a venerare i piaceri della carne e tradurre la propria visione del mondo in una comprensione d’infinita sofferenza e bassezza. L’intenso misticismo del linguaggio e un rigore formale freddo si trovano ad affrontare temi metafisici, teologici ed esotici.

Charles Baudelaire

Charles Pierre Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867) è stato un poeta, scrittore, critico letterario, critico d’arte, giornalista, filosofo, aforista, saggista e traduttore francese.

È considerato uno dei più importanti poeti del XIX secolo, esponente chiave del simbolismo, affiliato del parnassianesimo e grande innovatore del genere lirico, nonché anticipatore del decadentismo. I fiori del male, la sua opera maggiore, è considerata uno dei classici della letteratura francese e mondiale.

Il pensiero, la produzione e la vita di Baudelaire hanno influenzato molti autori successivi (primi fra tutti i “poeti maledetti” come Verlaine, Mallarmé e Rimbaud, ma anche gli scapigliati italiani come Emilio Praga, o Marcel Proust, Edmund Wilson, Dino Campana, nonché, in particolar modo, Paul Valéry), appartenenti anche a correnti letterarie e vissuti in periodi storici differenti, ed è considerato ancor oggi non solo come uno dei precursori della letteratura decadente, ma anche di quella poetica e di quella filosofia nei confronti della società, dell’arte, dell’essenza dei rapporti tra esseri umani, dell’emotività, dell’amore e della vita che lui stesso aveva definito come “modernismo”. ( Wikipedia )

 

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Aggiornato a 29 Novembre 2023

 

LIBRO: La Chiesa di S.Stefano a Umm Al-Rasas

S. OGNIBENE, LA CHIESA DI SANTO STEFANO AD UMM AL-RASAS

Roma, L’Erma di Bretschneider

Umm al-Rasās, chiamata anche Castrum Mefa’a (in latino) o Kastron Mefa’a (in greco-bizantino) è un sito archeologico che si trova nella Giordania centro-orientale. Qui sono presenti antiche rovine di epoca romana, bizantina e dei primi secoli dell’espansione araba, risalenti al periodo compreso fra il III e il IX secolo.

La maggior parte del sito non è ancora stata portata alla luce; ciò che è emerso comprende un accampamento militare ed alcune chiese, alcune delle quali presentano splendidi pavimenti a mosaico. Di particolare pregio è il mosaico della chiesa di Santo Stefano, in cui sono rappresentate le città che anticamente si trovavano in questa regione. Qui sono inoltre state trovate due torri che probabilmente sono le uniche testimonianze della pratica dei monaci stiliti, un tempo molto diffusa nella Chiesa orientale.

Nel 2004 Umm al-Rasās è stato inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. ( Wikipedia )

Nelle prime tre campagne di scavo nel quartiere extra moenia è stata riportata alla luce gran parte di un esteso complesso ecclesiastico sul limite settentrionale delle rovine, comprendente due chiese mosaicate (la chiesa del vescovo Sergio a Ν e la chiesa di S. Stefano a SE), più un cortile lastricato a SO, successivamente trasformato in chiesa, con il presbiterio addossato all’abside poligonale di una quarta chiesa lastricata sopraelevata. Un battistero e una cappella funeraria, a O della chiesa del vescovo Sergio, e una cappella a S della chiesa del Cortile completavano il complesso liturgico del quale facevano parte anche alcuni vani di abitazione a E e a O. ( Treccani )

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Aggiornato al 15 Novembre 2023