Archeologia: la Villa di Nerone a Subiaco by Libreria Aiace Roma Montesacro – Nomentana – Talenti

Villa di Nerone a Subiaco

La villa, edificata prima del 60 d.C. tra i monti Simbruini, pendant di quella marittima di Anzio, era costituita di almeno cinque nuclei, situati lungo la stretta gola del fiume Aniene, il quale venne sbarrato con dighe a formare i Simbruina stagna, citati dagli autori antichi ( Tacito, Plinio, Frontino ) per la loro amenità e profondità. Il più grande lago superiore fu utilizzato in seguito da Traiano come bacino per la nuova captazione dell’acquedotto Anio novus, che nasceva più a valle. Per la sua singolarissima articolazione, definita “a festone”, lontana dal rigido schema a “palazzo”, il Sublaqueum ( questo è il nome tramandato da Tacito ) anticipò la Domus Aurea, costruita dopo l’incendio del 64 d.C. dagli architetti Severo e Celere, che potrebbero aver ideato anche la villa sublacense.

In particolare il Nucleo A, letteralmente incassato in un profondo taglio nella roccia calcarea utilizzato anche come cava, si compone di circa venti ambienti a destinazione termale ( tra cui un ninfeo absidato ) e probabilmente residenziale, di una cisterna e di una vasca ellittica per allevamento di pesci. Durante gli ultimi scavi ( 1994-99 ), che hanno completato quelli del 1883, sono stati rinvenuti sotto il ninfeo absidato i resti di un altro ninfeo, anch’esso di età neroniana, distrutto forse per cause naturali, che aveva la volta a botte rivestita di concrezioni calcaree con inseriti medaglioni musivi ( decorazione ricomposta all’interno del Museo Ceselli nel Monastero di S. Scolastica ). È stato inoltre documentato il riuso agli inizi del VI secolo, per opera di Benedetto ( futuro Santo e Patrono d’Europa ), di alcuni ambienti per la fondazione del protocenobio di S. Clemente. ( FONTE: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale )

Nerone

Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico ( in latino Nero Claudius Caesar Augustus Germanicus; Anzio, 15 dicembre 37 – Roma, 9 giugno 68 ), nato come Lucio Domizio Enobarbo ( Lucius Domitius Ahenobarbus ) e meglio conosciuto semplicemente come Nerone, è stato il quinto imperatore romano, l’ultimo appartenente alla dinastia giulio-claudia. Regnò circa quattordici anni dal 54 al 68, anno in cui si suicidò.

Nerone fu un principe molto controverso nella sua epoca; ebbe alcuni innegabili meriti, soprattutto nella prima parte del suo impero, quando governava con la madre Agrippina e con l’aiuto di Seneca, filosofo stoico, e di Afranio Burro, prefetto del pretorio, ma fu anche responsabile di delitti e atteggiamenti dispotici.

Accusati sommariamente di congiure contro di lui o crimini vari, caddero vittime della repressione la stessa madre, la prima moglie e lo stesso Seneca, costretto a suicidarsi, oltre a vari esponenti della nobiltà romana, e molti cristiani. Per la sua politica assai favorevole al popolo, di cui conquistò i favori con elargizioni e giochi del circo, e il suo disprezzo per il Senato romano, fu – come era già stato per lo zio Caligola – molto inviso alla classe aristocratica ( tra i quali i suoi principali biografi, Svetonio e Tacito ).

L’immagine di tiranno che di lui fu tramandata venne parzialmente rivista dalla maggioranza degli storici moderni, i quali ritengono che non fosse né pazzo – come lo descrissero alcune fonti – né particolarmente crudele per l’epoca, ma che i suoi comportamenti autoritari fossero simili a quelli di altri imperatori non ugualmente giudicati. Negli ultimi anni la paranoia di Nerone si accentuò, ed egli si rinchiuse in se stesso e nei suoi palazzi dedicandosi all’arte e alla musica, in pratica lasciando il governo nelle mani del prefetto del pretorio, il sanguinario Tigellino.

Anche se il suo comportamento ebbe certamente eccessi violenti e stravaganze, si può dire che non tutto ciò che gli venne imputato dagli storici contemporanei sia vero: ad esempio fu accusato del grande incendio di Roma, con l’obiettivo di ricostruire la città ed edificare la propria maestosa residenza, la Domus Aurea, fatto da cui gli studiosi moderni tendono a discolparlo. Nerone accusò dell’incendio i cristiani, che furono arrestati e condannati in massa. Infine, qualche anno dopo, abbandonato anche dai pretoriani e dall’esercito, venne deposto dal Senato ( che riconobbe il generale Galba come nuovo princeps ) e, dopo un primo tentativo di fuga, alla fine, vistosi perduto, si tolse la vita nei pressi di Roma, nella villa di uno dei suoi liberti. ( Wikipedia )

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Aggiornato al 24 Gennaio 2024

 

 

 

LIBRO: L’Italia di Bonaparte di Antonino De Francesco

DE FRANCESCO: L’ITALIA DI BONAPARTE

I Bonaparte, già Buonaparte, sono una nobile famiglia corsa di origine italiana. Secondo la versione accettata dallo stesso Napoleone e da altri membri della famiglia, i Buonaparte erano originari di Firenze, dove si schierarono dalla parte ghibellina. Con la vittoria del partito dei Guelfi, nel Duecento, dovettero lasciare la città andando in esilio, prima a San Miniato, e infine a Sarzana, nell’allora Repubblica di Genova ove il primo membro conosciuto della famiglia si trova citato come Bonapars figlio di Gianfardo.

I Buonaparte passarono quindi in Corsica, prima a Bastia, con Giovanni Buonaparte, che divenne reggente delle città sotto il governatore genovese Tomasino Campofregoso, e poi definitivamente ad Ajaccio.

Il legame con la penisola italiana non fu mai rescisso: Carlo Maria Buonaparte, padre di Napoleone Bonaparte, studiò diritto all’Università di Pisa come molti suoi antenati. E attraverso i lontani parenti di San Miniato nel Granducato di Toscana, riuscì a ottenere il titolo di nobile di San Miniato, che gli permise di entrare il 13 settembre 1771 nella nuova nobiltà còrsa, voluta dai francesi che nel 1769 erano diventati i nuovi padroni dell’isola.

Campagna d’Italia

La campagna d’Italia del 1796-1797 fu la serie d’operazioni militari guidate da Napoleone Bonaparte alla testa dell’Armata d’Italia durante la guerra della prima coalizione combattuta dalla Francia rivoluzionaria contro le potenze monarchiche europee dell’Antico regime, nello specifico rappresentate dal Regno di Sardegna, dal Sacro Romano Impero e dallo Stato Pontificio.

Il generale Bonaparte dimostrò per la prima volta le sue grandi capacità di stratega e di condottiero raggiungendo, nonostante la limitatezza dei suoi mezzi, una serie di brillanti vittorie che consentirono di instaurare il dominio francese su gran parte dell’Italia settentrionale e centrale. Il generale ottenne grande prestigio e una vasta popolarità, esercitando autonomamente l’autorità sul territorio conquistato e organizzando una serie di stati strettamente collegati alla Francia. Dopo aver agito spesso in contrasto con le direttive del Direttorio, il generale Bonaparte concluse vittoriosamente la campagna firmando personalmente il trattato di Campoformio, che sancì la sconfitta dell’Impero d’Austria e della prima coalizione e confermò la predominante influenza francese in Italia, specie sulle elite peninsulari.

Nel novembre del 1796, Napoleone proclamò la Repubblica Transpadana ( Lombardia ), e l’anno successivo anche la Repubblica Cispadana ( Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia ), e adottò il tricolore come bandiera. Successivamente, con una serie di campagne vincenti, estese il suo dominio anche su Mantova e sul territorio di Venezia, che divenne la Repubblica Veneta e nel 1797, fondò la Repubblica Cisalpina, che assorbì anche la Repubblica Cispadana.
Nonostante la Pace di Campoformio ( 1797 ) lo avesse costretto a cedere il Veneto all’Austria, nell’inverno successivo le truppe napoleoniche riuscirono ad entrare a Roma e, proclamando la Repubblica Romana, costrinsero il papa a rifugiarsi in Toscana. Infine, nel gennaio del 1799 le truppe francesi entrarono anche a Napoli e proclamarono la Repubblica Partenopea.
Dopo la controffensiva austriaca i francesi furono costretti a ritirarsi da alcuni presidi in Lombardia, e Ferdinando IV di Borbone inviò le sue truppe alla riconquista di Napoli. La Repubblica Partenopea capitolò a giugno dello stesso anno, e ad agosto, in seguito alla battaglia di Novi, crollò la dominazione francese. 

Negli anni successivi Napoleone, dopo aver vinto altre battaglie decisive, si impegnò a dare un nuovo assetto territoriale all’Italia.
Nel mese di giugno del 1800, venne proclamata la seconda Repubblica Cisalpina, ed in seguito anche la Repubblica di Genova, il Piemonte e il ducato di Parma passarono alla Francia. Il dicembre del 1801 un’assemblea di notabili deliberò la nascita della Repubblica Italiana, con capitale Milano e presidente Napoleone.
Quattro anni dopo Napoleone assunse il titolo di re d’Italia ed il 26 maggio del 1805 venne incoronato con la corona ferrea.
Il territorio a lui sottomesso continuava ad allargarsi, annettendo anche il Regno Veneto, la Dalmazia, la Repubblica Ligure ed infine la Toscana.
Nel 1806 Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, fu nominato re di Napoli, e l’anno successivo vennero conquistate anche le Marche, il Lazio e l’Umbria. Restano fuori dal dominio solo la Sicilia, sotto il dominio Borbone, e la Sardegna, territorio dei Savoia.
Dieci anni dopo, la controffensiva austriaca toglieva Milano ai Francesi e causava il crollo del Regno ( 1815 ). ( Wikipedia )

 

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