LIBRO: Viaggio in Italia di Johann Wolfgang Goethe

J. W. GOETHE, VIAGGIO IN ITALIA – SANSONI

Il 28 settembre 1786 Johann Wolfgang Goethe arrivò a Venezia, per lui il coronamento di un sogno. Nella Serenissima si soffermerà fino al 14 ottobre; è proprio durante questo soggiorno veneziano che Goethe vede per la prima volta il mare. Sebbene della città scrisse molte cose positive, lo scrittore criticò molto la mancanza di pulizia e la noncuranza delle autorità verso questo problema.

«Sono rimasto colpito dalla grande sporcizia delle strade, facendo di conseguenza alcune considerazioni. In materia esiste certamente un qualche regolamento: la gente spinge il sudiciume negli angoli, e vedo anche mandar su e giù grosse imbarcazioni che si fermano in punti determinati e raccolgono l’immondizia […]. In queste operazioni non v’è logica né rigore, e tanto più è imperdonabile la sporcizia della città, che per le sue caratteristiche potrebbe esser tenuta pulita come lo è qualunque città olandese.»

Dopo Venezia, Goethe si recò a Ferrara, dove visitò la tomba di Ludovico Ariosto in Palazzo Paradiso e il presunto luogo di prigionia di Torquato Tasso. Il 17 è a Cento, patria del pittore Guercino, che gli dà lo spunto per sottolineare l’attaccamento degli italiani alla propria patria. Il 18 notte è a Bologna, dove vede la Santa Cecilia di Raffaello, rimanendone estasiato. Quindi salì sulla Torre degli Asinelli, ammirando il panorama visibile da quell’altezza ( 97,2 m ).

Napoli

Goethe arrivò a Napoli insieme a Johann Heinrich Wilhelm Tischbein il 25 febbraio 1787, e vi restò fino al 29 marzo, per poi recarsi in Sicilia. Racconta di una città «libera, allegra, vivace» ma soprattutto splendida per le sue bellezze:

«Napoli è un paradiso, ognuno vive in una specie di ebrezza e di oblio di sé stesso!»

Accompagnato dal Federico Carlo Augusto, Principe di Waldeck si recò a Pozzuoli e dintorni ( 1º marzo ) per visitare la solfatara e le rovine romane. Sale due volte in cima a Vesuvio: il 2 e 6 marzo. Il 5 marzo ( seconda domenica di quaresima ) lo dedicò alla visita delle chiese di Napoli, ed ammirò nella chiesa del Gesù Nuovo la cacciata di Eliodoro dal tempio affrescata da Francesco Solimena e altre opere di Luca Giordano. Visitò palazzo Colubrano ( palazzo Diomede Carafa ) con Wilhelm Tischbein ( 7 marzo ), nel cortile del quale ammirò la scultura di una testa di cavallo in bronzo di Donatello, oggi sostituita da una copia in terracotta dopo che l’originale fu donato, nel 1809, al museo archeologico di Napoli. Visita la pinacoteca di Capodimonte ( 9 marzo ) e assiste a spettacoli nel teatro San Carlo.

Sicilia

«L’Italia, senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto»

Viaggiare in Sicilia al tempo di Goethe era una vera avventura perché non era una terra adeguata per gli stranieri, sia per l’assenza di strutture ricettive a cui si ovviava cercando ospitalità presso nobili, nei conventi o in taverne. Inoltre il viaggio era sempre rischioso, sia per la propria incolumità che per le condizioni delle strade. Egli fu il primo che affrontò uno spostamento lungo le zone interne della Sicilia, dato che i rari visitatori passavano solo dalle città principali. In questo lo scrittore fu spinto da un vero spirito di avventura e scoperta.

«Lo stile architettonico somiglia in generale a quello di Napoli, ma nei pubblici monumenti – certe fontane ad esempio – si nota più ancora l’assenza di buon gusto. Qui non è, come a Roma, lo spirito dell’arte a improntare di sé i lavori; forma ed essenza delle costruzioni dipendono da circostanze fortuite.»

Raggiunse via mare Palermo dove rimase colpito dalla presenza di polvere e sporcizia nelle strade.

Il 9 aprile andò a Bagheria presso la villa Palagonia rimanendone stupito per la bizzarìa delle figure mostruose e lo strano gusto del proprietario. Questa visita influenzerà poi alcuni passaggi del Faust, come ne La notte di Valpurga in cui descrive una serie di mostri. Alcuni giorni dopo vedrà passare proprio il principe di Palagonia che raccoglieva denaro per finalità benefiche riscontrando l’incongruenza tra il denaro speso per la villa e quello che chiedeva agli altri. Il 10 andò a Monreale ma curiosamente invece di visitare il duomo di Monreale visitò il convento di S. Martino. Goethe avrà anche un importante incontro con la sorella di Cagliostro figura di cui si interesserà per le varie vicende di vita.

Poi visitò il Tempio di Segesta e quindi passa da Castelvetrano e Sciacca giungendo fino ad Agrigento. Qui si soffermò nella Valle dei Templi dove osservò lo stato di rovina dei vari templi e rimase incantato dalla fertilità dei terreni a grano. Per questa ragione desiderò vedere i campi che hanno dato il titolo alla Sicilia in epoca romana di granaio d’Italia, gli venne così suggerito di passare per l’entroterra saltando Siracusa. Così si diresse verso Caltanissetta dove trovò un alloggio privo di sedie e tavoli con la necessità di chiedere in prestito la cucina ad un paesano.

A Castrogiovanni (Enna) trascorse una pessima nottata che gli farà giurare di non percorrere più itinerari lontani da quelli più battuti:

«L’antica Enna riservò la più sgradevole delle accoglienze: una stanza ammattonata, con imposte ma senza finestre, sicché dovemmo scegliere tra restarcene seduti al buio o esporci di nuovo ai piovaschi cui eravamo appena sfuggiti. Divorammo qualche avanzo delle nostre provviste e, dopo aver passato una nottataccia, giurammo solennemente che mai più avremmo mutato itinerario per inseguire il miraggio d’un nome mitologico.»

Giunto a Catania prese contatto con il principe Biscari per poter poi fargli visita presso il suo palazzo in cui poté ammirare la collezione presente. Incontrò anche il cavaliere Gioeni da cui ottenne dei suggerimenti per poter salire sull’Etna, cosa che farà parzialmente a dorso di mulo, non potendo raggiungere la vetta per le condizioni meteorologiche. Visitò anche Aci Castello per vedere i faraglioni.

A Taormina visitò il teatro antico ammirandone il bel panorama, definendo la località «il più grande capolavoro dell’arte e della natura». Proseguì subito dopo per Messina, dove restò per 3 giorni e trovò la città distrutta dal terremoto del 1783. Lì incontrerà il governatore. Poi approfittando di una nave in partenza si imbarcò per far ritorno a Napoli, ma rischiò il naufragio in prossimità di Capri a causa di una bonaccia che condusse la nave in prossimità degli scogli. Tuttavia dopo pochi giorni riuscì a giungere a Napoli senza grossi problemi. ( Wikipedia )

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La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Aggiornato a 19 Novembre 2023

 

 

 

LIBRO: La Difficoltà di Essere di Jean Cocteau

JEAN COCTEAU, LA DIFFICOLTA DI ESSERE

Jean Cocteau nasce il 5 luglio 1889 a Maisons-Laffitte, cittadina a pochi chilometri da Parigi, da Eugénie Lecomte e Georges Cocteau, già genitori di Marthe (1877-1958) e Paul (1881-1961). Il padre, depresso e senza lavoro, si suicida nel 1898[1]. D’estate, fino all’adolescenza, risiede spesso nel paese natale, presso i nonni materni, che hanno anche un “hôtel particulier” a Parigi, in rue La Bruyère 45, oppure va dagli altri nonni, a Vierzy. Dopo la morte del padre vive per qualche mese in Svizzera.

Ha una governante tedesca, Joséphine Ebel, da lui detta “Jéphine”. Disegna molto, soprattutto fa caricature. Frequenta il Liceo Condorcet di Parigi fino all’età di 15 anni allorché decide di studiare privatamente, non essendo interessato agli studi ufficiali; ciononostante, dopo aver tentato invano di conseguire la maturità al liceo Fénelon, nel 1907 interromperà ogni studio[1]. In questo periodo prende a frequentare i salotti degli amici Lucien Daudet, Reynaldo Hahn, Catulle Mendès e Maurice Rostand, pubblicando nel 1909 il suo primo libro di poesie La lampada di Aladino e fondando una rivista “Schéhérazade”, che non dura a lungo. Abita con la madre in rue d’Anjou, 10.

Si appassiona quindi al mondo della musica, frequentando il balletto, e ha occasione di assistere al primo spettacolo in assoluto dei balletti russi di Serge Diaghilev, Pavillon d’Armide. Conosce di persona Diaghilev, che gli commissiona il soggetto di Le Dieu bleu, balletto su musica di Reynaldo Hahn, presentato al Théâtre du Châtelet nel 1912.

Ha intanto pubblicato altre due raccolte di poesie e ha fatto un viaggio in Algeria (12 marzo – 8 aprile 1912). Resta colpito dalla prima della La sagra della primavera di Stravinskij, nonostante l’opera abbia generato un putiferio e abbia diviso ferocemente pubblico e critica ( Cocteau la prende a modello di quel che per lui è l’arte moderna ). ( Wikipedia )

La Difficoltà di Essere

La Difficoltà di Essere è il testamento spirituale di un autore tra i più rappresentativi, eclettici e amati del Novecento. Scritto quando era ormai malato, nel 1947, questo libro rievoca e fa rivivere sotto i nostri occhi un’intensa stagione artistica e intellettuale, ci racconta i suoi dolori, le sue sofferenze, i mutamenti del suo animo, ma ci parla anche di risate, della gioia profonda dell’amicizia, della passione per il lavoro, del valore della bellezza. Una testimonianza commovente di un eccezionale genio creativo. ( Feltrinelli )

 

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Libri & Letture

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Shakespeare, Teatro. 3 volumi, I Millenni Einaudi, no cofanetto, 15a23

Shakespeare, Teatro. 3 volumi, I Millenni Einaudi ( no cofanetto )

      Napoli. Nostalgia di domani – Macry Paolo – Il Mulino

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