POESIA: I Canti Orfici di Dino Campana

DINO CAMPANA CANTI ORFICI E ALTRE LIRICHE EDIZIONI VALLECCHI 1928

Canti Orfici è una raccolta di componimenti letterari in prosimetro scritta da Dino Campana. Fu originariamente composta nel 1913, in una prima ed unica stesura che portava il titolo Il più lungo giorno, che fu consegnata per la pubblicazione a Giovanni Papini e ad Ardengo Soffici; quest’ultimo perse però il manoscritto originale, costringendo Campana a riscrivere l’opera quasi interamente a memoria. Per lungo tempo l’autografo dell’originale si considerò perduto: venne ritrovato solamente nel 1971, tra le carte di Soffici.

Nell’anno accademico 1912-1913 Campana aveva incominciato a scrivere su alcuni modesti fogli goliardici bolognesi alcuni pezzi – Montagna, La Chimera, La cafard ( Nostalgia del viaggio ), Dualismo – Ricordi di un vagabondo. Lettera aperta a Manuela Tchegarray sulla rivista Il Papiro, Torre rossa e Scorcio, su Il Goliardo – che in seguito rielaborati entreranno a far parte dei Canti Orfici.

Ma nel 1913, messo insieme un manoscritto piuttosto consistente che, come si seppe molti anni dopo, aveva intitolato Il più lungo giorno, pensò di rivolgersi a chi dirigeva in quel periodo la rivista letteraria Lacerba, consegnando ad Ardengo Soffici e a Giovanni Papini la prima stesura originale del suo manoscritto.

Il manoscritto andò perso.

Riscritti o ricostruiti servendosi sia della memoria e certamente dagli appunti rimastigli, i versi e le prose di quel manoscritto videro la luce nell’edizione Ravagli nel giugno del 1914 con il titolo Canti Orfici e il sottotitolo in tedesco Die Tragödie des letzten Germanen in Italien, e con la dedica ” A Guglielmo II imperatore dei germani l’autore dedica “, dedica che l’autore poi strappò personalmente da tutte le copie di cui riusciva a entrare in possesso.

Questa prima stampa ebbe notevoli difficoltà, nessun successo e il poeta stesso andava a vendere copie del libro nei caffè di Firenze e di Bologna oppure agli amici tramite sottoscrizione.

Nel 1928 l’editore Vallecchi pensò ad una ristampa dei Canti Orfici, senza nemmeno chiedere il permesso a Campana che in quel periodo era ricoverato in manicomio, e affidò la cura del progetto ad un giornalista e letterato, Bino Binazzi.

Il libro venne pubblicato con il titolo Canti Orfici ed altre liriche e comprendeva, oltre i testi presenti nell’edizione del ’14, alcune liriche del Campana apparse tra l’agosto del 1915 e il marzo 1917 su vari giornali e riviste.

Dino Campana nacque a Marradi, un piccolo paese tosco-romagnolo sito nella provincia di Firenze, il 20 agosto del 1885, figlio di Giovanni Campana, insegnante di scuola elementare, poi direttore didattico, descritto come un uomo per bene ma di carattere debole e remissivo, e di Francesca Luti, detta Fanny, una donna severa e compulsiva, affetta da mania deambulatoria e fervente credente cattolica. La madre era attaccata in modo morboso al figlio Manlio, più giovane di due anni di Dino.

Nel 1918, Campana viene internato presso l’ospedale psichiatrico di Villa di Castelpulci, nei pressi di Scandicci (in provincia di Firenze). Lo psichiatra Carlo Pariani lo va a trovare per intervistarlo e conferma l’inappellabile diagnosi: ebefrenia, una forma estremamente grave ed incurabile di psicosi schizofrenica; tuttavia il poeta sembra essere a suo agio nel manicomio, vivendo una vita tranquilla e, finalmente, sedentaria.
Dino Campana muore in ospedale, sembra per una forma di setticemia, causata dal ferimento con un filo spinato nella zona dello scroto, durante un tentativo di fuga, il 1º marzo del 1932. ( Wikipedia )

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LIBRO: Segreti e Tesori del Vaticano di Massimo Polidoro

Vaticano: segreti e tesori

Il Vaticano è un luogo unico, un’isola di ineguagliabile bellezza. Quasi due millenni di eventi tumultuosi, ardente spiritualità e fuoco creativo sono indelebilmente incisi nelle sue pietre.
Le sue origini sono insieme inquietanti e suggestive. L’Ager Vaticanus era stato brughiera deserta, sede di divertimenti sfrenati e orribili supplizi, lugubre cimitero e meta di pellegrinaggi clandestini: i cristiani di Roma erano convinti che le sue viscere serbassero le spoglie di Pietro, il primo apostolo. Fu dunque in suo nome che, nel quarto secolo dopo Cristo, Costantino il Grande vi fece costruire dal nulla una chiesa destinata di lì a poco a diventare l’ultimo baluardo di una civiltà ormai prossima al tracollo. Nei secoli oscuri delle invasioni barbariche, intorno alla Basilica di San Pietro, il Vaticano crebbe e fiorì. Nella notte di Natale dell’anno 800, nell’epoca più cupa del Medioevo, Carlo Magno vi ricevette dal papa la corona imperiale, gettando così i semi della futura Europa. I più grandi geni dell’arte e dell’architettura vi lasciarono capolavori imperituri. Papi condottieri, dissoluti e santi vi scrissero pagine fondamentali della storia occidentale.
Oggi è lo Stato più piccolo del mondo, ma in esso è concentrato un patrimonio culturale e artistico immenso. Sterminate sono le sorprese, le storie inaudite, gli angoli insoliti e misteriosi che attendono solo di essere svelati.
Segreti e tesori: non resta che prendere posto tra le pagine di questo libro, a bordo di quella meravigliosa macchina del tempo che è l’immaginazione, e partire alla loro scoperta. ( Fonte: Piemme )

 

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Aggiornato al 19 Gennaio 2024

 

 

 

Le Emozioni della Lettura – Libri Rari: le Novità by Libreria Aiace

Leggere è un piacere che non tutti si concedono. Per mancanza di tempo, dicono, o perché i libri costano troppo. Alibi quasi sempre, solo a volte realtà. E, quanto al tempo, se c’è quello per nutrire il corpo, dovrebbe essere più prezioso ritagliarsi quello per l’anima. Soprattutto d’estate, spazio di vacanze. Leggere apre finestre sconosciute sul mondo, aiuta a conservare i nostri sogni, dà linfa ai sentimenti, fa avvicinare al significato dell’esistenza…

Quando si apre un libro è soprattutto di emozioni che siamo in cerca, e mentre navighiamo tra le pagine di un romanzo o di un saggio, acquisiamo gli strumenti per capire meglio noi stessi, gli altri e il mondo che ci circonda. Leggere è una forma di educazione sentimentale, civile e intellettuale. E il libro è lo strumento per rilanciare la nostra cultura: è un mondo alternativo al mondo, è quell’oggetto silenzioso che senza muoversi e senza far rumore può aprirsi e consegnarsi a noi solo se siamo capaci di interrompere temporaneamente la comunicazione con l’esterno creando così quel vuoto di mondo reale di cui necessita, per accadere, un mondo possibile. ( Fonte: La Repubblica )

 

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Aggiornato al 17 Gennaio 2024

 

 

 

Storia delle Due Germanie di Enzo Collotti

E. COLLOTTI, STORIA DELLE DUE GERMANIE 1945-68, EINAUDI, 1968

La Germania fu divisa nel 1949, ma i motivi per questo fatto sono da ricercare anzitutto nella guerra che Hitler aveva scatenato e in cui aveva trascinato quasi tutti i paesi più importanti del mondo che, dopo la guerra, sentivano un comprensibile desiderio di non vedere mai più una Germania così forte e distruttiva. La divisione della Germania è quindi anche opera di Hitler. Il secondo motivo era la Guerra fredda che era cominciata ancora prima che fosse finita quella vera e che rendeva impossibile un accordo tra i due protagonisti, cioè tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Anche l’aggravamento della divisione della Germania negli anni 50 e 60 è un risultato della situazione internazionale con responsabilità da molte parti. La Germania stessa all’inizio era troppo debole per far valere una propria voce, ma poi si legava anche le mani da sé con una politica che si ostinava a non voler vedere la realtà dei fatti. Certamente anche la politica di distensione, iniziata con Willy Brandt negli anni 60, non riuscì ad avvicinare le due Germanie, ma portò lo stesso a un cambiamento molto positivo dell’atmosfera internazionale e a molti piccoli cambiamenti positivi nei rapporti umani tra i due stati tedeschi.

Nessun politico dell’ovest può reclamare alcun merito concreto per quanto riguarda gli eventi che portarono alla riunificazione. Tutti, compreso il cancelliere Helmut Kohl, erano trascinati e travolti dai fatti, Kohl ebbe solo la fortuna di essere cancelliere della Germania quando si verificarono questi eventi, che né lui né qualcun altro aveva influenzato né poteva influenzare. Gli unici politici che in un certo modo hanno contribuito a iniziare o ad accelerare il processo della riunificazione della Germania erano Gorbaciov, che con la sua politica ha reso possibile tutto quello che è successo e il governo dell’Ungheria, in particolare il quasi sconosciuto ministro degli esteri dell’Ungheria Horn, che nell’agosto dell’89 prese la coraggiosa decisione di aprire i confini con l’Austria e che con ciò diede inizio a una valanga inarrestabile che portò in pochissimo tempo alla caduta del muro di Berlino. E naturalmente bisogna ringraziare i migliaia di sconosciuti che sfidarono apertamente, negli ultimi mesi prima della caduta del muro, il regime della DDR, rischiando anche la propria vita.

Oggi, nel 1997, la Germania è ancora molto lontana dall’essere un paese veramente unito. Era divisa per 40 anni, e non è del tutto escluso che passeranno altri 40 anni prima che anche le ultime ferite del passato siano chiuse e dimenticate. ( Autore: Wolfgang Pruscha; Tratto da Homolaicus.com )

Dopo l’inizio della guerra fredda, e a seguito della sconfitta tedesca nella seconda guerra mondiale, la Germania è stata divisa in due stati per circa 40 anni, divenendo il punto focale dei due blocchi contrapposti a est e a ovest. Solo nel 1990, a seguito di un accordo fra i due Stati, l’unità nazionale verrà ripristinata, con la costituzione in Länder delle province orientali e il loro successivo accesso, il 3 ottobre, alla Repubblica Federale di Germania, determinando al tempo stesso la scomparsa della Repubblica Democratica Tedesca.

Alla Conferenza di Potsdam dell’agosto 1945, dopo la resa incondizionata della Germania, avvenuta l’8 maggio 1945, le potenze vincitrici (Russia, USA, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e Francia) divisero la nazione in quattro zone di occupazione militare: francese a sud-ovest, britannica a nord-ovest, statunitense a sud e sovietica a est. I territori a est della Linea Oder-Neisse (Prussia orientale, Pomerania orientale e Slesia) vennero tolti alla Germania e posti sotto amministrazione sovietica e polacca, spostando a tutti gli effetti la Polonia verso ovest. Quasi 10 milioni di profughi furono costretti ad abbandonare i loro paesi d’origine per rifugiarsi nelle zone occupate a ovest di tale linea. Queste amministrazioni erano state originariamente concepite per durare fino alla firma finale di un trattato di pace, cosa che comunque non avvenne fino al 1990. Si concordò anche un trasferimento di tedeschi da Cecoslovacchia e Ungheria, ma le nazioni vennero invitate a fermare l’espulsione di questi Heimatvertriebene.

Il previsto corpo governante venne chiamato Consiglio di Controllo Alleato. I comandanti in capo esercitavano autorità suprema sulle loro rispettive zone e agivano di concerto sulle questioni che riguardavano l’intera nazione. Berlino, che giaceva nel settore sovietico, venne anch’essa divisa in quattro aree.

L’unificazione tedesca

Durante l’estate del 1989, dei rapidi cambiamenti ebbero luogo nella Germania Est (vedi Rivoluzioni del 1989), che alla fine portarono alla riunificazione tedesca. Un numero crescente di tedeschi dell’est emigrava nella Germania Ovest attraverso l’Ungheria, dopo che gli ungheresi decisero di non usare la forza per fermarli. Migliaia di tedeschi dell’est cercarono anche di raggiungere l’Ovest inscenando dei sit-in davanti alle rappresentanze diplomatiche della Germania Ovest in altre capitali est europee. L’esodo generò richieste interne alla DDR per un cambiamento politico, e dimostrazioni di massa con centinaia di migliaia di persone in diverse città – particolarmente a Lipsia – continuarono a svolgersi. Il 7 ottobre, il leader sovietico Michail Gorbačëv visitò Berlino per celebrare il 40º anniversario della fondazione della DDR e fece pressione sulla dirigenza della DDR per perseguire le riforme, senza successo.

Il 18 ottobre, Erich Honecker venne costretto a dimettersi da capo della SED e da presidente e venne sostituito da Egon Krenz, ma l’esodo continuò senza ridursi, e la pressione per delle riforme politiche crebbe. Il 4 novembre, una dimostrazione a Berlino Est portò in piazza circa un milione di abitanti. Infine, il 9 novembre 1989, il Muro di Berlino venne aperto e ai tedeschi dell’est venne consentito di viaggiare liberamente. A migliaia si riversarono attraverso il muro e nella parte ovest di Berlino e il 12 novembre la DDR incominciò a smantellarlo. ( Wikipedia )

 

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Aggiornato al 11 Gennaio 2024

 

Il Piacere della Lettura: Libreria Aiace Roma Montesacro

Aristotele

Aristotele ( Stagira, 384 a.C. o 383 a.C. – Calcide, 322 a.C. ) è stato un filosofo, scienziato e logico greco antico. Aristotele è ritenuto una delle menti più universali, innovative, prolifiche e influenti di tutti i tempi, sia per la vastità che per la profondità dei suoi campi di conoscenza, compresa quella scientifica. Con Platone, suo maestro, e Socrate è considerato anche uno dei padri del pensiero filosofico occidentale, che soprattutto da Aristotele ha ereditato problemi, termini, concetti e metodi.

La fondazione del Peripato

Il terzo periodo inizia quando nel 340 a.C. Alessandro diviene reggente del regno di Macedonia, cominciando anche ad avvicinarsi alla cultura orientale. Il suo maestro Aristotele, che è intanto rimasto vedovo e convive con la giovane Erpillide da cui ha avuto il figlio Nicomaco, negli ultimi anni della sua vita torna forse a Stagira e, intorno al 335 a.C., si trasferisce ad Atene, dove in un pubblico ginnasio, detto Liceo perché sacro ad Apollo Licio, fonda una sua famosissima e celebrata scuola, chiamata Peripato ( dal greco Περίπατος, «la Passeggiata»; da περιπατέω «passeggiare», composto di περι «intorno» e πατέω «camminare» ) nome che indicava quella parte del giardino con un colonnato coperto dove il maestro e i suoi discepoli camminavano discutendo. Probabilmente non è Aristotele ad acquistare la scuola; egli l’affitta, perché per la città di Atene egli era uno straniero e non aveva diritto di proprietà. La scuola viene inoltre finanziata dallo stesso Alessandro. Aristotele promuove attività di ricerca nella città di Atene soprattutto per quanto riguarda materie scientifiche quali zoologia (di cui si occupa lui stesso), botanica ( che affida a Teofrasto ), astronomia e matematica ( che affida a Eudemo da Rodi ) e medicina ( affidata a Menone ).

Riguardo alla scuola abbiamo notizie vaghe; comunque sappiamo per certo che gli alunni erano chiamati per dieci giorni a dirigere la scuola in prima persona: Aristotele ci teneva a istruire i suoi allievi a questo ruolo. Inoltre i pasti venivano consumati in comune secondo un’usanza dei pitagorici e ogni mese si organizzava un simposio filosofico con giudizio ( iudicio ) guidato dalla saggezza del maestro. Le lezioni si svolgevano di mattina; di pomeriggio e di sera invece Aristotele teneva, sempre nella scuola, delle conferenze aperte al pubblico; le materie erano appunto di interesse pubblico quindi politica e retorica, ad esempio, ma non materie astratte come la metafisica e la logica.

Nel 323 a.C. muore Alessandro Magno e ad Atene si manifestano i mai sopiti odii antimacedoni; Aristotele, guardato con ostilità per il suo legame con la corte macedone, è accusato di empietà: lascia allora Atene e con la famiglia si rifugia a Calcide in Eubea, la città materna, dove muore l’anno dopo forse per una malattia allo stomaco. ( Wikipedia )

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Aggiornato a 29 Novembre 2023

 

 

LIBRO: Apocalisse 1945 – La Distruzione di Dresda di David Irving

DAVID IRVING, APOCALISSE 1945, LA DISTRUZIONE DI DRESDA

Il 13 e il 14 febbraio del 1945 avvenne il più grande attacco aereo della Seconda guerra mondiale su una città tedesca da parte dei bombardieri alleati: il bombardamento di Dresda.<br>

Nell’arco di 14 ore Dresda fu bombardata tre volte. Il primo attacco è durato dalle 22 e 13 alle 22 e 21; il secondo bombardamento fu eseguito dall’1 e 30 all’1 e 50. Il terzo attacco fu effettuata la mattina successiva tra le 12 e 12 e le 12 e 23. Più di 200.000 persone persero la vita nelle fiamme di Dresda.

Lo scrittore inglese David Irving nel suo libro Apocalisse a Dresda scrisse: “ Per la prima volta nella storia della guerra un attacco aereo ha distrutto l’obiettivo in modo così devastante, che non c’erano abbastanza sopravvissuti sani per poter seppellire i morti. ”

Dresda era una città con oltre 630 000 abitanti. Quando però fu distrutta ci vivevano più di un milione di persone, si calcola tra un milione e duecentomila e un milione e quattrocentomila persone. Rifugiati della Slesia, della Pomerania e della Prussia Orientale, evacuati da Berlino e dalla Renania.

Dresda era un posto dove venivano condotti i soldati convalescenti e feriti. Poichè non c’era industria bellica, Dresda era considerata una città sicura.

Dopo il bombardamento gli incendi a Dresda sono durati sette giorni e otto notti.

Ai militari inglesi che bombardarono Dresda fu detto che la città era il centro di rifornimento più importante per il fronte orientale; l’obiettivo del bombardamento era uno dei quartieri generali della Gestapo in centro città, una importante fabbrica di munizioni, un grande stabilimento di gas tossici.

L’opinione pubblica inglese e le autorità religiose erano contro il bombardamento della popolazione civile tedesca. A loro però fu detto che non stato impartito alcun ordine di distruggere zone abitate. Il governo inglese, con a capo il primo ministro Winston Churchill riuscì a tenere il segreto fino alla fine della guerra.

David Irving

David John Cawdell Irving ( Hutton, 24 marzo 1938 ) è un saggista britannico, specializzato nella storia militare della seconda guerra mondiale. È l’autore di una trentina di libri, tra cui Apocalisse a Dresda ( 1963 ), La guerra di Hitler ( 1977 ), La guerra di Churchill ( 1987 ).

Con Ernst Nolte, è considerato un esponente del revisionismo storiografico sul nazionalsocialismo e il secondo conflitto mondiale.

David Irving fu arrestato in Austria l’11 novembre 2005; il 20 febbraio 2006 fu riconosciuto colpevole da un tribunale per “aver glorificato ed essersi identificato con il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori”, cosa che in Austria è punita, secondo il Verbotsgesetz, la legge per la denazificazione del 1947, che vieta qualsiasi “attività in senso nazionalsocialista”, in particolare come modificata nel 1992; in tale anno fu introdotto il divieto di negazione, minimizzazione, approvazione e giustificazione del “genocidio nazista o degli altri crimini nazisti contro l’umanità, qualora ciò avvenga in opere di stampa, radiofoniche o comunque pubblicato in modo tale da essere accessibile ad un vasto pubblico”, sotto pena di reclusione da 1 a 10 anni, e nei casi di maggiore pericolosità, fino a 20 anni. In base a tale sentenza Irving fu condannato a tre anni di reclusione, scontando in carcere 400 giorni prima di ottenere la liberazione condizionale. ( Wikipedia )

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Aggiornato al 6 Gennaio 2024

 

Libri, un modo per evadere dalla realtà quotidiana

Le ragioni per le quali i libri sono un’ottima ( ed economica ) forma di evasione

Basta aprire le pagine di un libro per entrare in una nuova realtà. Leggere è una forma d’evasione
«I libri sono una forma di evasione» è una delle frasi più ripetute, quando si elencano le qualità di un libro. Ma ci siamo mai soffermati a riflettere su quali siano i motivi che ci fanno indicano che un romanzo è un modo per sfuggire alla realtà ?

Noi ci siamo fatti un’idea e abbiamo individuato questi punti fondamentali.

1. Ci fanno viaggiare nel tempo. Senza pagare il biglietto

2. Durante la lettura ci isoliamo e, almeno per un po’, è come se il mondo fuori non esistesse

3. Ci fanno ridere, commuovere, piangere e sognare e i perché stanno tutti in quelle pagine

4. Ci fanno vivere delle avventure che non abbiamo mai vissuto…

5. … e alcune di queste comprendono viaggi nello spazio, draghi o una casa nell’Upper East Side

6. Tengono lontani gli scocciatori: sono un ottimo rifugio quando vogliamo sottrarci a qualche conversazione scomoda

7. Ascoltare le storie altrui è un buon modo per mettere in un angolo le proprie, per poi tornarci con un rinnovato punto di vista

Il potere delle parole è tale da trascinarci in mondi e in situazioni che nemmeno ci aspettiamo. Bastano pochi minuti, un posto tranquillo e un buon libro tra le mani. La magia sta tutta là.

( Tratto da Redazione BookToBook )

Librerie indipendenti e dell’usato a Roma

Il Libraio di una piccola realtà è vostro amico e vicino, sa consigliarvi e darvi attenzione come persona, prima che come cliente.

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Aggiornato al 19 Novembre 2023