LIBRO: Gli Antichi Tempi di Posechone di Saltykov-Ščedrin

SALTIKOV-SCEDRIN, GLI ANTICHI TEMPI DI POSECHONE, EINAUDI, 1962

Michail nacque nello sperduto villaggio di Spas-Ugol, nel distretto di Tver’, sesto di sette figli, da Evgraf Vasilevič Saltykov, tipico nobile di provincia, indolente proprietario di diverse migliaia di servi che lavoravano le sue terre, lasciate amministrare alla moglie Ol’ga Michajlovna, di venticinque anni più giovane del marito, figlia di mercanti, avarissima, ignorante e spietata fustigatrice dei figli, che Michail odiò per tutta la vita e che rappresenterà nel suo capolavoro, «I signori Golovlëv», nella figura di Arina Petrovna.

La sua prima istruzione fu avventurosa, essendo passato per le mani di un pittore d’icone che aveva scarsa dimestichezza con la lingua russa, per quelle del prete del villaggio e infine attraverso quelle della governante francese, più appassionata della vodka russa che dell’insegnamento della lingua di Molière. Con suo sollievo, il piccolo Michail, nel 1836, si sottrae all’ambiente familiare per andare a Mosca a studiare all’Istituto Nobile e di qui, al Liceo imperiale di Carskoe Selo, che era alle dirette dipendenze dal Ministero della Guerra, dove si preparavano i futuri funzionari dello Stato zarista: l’insegnamento era basato sull’assimilazione mnemonica di una quantità di nozioni, unito a una disciplina da caserma prussiana.

Fu nel periodo del liceo che cominciò a leggere, spesso di nascosto, romanzi e libri di storia e di filosofia, e a scrivere versi, a imitazione di Lermontov, frequentando anche le riunioni dei giovani intellettuali in casa del poeta Nikolaj Jazykov, dove conobbe lo scrittore Panaev e il famoso critico Belinskij. Concluso il liceo nel 1844, venne assunto al Ministero, impiegato del tutto disinteressato al suo lavoro: maggiore interesse provava ogni venerdì sera alle riunioni, frequentate anche dal giovane Dostoevskij, in casa del suo ex-compagno di liceo Michail Butasevič Petraševskij, un socialista utopista seguace di Fourier, che sperava di rinnovare il paese fondando un falansterio e organizzando un movimento intellettuale a cui aderissero i più illuminati fra i nobili e i borghesi russi.

Durò un paio d’anni l’interesse di Saltykov-Ščedrin per il gruppo di Petraševskij, destinato a conoscere i campi della Siberia: egli se ne allontanò per aver giudicato velleitario il loro programma: ad essi sembravano interessere le loro idee per sé stesse, più che le necessità di un popolo di cui ignoravano i reali bisogni. Ottenne di collaborare alla gloriosa rivista «Sovremennik» (Il contemporaneo), già di Puškin e ora diretta da Nekrasov, scrivendo recensioni; nel novembre 1847 pubblicò il suo primo racconto, Protivorečija (Contraddizioni), e l’anno dopo «Zaputannoe delo» (Una storia complicata), entrambi sulla rivista «Otečestvennye zapiski» (Annali patri).

Il 2 marzo 1855 è un giorno fausto per la Russia liberale e per Saltykov-Ščedrin: muore lo zar Nicola I, brutale e ottuso autocrate. Il 13 novembre viene revocato il decreto di confino e lo scrittore può tornare a San Pietroburgo dove pubblica una nuova serie di racconti, «Gubernskie očerki» (“Schizzi provinciali”) e si sposa. È il matrimonio con una donna che non somiglia in nulla alla madre ma che egli finirà presto per disprezzare e dalla quale sarà considerato una persona triste e noiosa: lei è invece allegra ma superficiale, bella ma frivola, «il suo ideale» – scrive Michail – «sarebbe quello di passare la parte più lunga della sua giornata in giro per negozi, per poi tornare a casa con qualche amico […] farsi corteggiare e ogni tanto cambiarsi d’abito». ( Wikipedia )

Gli Antichei Tempi di Posechone è un romanzo sulla Russia all’epoca della servitù della gleba, che Saltykov-Scedrin scrisse nell’ultimo periodo della sua vita, è in larga parte autobiografico; ambientato nella remota provincia di Posechon’je, racconta di fatto la sua infanzia in campagna nella proprietà paterna a nord di Mosca, attorniata dalla varia fauna di signorotti locali, che si recano in visita gli uni dagli altri, combinano matrimoni, ricevimenti, pranzi; alcuni per questo dissipano e si rovinano, altri sono rovinati dagli amministratori, il tempo è lento e ripetitivo, l’ozio sovrano, in mezzo a una sovrabbondanza di servi altrettanto oziosi e memorabili; sullo sfondo la vita immobile del contadino russo e le stagioni che si succedono.

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Aggiornato al 15 Novembre 2023