LIBRI: Opere in Prosa di Puskin

PUSKIN, OPERE IN PROSA, A CURA DI E. LO GATTO, 1946

Aleksandr Sergeevič Puškin ( Mosca, 6 giugno 1799, 26 maggio del calendario giuliano – San Pietroburgo, 10 febbraio 1837, 29 gennaio del calendario giuliano ) è stato un poeta, saggista, scrittore e drammaturgo russo.
In filologia egli è considerato il fondatore della lingua letteraria russa contemporanea e le sue opere, tra le migliori manifestazioni del romanticismo russo, hanno ispirato numerosi scrittori, compositori e artisti. Le sue opere rappresentano tuttora una tra le più importanti espressioni della letteratura russa, in quanto nonostante i quasi due secoli passati dalla loro creazione, ci presentano una lingua tuttora viva e attuale. L’Istituto Pushkin, che si prefigge la diffusione della lingua russa nel mondo, prende il nome dal letterato.

Lettore accanito, formò la sua prima cultura nella ricca biblioteca paterna, sui classici di Boileau, Racine, Molière, Parny, Chénier, Rousseau, Montesquieu, Voltaire.

Nel 1811 Puškin entrò al Liceo imperiale di Carskoe Selo, che diventerà la sua seconda casa: qui conobbe il futuro poeta Del’vig, i futuri decabristi I. I. Puščin e V. K. Kjuchel’beker, oltre a collaborare alla rivista della scuola, “Vestnik” (Notiziario), con primissime poesie in francese.

È in questo periodo, infatti, che cominciò a scrivere versi. Nel 1814 alcune sue poesie comparvero sul “Vestnik Evropy” (Messaggero d’Europa), e prima ancora di lasciare il liceo egli venne invitato a far parte della celebre società letteraria dell’Arzamas, dove si patrocinava la nuova letteratura di Karamzin e dove fu in grado di gareggiare con poeti già molto affermati come Žukovskij e Batjuškov. Nello stesso periodo conobbe Čaadaev.

In una sua opera raccontò l’incontro risalente agli anni liceali col poeta Deržavin, presidente di commissione all’esame finale. Puškin scrive di quanto fosse emozionato nel declamare dinanzi all’anziano poeta una propria poesia. Successivamente viene riportato che Deržavin rimase molto colpito dal giovane Puškin, il quale, però, colto dall’emozione scappò via prima di poter ricevere i complimenti.

Dopo aver completato i suoi studi, senza tuttavia eccellervi, nel 1817, Puškin diventò funzionario del Ministero degli Esteri, anche se di fatto non risulta che abbia mai svolto alcun lavoro ministeriale. A San Pietroburgo, dove risiedeva in quegli anni, condusse una vita all’insegna del piacere, primo fra tutti quello per le donne. In questo periodo frequentò Pavel Aleksandrovič Katenin e Aleksandr Sergeevič Griboedov. Ai salotti alternava tuttavia la partecipazione a società letterarie politiche progressiste, come l’Arzamas e la Lampada verde tanto che la poesia ispirò i lavori poetici di quel periodo (La libertà, La campagna, Nöel) facendolo cadere in sospetto di attività sovversive tanto che fu confinato da un provvedimento di polizia nella Russia meridionale. Alcuni epigrammi rivoluzionari avevano infatti cominciato a circolare tra i salotti nobili ancor prima della pubblicazione di quest’opera, ed erano giunti a conoscenza dello stesso zar Alessandro I, che lo obbligò a lasciare la città, e ad assumere un incarico governativo nella sperduta e lontana Ekaterinoslav.

Lavorò nel frattempo ad un poema epico romantico in sei canti Ruslan e Ljudmila, edito nel 1822, a cura degli amici che erano rimasti nella capitale, che gli valse il rispetto e gli onori della nuova generazione di letterati e le antipatie della vecchia che vedevano nell’opera un’involuzione e un meticciamento della letteratura russa.

Puškin trasse vantaggio dal confino viaggiando al seguito del generale V. F. Raevskij, nominato suo custode, e visitando la Crimea, il Caucaso e la Bessarabia spingendosi, libero sulla parola data al generale con cui nel frattempo aveva stretto un forte legame di amicizia, fino a Kamenka e Chisinau. A Kamenka frequentò Pavel Ivanovič Pestel’, capo della società segreta Associazione del Sud.

Durante i due anni di confino scrisse Il prigioniero del Caucaso e una serie di liriche e poemetti in stile byroniano oltre ai primi tre canti dell’Evgenij Onegin. ( Wikipedia )

 

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Aggiornato al 27 Novembre 2023