LIBRI: Cronache Militari della Resistenza in Liguria

G. GIMELLI, CRONACHE MILITARI RESISTENZA LIGURIA, 1969, 3 voll.

Subito dopo l´8 settembre 1943, e sino ai giorni a cavallo della Liberazione, si sviluppa e si rafforza in Liguria e zone limitrofe ( Basso Piemonte, Oltrepò pavese, Garfagnana ) un forte movimento di resistenza armata. Il libro di Giorgio Gimelli fornisce un quadro esaustivo e un’organica documentazione di tutte le vicende in cui si è dipanata la lotta di liberazione nelle quattro Zone operative della Liguria, che videro protagonisti non solo i partigiani sulle montagne, ma anche quanti si impegnarono nell’attività clandestina nelle città, oltre alle popolazioni contadine che, nonostante le indiscriminate rappresaglie e distruzioni messe in atto dai nazisti e dai fascisti, non cessarono mai di offrire il loro aiuto alle forze della Resistenza. Pur basandosi sulle precedenti Cronache militari della Resistenza in Liguria, opera da tempo esaurita, il presente volume, rielaborato ad opera del curatore sulla scorta delle indicazioni e in base agli appunti lasciati dall’autore, presenta sostanziali novità dovute al vaglio del materiale conservato in archivi solo recentemente aperti ai ricercatori, agli ulteriori contributi di alcuni lucidi protagonisti di quella stagione, nonché a una puntigliosa ricerca di nuove informazioni: in tal modo il libro è destinato a rimanere un preciso punto di riferimento per storici, ricercatori e studenti. ( ILSREC )

Aldo Gastaldi, detto Bisagno

Aldo Gastaldi nacque a Rivarolo Ligure oggi quartiere di Genova, all’epoca comune autonomo, il 17 settembre 1921. Appassionato camminatore e cacciatore, a 13 anni si recava da solo a piedi sulla vetta del monte Antola con un viaggio a piedi di 12 ore. Pilone della squadra di rugby dell’Istituto Galilei e canottiere della Società Canottieri Genovesi Elpis. Dopo il diploma conseguito all’Istituto Galileo Galilei di Genova fu impiegato all’Ansaldo di Sestri Ponente e studente di economia all’Università di Genova.
Durante la guerra venne chiamato alle armi: a venti anni, sottotenente del Genio, addetto a funzioni di marconista a Chiavari, con il 15º Reggimento Genio.

Il 25 luglio 1943 mentre era in servizio di ordine pubblico col suo plotone distrusse i simboli della Casa del Fascio di Chiavari. Dopo l’armistizio dell’8 settembre nascose le armi ai tedeschi nei pressi del castello di Chiavari e nelle settimane successive venne contattato dal Partito Comunista tramite Giovanni Serbandini “Bini” per dar vita a una formazione partigiana. Nacque così, presso un casone di contadini sulle alture di Cichero, una frazione di San Colombano Certenoli sulle pendici del Monte Ramaceto, nell’inverno del 1943 il primo nucleo di quella che da lì a qualche mese sarebbe diventata la Divisione Cichero, la più famosa e temuta operante nella zona.

Dotato di forte personalità, Aldo Gastaldi, fervente cattolico e fermamente apartitico, insieme al comunista Serbandini stabilì per gli uomini della Divisione severe regole di comportamento, il famoso “Codice di Cichero” che tutti i partigiani si impegnarono a rispettare nonostante le condizioni al limite della sopravvivenza: “in attività e nelle operazioni si eseguono gli ordini dei comandanti, ci sarà poi sempre un’assemblea per discuterne la condotta; il capo viene eletto dai compagni, è il primo nelle azioni più pericolose, l’ultimo nel ricevere il cibo e il vestiario, gli spetta il turno di guardia più faticoso; alla popolazione contadina si chiede, non si prende, e possibilmente si paga o si ricambia quel che si riceve; non si importunano le donne; non si bestemmia”. Bisagno combatté tenacemente esponendosi sempre in prima persona contro la politicizzazione della Divisione e delle formazioni Partigiane.

Come riportato dal “Dizionario della Resistenza”(Einaudi, 2001) e dal “Dizionario della Resistenza in Liguria” di Gimelli e Battifora (De Ferrari, 2008), “Bisagno” era decisamente critico nei confronti del partitismo, poiché esso avrebbe potuto “[….]incrinare la lotta partigiana[…]. “Noi non abbiamo un partito, noi non lottiamo per avere un domani un cadreghino, vogliamo bene alle nostre case, vogliamo bene al nostro suolo e non vogliamo che questo sia calpestato dallo straniero, dobbiamo agire nella massima giustizia e liberi da prevenzioni”.. Bisagno, uomo dotato di forte personalità e carisma scriveva all’età di 21 anni: Continuerò a gridare ogniqualvolta si vogliano fare ingiustizie e griderò contro chiunque, anche se il mio grido dovesse causarmi disgrazie o altro.” ( Wikipedia )

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Aggiornata al 26 Gennaio 2024